Brindisi, 01/11/2009
Associazioni: "Rigassificatore e Carbone, soprusi da respingere"
Con tortuosi comportamenti, oggi al vaglio del giudice penale, i fautori del rigassificatore hanno a suo tempo impedito che si effettuasse la Valutazione di Impatto Ambientale proprio perché pensavano che non avrebbe potuto avere l’esito ad essi gradito. Ma contro ogni buon senso e contro il parere tecnico della Commissione VIA regionale sembra che oggi quell’esito possa essere ottenuto se dovessero essere ufficialmente confermate certe notizie in questi giorni ufficiosamente diffuse.
Ci potremmo quindi trovare di fronte ad un fatto di estrema gravità: un parere tecnico espresso in sede ministeriale che travisa la realtà e che vede una irragionevole “compatibilità” dove c’è invece una mastodontica incompatibilità ambientale anche semplicemente alla luce dei dati della comune esperienza e dei dettami del comune buon senso.
Non si sarebbe visto ciò che era visibilissimo, non si sarebbe detto ciò che si doveva dire, si arrecherebbe - nell’esclusivo interesse di poteri forti - un colpo micidiale ai diritti della nostra comunità, alle speranze di sviluppo della nostra economia e alla dignità della nostra gente. Come si potrebbe spiegare tutto questo? Saremmo di fronte ad un mistero che dovrà essere assolutamente svelato. E con questo intento ci muoveremo decisamente in tre precise direzioni:
- La chiamata in causa, nelle forme pviste dalla legge, di tutti gli organi istituzionali incaricati di esercitare sotto ogni profilo il controllo di legalità sugli atti e i comportamenti in questione;
- Il sostegno alle Amministrazioni locali e alla Regione Puglia impegnate, nell’ambito delle rispettive competenze, a far presente al Governo centrale l’assurdità dell’operazione che si vuole portare a termine col rischio di una rottura istituzionale imponendo la costruzione di un impianto che bloccherebbe le scelte di politica economica localmente operate nell’esercizio di una “autonomia” riconosciuta agli enti locali dalla Carta costituzionale;
- La ferma decisione delle associazioni e dei movimenti di promuovere, in sintonia con tutte le espressioni di cittadinanza attiva manifestazioni di vibrata protesta dentro uno stato permanente di agitazione.
La nostra città, la nostra provincia stanno vivendo un momento di “assedio” davvero drammatico: mentre a Roma si cerca di propinarci il rigassificatore, localmente l’Enel si adopera per ottenere la sua piena legittimazione in termini di consenso sociale attraverso il varo di una convenzione che in sostanza nulla concede sull’essenziale e cioè sulla tutela della salute dei cittadini.
Abbiamo detto e ribadiamo che non è giusto firmare alcuna convenzione senza una drastica riduzione del carbone impiegato e senza la predisposizione di rigorosi controlli.
Per il resto si tratta di diversivi che non distraggono nessuno e di “specchietti per le allodole” che vanno considerati per quello che sono.
Rilevante riduzione del combustibile bruciato ben al di là dei modestissimi e indefiniti limiti di cui si parla e seri controlli con un massiccio potenziamento degli organismi pubblici preposti: sono queste le richieste fondamentali delle nostre associazioni. Richieste che non risultano dissimili da quelle ribadite dalla maggior parte delle forze politiche anche durante la recente campagna elettorale amministrativa.
Italia Nostra, Legambiente, WWF, Fondazione “Dott. Antonio Di Giulio”, Fondazione “Prof. Franco Rubino”, A.I.C.S., ARCI, Forum ambiente salute e sviluppo, Medicina Democratica, Lipu, Comitato per la Tutela dell’Ambiente e della Salute del Cittadino, Comitato cittadino “Mo’ Basta!”, Comitato Brindisi Porta d’Oriente, Salute Pubblica.
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