Brindisi, 05/11/2009

Friolo: "PD ipocrita sul CDR"

Riscontro con piacere che le recenti prese di posizioni espresse da PD e Confartigianato, pur nei loro distingui, sostanzialmente concordano con quanto continuo a ripetere da tre anni in merito alla sciagurata ipotesi di utilizzare CDR (combustibile da rifiuti) nella centrale Enel di Cerano.
C’è da chiedersi dove fosse il PD quando fu approvato dalla Regione Puglia (assessore all’Ecologia Losappio e presidente Vendola in primis) il piano energetico ambientale regionale (PEAR). Il “peccato d’origine” è in quell’importante documento di programmazione che io prontamente contestai in più occasioni. E’ previsto dal PEAR, infatti, che sia utilizzato CDR nelle centrali brindisine per una quota di almeno il 5% del carbone utilizzato. I cittadini sappiano che ciò significa bruciare a Cerano almeno 400mila tonnellate di CDR ogni anno.
Dovrebbe sconcertare anche la consapevolezza che l’intero territorio provinciale brindisino non riuscirebbe a produrne neppure centomila di quelle tonnellate e ciò significa, indirettamente, autorizzare l’arrivo del combustibile da rifiuti da altre province o addirittura da altre regioni. In altri termini torneremmo ad essere, più di prima, pattumiera d’Italia. Prendo atto che il PD, in un blando commento all’ipotesi di lavoro sulle convenzioni, dichiara di essere “perplesso” sull’ipotesi di sostituire una quota di carbone con il CDR.
Perplessità tardive che andrebbero rafforzate da maggiore chiarezza affinché non ci siano equivoci sul “no” da pronunciare all’utilizzo di CDR a Cerano e sul giudizio negativo da esprimere su chi, Vendola e Losappio più di tutti, ha voluto che il PEAR fosse così.
Bruciare CDR nella centrale di Cerano significa immettere in atmosfera un notevole carico di diossine e microinquinanti che, pur restando nei limiti di legge, andrebbe ad interagire e a sommarsi ai già elevati attuali livelli di inquinamento e quindi a peggiorare la situazione complessiva. Si tenga inoltre conto che la centrale Enel non è stata realizzata con tecnologia e impianti dedicati alla combustione di CDR. Per dirla in altri termini: non è un termovalorizzatore. Ciò rende legittimo qualche dubbio in più sulla sperimentazione di questo processo produttivo che già tanti dinieghi ha ottenuto dopo uno studio prodotto da rinomati professori del Politecnico di Milano.
Che l’Enel abbia interesse a bruciare a Brindisi CDR è spiegato dal fatto che in questo modo riuscirebbe ad incassare pure i soldi dei cosiddetti “certificati verdi” per il periodo di utilizzo proprio del combustibile da rifiuti. Assodato quindi che all’Enel conviene, Vendola e Losappio saprebbero spiegarci se c’è pure una convenienza per i brindisini?

COMUNICATO STAMPA MAURIZIO FRIOLO - VICE COORDINATORE PROVINCIALE PDL,