Brindisi, 09/11/2009
Zizzi (Propeller) su porto industriale e convenzioni
Di seguito riportiamo integralmente un intervento di Nicola Zizzi, Presidente dell'International Propelleller "Port of Brindisi".
Non tutti colgono il legame strettissimo che in questo momento c’è fra la trattativa per le convenzioni con le aziende elettriche ed i progetti per il porto.
Così come non è chiaro ai più che, nelle posizioni in campo tra istituzioni da una parte ed aziende elettriche dall’altra, non tutti gli interlocutori fanno realmente gli interessi della propria parte, ingenerando il dubbio che ci siano dei doppiogiochisti.
Quali dovrebbero essere gli interessi della parte “aziende elettriche”?
1) continuare a bruciare carbone ancora per il range di tempo in cui vi è convenienza economica (si stima non oltre 20 anni);
2) limitare gli investimenti che non producono diretti aumenti di profitto;
3) evitare accuratamente ogni ipotesi di utilizzo di metano;
4) spacciare per concessioni al territorio gli investimenti per lo smaltimento della co2 (che ben vengano, ma che servono a tutto il pianeta per ridurre l’effetto serra e all’Enel stessa per ridurre i costi che essa sostiene per il superamento delle quote di emissioni di co2 assegnatele per decreto).
Quali invece gli interessi del territorio?
1) ridurre drasticamente l’utilizzo di carbone prevedendo un mix sostenibile col gas naturale;
2) ambientalizzare la movimentazione e lo stoccaggio del carbone;
3) liberare per altri usi e in tempi brevi gli spazi portuali oggi asserviti al carbone;
4) assicurare ritorni significativi all’economia locale.
Ebbene, in questa logica di schieramento, da che parte sta realmente chi considera acquisita ed accettabile la decisione di Edipower di rinunciare alla trasformazione a ciclo combinato della centrale di Brindisi Nord, a cui si era impegnata con le convenzioni del 2002 e per la quale è stata recentemente concessa la VIA?
E da che parte sta chi evita di pretendere dall’Enel la realizzazione a proprie spese del molo per il carbone nel porto esterno (opera già progettata, già oggetto di precedenti impegni da parte dell’Enel, con la procedura di VIA già in avanzata istruttoria, e che potrebbe essere completata in 2 anni), mentre invece propugna in alternativa un progetto di porto industriale a Cerano che, se mai si farà, sarà pronto tra almeno 20 anni , quando il carbone non interesserà più ad Enel ?
Ecco allora che il Comune rimane in questa posizione del tutto isolato, dopo che anche il Presidente dell’Autorità Portuale ha dichiarato la propria decisione di eliminare la darsena energetica di Cerano dalla propria programmazione, sostenendo di averlo fatto a seguito di accordo con la Regione (vedasi intervista del dott. Giurgola sul “Corriere del Mezzogiorno” di domenica 8 novembre), mentre il Sindaco continua ad essere favorevole a questa opera e, in contrasto con quanto sostiene Giurgola, in un comunicato diffuso in data 7 novembre, sostiene che la Regione, con la firma dell’accordo aggiuntivo dell’altro giorno, ha pienamente condiviso e recepito il protocollo Comune-Ministero-Autorità Portuale del maggio 2009.
Se prevarrà la posizione del Sindaco, dunque, nessuno imporrà all’Enel di realizzare il molo carbonifero (che potrebbe essere pronto nel 2012), in attesa della ipotetica realizzazione, non prima del 2029, del porto energetico di Cerano; nel frattempo, l’Enel e l’Edipower potranno continuare, come adesso, ad occupare i moli di Costa Morena per scaricarvi carbone.
Le associazioni, gli ordini professionali, alcuni organi di stampa tentano da tempo di fare informazione su questi argomenti, richiedendo un approfondimento tecnico sulle scelte che riguardano il porto di Brindisi, tentando, il più delle volte senza essere ascoltati e neanche ricevuti, di aprire un reale confronto.
E’ da tempo infatti che gli slogan e le battaglie di principio servono solo a sdoganare decisioni nel segno degli interessi estranei a quelli dell’economia del territorio e che le voci di coloro che provano a denunziare tutto ciò vengono rese vane, con sistemi vari, che vanno dal boicottaggio alla delegittimazione.
L’ultimo tentativo di delegittimazione delle voci che denunziano tale scellerato modo di tradire il futuro della risorsa più importante di Brindisi, è quello contenuto nel citato comunicato del 7 novembre, nel quale si sostiene che in città quanti si oppongono alle posizioni ufficiali ed illuminate che annunciano di voler disegnare un futuro migliore (da 5 anni siamo ancora alla fase annuncio...), apparterrebbero “a lobby che difendono piccoli interessi di parte, che non vogliono che cambi nulla per poter continuare a sfruttare modeste rendite di posizione”.
Nessuna abilità retorica da consumato giornalista potrà fare apparire meno che ridicole e mistificanti tali affermazioni.
Le lobby dedite alla salvaguardia di piccole e grandi rendite di posizione a Brindisi sono tutte facilmente identificabili e sono quelle che si guardano bene dal criticare e dal denunziare, in quanto sanno bene come mantenere contatti funzionali e di reciproca utilità con chi detiene il potere, cosa che hanno puntualmente fatto anche negli ultimi anni.
Ma non bisogna dimenticare che, oltre che dalle lobby locali, il condizionamento delle scelte strategiche del territorio a Brindisi avviene soprattutto attraverso i centri di potere economici di rilevanza nazionale e multinazionale, che hanno bisogno di continuare ad usare area industriale, banchine ed aria come meglio credono per il loro profitto, a discapito di ogni progetto di sviluppo alternativo che le risorse naturali, la felice posizione geografica e le infrastrutture esistenti consentirebbero.
Noi, e quando dico noi non parlo solo del Propeller Club, ma di tutta quella crescente parte di opinione pubblica che si avverte in giro come desiderosa di approfondimento, di avere risposte, di girare lo sguardo dietro agli slogans e che inizia a farsi “massa critica”, noi tutti siamo meno disposti che in passato a dare credito e consenso in bianco.
Nicola Zizzi
Presidente International Propelleller
port of Brindisi
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