Brindisi, 23/10/2009
Intervento del Segretario Filcem Salvatore Viva al direttivo unitario CGIL-CISL-UIL
Intervento del Segretario Filcem CGIL Brindisi (Salvatore Viva) al direttivo unitario CGIL-CISL-UIL del 21/10/09.
È giunto il momento, secondo il mio punto di vista, di dar vita ad un nuovo corso sindacale e sociale per fronteggiare la crisi economica e sociale che sta attraversando, in particolare, il nostro territorio.
Noi siamo attori attoniti in questo panorama politico e industriale colpito dalle scelte scellerate fatte in passato, che stanno dilaniando lo scenario brindisino odierno.
In qualità di segretario generale della FILCEM, mi soffermo ovviamente sui comparti che seguo e che sono stati colpiti fortemente dalla crisi di questi anni.
Le aziende del settore “Gomma-Plastica” a Brindisi sono state cancellate con la chiusura di Europlastic, Sif e Alfa Edile; la Gianoplastica è prossima alla Cassa Integrazione; anche aziende multinazionali come la Exxon Mobil sta attraversando momenti alterni di difficoltà produttiva; di conseguenza il Petrolchimico di Brindisi si sorregge ormai solamente sui due colossi Polimeri e Basell.
Nel Petrolchimico brindisino i lavoratori vivono la desolazione di impianti dimessi e la inderogabile necessità delle bonifiche.
Oltretutto la Basell, fino a poco tempo fa fiore all’occhiello del comparto petrolchimico brindisino, si ritrova in una situazione di stallo che lascia i lavoratori in una costante tensione, sfinendo la pazienza dei singoli e aprendo un orizzonte nebuloso sul domani.
Certamente la società, se vuole puntare al business ed al pieno sfruttamento delle proprie potenzialità, non può prescindere da Brindisi che ha gli impianti con tecnologie innovative e moderne; se sulla società invece, subentreranno ingerenze politiche rischiando di favorire altri siti, allora qui c’è bisogno davvero di una barricata non solo sindacale per questo territorio che è stato già derubato più volte per incompetenza politica e ‘cecità’ degli amministratori locali.
Il petrolchimico di Brindisi, per la FILCEM CGIL rappresenta ancora la linfa vitale del sistema economico brindisino, è ancora il totem della speranza del cittadino della provincia e non possiamo permetterci di disperderlo a causa della negligenza generalizzata in particolare dimostrata dal Governo Nazionale sordo alle esigenze del Sud.
Altra faccia e tappa fondamentale nel percorso socio-economico brindisino è sicuramente il nodo energetico, che in questi anni ha fatto tribolare le intere istituzioni con le benedette convenzioni: che, badate bene, pur essendo molto importanti, hanno spostato l’asse di interesse solo verso un unico binario, tralasciando così molti altri aspetti di vitale importanza che avrebbero potuto restituire dignità all’intera vicenda.
Ebbene, è venuto il tempo che Enel scopra tutte le proprie carte e renda visibili le sue strategie, se ce ne sono, e si assuma le proprie responsabilità anche politiche nel nostro territorio.
In questi ultimi tempi ENEL è stata associata all’infortunio mortale del lavoratore Manderino; alle vicende giudiziarie che hanno coinvolto i vertici aziendali, ai ritardi nella realizzazione del piano industriale, a partire dal parco carbone chiuso, invece che per l’incremento dei livelli occupazionali.
L’Enel deve, invece, cominciare a capire che il rispetto per un territorio nasce dal dialogo sociale con le parti in causa; dall’onestà intellettuale che si assume nell’affrontare le problematiche in campo; e dall’impegno massimo a soddisfare, in particolare, le richieste delle organizzazioni sindacali che mirano ad ottimizzare il sistema economico e sociale di questo Paese.
L’Edipower non è stata esonerata da questa bufera: i lavoratori, con responsabilità e senso del dovere, stanno ottemperando alla richiesta di esaurire le proprie ferie, per coprire il periodo di mancata produzione, per la scarsissima richiesta di energia in rete.
Ora questa palla di fuoco passa a noi e a chi è incaricato a salvaguardare il futuro di tutti i lavoratori brindisini.
Certamente noi siamo qui per rilanciare e soprattutto urlare con forza la nostra voglia di ricreare un sistema industriale degno di un Paese civile.
Le Istituzioni locali e regionali devono recepire il messaggio che non si può prescindere dal sindacato, unico attore in grado di contribuire a schiarire la situazione complessiva, in modo da aprire scenari futuri rosei, che ridìano speranza a tutti quegli inoccupati che gridano vendetta e non vogliono minimamente fare fagotto e partire per vivacchiare in altre città.
Io faccio un appello, approfittando della presenza delle Confederazioni, ad una indissolubile e necessaria unità, che vada a cogliere le diverse sensibilità dei settori in crisi; che operi una pungolatura continua agli organi istituzionali ed anche ai nostri referenti nazionali, i quali spesso, involontariamente e a causa della distanza, non recepiscono fino in fondo il malumore e l’imbarazzo nell’affrontare questa crisi tra casse integrazioni a gogò e mobilità.
Ma ciò che serve al di sopra di tutto è una nuova concezione politica e sindacale, che sfidi questo periodo in maniera netta ed intransigente, aprendo alle innovazioni concettuali di ognuno di noi: solo così si può creare una sinergia pura in grado di affossare tutti gli attacchi di Poteri contrastanti che continuano a ledere la dignità di ogni lavoratore.
Mi chiedo e vi chiedo umilmente di rafforzare il pensiero e l’azione di stare tra i lavoratori e dare sicurezze agli uomini che hanno perso da tempo il coraggio di pensare al proprio futuro.
Noi abbiamo la chiave per raggiungere tutto questo: basta solo un pizzico di altruismo politico che di questi tempi sembra esser diventato bene troppo prezioso e perciò lesinato.
Salvatore Viva
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