Brindisi, 22/10/2009
Sit-in anticarbone: aderiscono Medicina Democratica e Salute Pubblica
Medicina Democratica e Salute Pubblica aderiscono al sit-in
organizzato dai gruppi Anti Cerano e No al Carbone il 26 ottobre a
Brindisi dinanzi a Palazzo Nervegna in occasione dell’incontro tra
rappresentanti degli enti locali e società elettriche per discutere di
una nuova convenzione che a nostro avviso deve essere baricentrata
sulla tutela della salute pubblica.
Dalle dichiarazioni sino ad ora rilasciate dai rappresentanti delle amministrazioni locali, dei sindacati e dei rappresentanti delle società elettriche ci sembra che il tema fondamentale di una significativa riduzione del carbone utilizzato a Brindisi non si sia in realmente affrontato.
Riteniamo che il vero obiettivo della convenzione debba essere la
tutela della salute pubblica e dell’ambiente e per ottenere ciò
occorra riprendere quanto prescritto nella convenzione del 1996
ovvero imporre un limite massimo di 2.5 milioni di tonnellate all’anno
utilizzate nel polo energetico brindisino.
Bruciare carbone significa infatti emettere notevoli quantità di
metalli pesanti (quali Mercurio, Arsenico, Piombo, Cadmio, Nichel,
Cromo), Idrocarburi Policiclici Aromatici (IPA), diossine, altamente
tossici e cancerogeni per l’uomo. Inoltre la combustione del Carbone
produce CO2 gas clima alterante e Anidride Solforosa responsabile
delle piogge acide, per non parlare degli isotopi radioattivi presenti
nel carbone.
Per qualsiasi territorio l’impatto sull’ambiente e la salute dei
cittadini dovuto alle emissioni di queste sostanze rilasciate dalla
combustione di 8 milioni di tonnellate all’anno di carbone è
devastante, come dimostrato dall’inquinamento dei terreni agricoli di
Cerano e dall’incremento di patologie tumorali ed infiammatorie a
carico del sistema cardio respiratorio e della tiroide riscontrato nel
Salento. Le emissiono nocive hanno un impatto anche sulla salute dei
bambini e dei nascituri.
Non vi è alcuna tecnologia di ambientalizzazione, di cattura della CO2
in grado di contenere i danni dovuti alla combustione di 8 milioni di
tonnellate di carbone all’anno.
Per tale motivo occorre ridurre drasticamente l’uso del carbone come
principale azione tesa a tutelare la salute. La nostra richiesta di
riprendere l’indicazione della convenzione del 1996 di 2.5 milioni di
tonnellate annue di carbone non è quindi un capriccio ma l’unica
richiesta in grado di tutelare ambiente e salute.
COMUNICATO STAMPA MEDICINA DEMOCRATICA - SALUTE PUBBLICA
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