Brindisi, 12/11/2009
Il Coisp sulla rivolta di Restinco
Riconoscimento di Asilo (C.A.R.A.) di Restinco (Br), quasi come se stessimo esprimendo una triste
profezia avevamo detto che, per quanto buone e dignitose fossero le condizioni dei luoghi, ci sarebbe
stato certamente bisogno di un incremento considerevole dei colleghi impegnati quando, di lì a poco,
la struttura fosse divenuta un Centro di identificazione ed espulsione (C.I.E.). Oggi, purtroppo,
registriamo l’ennesima conferma dell’attualità dei pericoli che i garanti della sicurezza corrono
nell’espletamento dei servizi presso i centri per immigrati. Le proteste in questi luoghi, sempre più
violente, scoppiano ad ogni piè sospinto, ed è ora che vengano assunti seri provvedimenti. Adesso,
senza se e senza ma, senza attendere che ci scappi il morto per poi piangere litri di lacrime di
coccodrillo”.
E’ grande la preoccupazione espressa da Franco Maccari, Segretario Generale del COISP – il
Sindacato Indipendente di Polizia -, a seguito della sommossa scoppiata alcune notti fa nel Cie di
Restino, che ha coinvolto una cinquantina di extracomunitari, e si è e conclusa con quattro arresti (di
un marocchino e tre tunisini) per resistenza e lesioni a pubblico ufficiale, nonché danneggiamento, ed
una decina di clandestini fuggiti.
“Non si può ignorare la gravità di quanto accaduto – ha aggiunto Maccari -, specie per le modalità
della rivolta che ha visto gli immigrati farsi strada con il lancio di sassi e di oggetti contundenti, tra
cui un estintore, prima di ingaggiare una lotta corpo a corpo con le forze dell’ordine. Alcuni tutori
della sicurezza sono rimasti feriti, per fortuna lievemente, ma sarebbe potuta essere una tragedia. Chi è
stato all’interno di queste strutture sa quale tagliente tensione vi si respira costantemente; quanta
rabbia repressa sia pronta ad esplodere all’improvviso; quanto drammatica sia il più delle volte la
disparità numerica tra i rappresentanti delle Forze dell’Ordine ed i soggetti che possono aggredirli da
un momento all’altro in qualsiasi maniera. E’ veramente assurdo lasciare i colleghi così, abbandonati a
se stessi, come dentro ad un’arena nella quale debbono restare vivi come possono, senza poter fare
affidamento su quelle garanzie minime di sicurezza che lo Stato dovrebbe assicurargli”.
COMUNICATO STAMPA COISP
|