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Brindisi, Chimica: le forti preoccupazioni di Femca Cisl



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Brindisi, 22/11/2009

Chimica: le forti preoccupazioni di Femca Cisl

Il giorno 12 novembre 2009, presso la Sala Riunioni della Brindisi Servizi Generali, si è riunito il Direttivo del Comparto Chimico, le SAF, gli RSU e gli RLSSA, di Stabilimento, della FEMCA CISL, alla presenza del Segretario Generale, Emiliano GIANNOCCARO e del Segretario della CISL, Piero DE GIORGIO, per discutere delle problematiche relative al Petrolchimico di Brindisi.
Dall’assise è emerso il poco piacevole clima che si respira nello stabilimento, in cui si assiste ad un continuo piangersi addosso, rispetto a tutta una serie di problematiche, che non vengono superate, a cui forte si sente l’esigenza di reagire, assumendo il coraggio di portare all’attenzione di tutti, le problematiche, senza alcun timore.
In particolare desta preoccupazione la decisione che Basell dovrà assumere, a fronte della crisi finanziaria, di chiudere uno stabilimento in Italia, oltre che in termini di investimenti nessuna società, prima fra tutte la Polimeri Europa, non procedono all’attuazione di quanto da tempo pianificato o di quanto necessario al consolidamento e rilancio dello stabilimento come lo sbottigliamento MZCR e l’impianto di purificazione del propilene per Basell, l’impianto di idrogenazione delle benzine, l’aumento della capacità produttiva del Cracking e la pipe-line con la raffineria di Taranto per Polimeri Europa.
A tutto ciò si aggiunge il piano di Bonifica delle aree sottoposte a caratterizzazione ambientale che non trova i giusti accoglimenti da parte degli Enti Locali e del Ministero dell’Ambiente, nonostante l’Accordo di Programma sulle Bonifiche sottoscritto, che non permette di ospitare altri insediamenti produttivi.
Inoltre ad aggravare maggiormente la situazione, nonostante gli investimenti attuati dalle Aziende coinsediate, lo sbottigliamento dell’impianto di Trattamento Acqua di Falda, TAF non riesce ad ottenere le necessarie autorizzazioni all’esercizio.
La Chemgas rischia di perdere l’interesse a restare all’interno dello Stabilimento qualora dovesse vanificarsi la fornitura di gas tecnici a Basell e a non riuscire ad acquisirne di nuove.
La Società consortile Brindisi Servizi Generali, nata con l’intento di mettere in comunione i vari Servizi di Stabilimento onde recuperare in termini di efficienza e qualità, invece, pur essendo finanziata prevalentemente da ENI e Basell, le stesse hanno mantenuto all’interno diverse attività di Servizio e peggio ancora preferiscono rivolgersi ad Enti e Società esterne per l’espletamento di funzioni insite nella BSG (visite mediche pre-assunzioni, formazione addetti lotta antincendio, guardia fuochi, ecc. ecc. che vengono svolte all’esterno, e Logistica , Biologico, TAF, Molo e Pesa Basell che non vengono accorpate alla BSG). Se non ci fosse una struttura consolidata dei Vigili del Fuoco sicuramente il resto sarebbe già stato terziarizzato a Società di portierato!
La Brindisi Servizi Generali ad oggi è rimasta allo stato embrionale, anzi il Consorzio addirittura è peggiorato poiché sta perdendo il core-business per il quale è nato, cioè offrire Servizi, ma sta venendo meno anche il rilancio previsto dall’accordo sottoscritto per la costituzione, che prevedeva l’acquisizione di altre attività, così come è avvenuto in altri siti che oltre all’attività di portierato, sanitario, prevenzione e sicurezza, gestiscono logistica, dissalatore, biologico, trattamento acque, molo ecc. ecc.
Perché non prevedere anche la gestione della mensa a BSG, vista la incapacità dell’attuale Dirigenza, a meno che non vi siano interessi personali diversi, che ha annullato una importante conquista dei Lavoratori? Forse gli obiettivi non sono quelli di rilanciare il Consorzio, ma di dimostrare che è inefficiente onde poter terziarizzare.
Sempre per quanto concerne la Mensa Aziendale, ad oggi non si intravedono interventi per renderla agibile, il sospetto è che a fronte di un costo di 4,50€, a differenza degli 8,80€ che viene erogato in Sede, Polimeri Europa, la politica aziendale è quella di risparmiare sui costi, a discapito della salute dei Lavoratori.
La FEMCA CISL per quello che riguarda le politiche territoriali denuncia che non esiste alcuna forza politica e datoriale che riesca a fare sistema tra le imprese onde chiudere una filiera della chimica che parti dal petrolchimico e giunga al manufatto plastico.
La FEMCA CISL ritiene fondamentale, per questo, il ruolo dell’Osservatorio Provinciale sulla Chimica, che attraverso un contratto di programma impegni le Istituzioni Locali e Regionali oltre alle Imprese a promuovere iniziative per il rilancio del Settore Chimico e a porre le basi per la realizzazione di un Distretto, che chiuda la filiera della trasformazione della materia prima in prodotti finiti, nel territorio brindisino.
Una cosa purtroppo è certa, al di là di buoni propositi e scenografiche enunciazioni, in Italia non esiste ancora un piano politico di rilancio del Settore Chimico. Vengono affrontate soltanto le emergenze, ma non tutte, soltanto quelle che riescono ad essere accompagnate da movimenti sindacali forti, da forze politiche attive e da piani industriali aziendali. Per il resto si affrontano i ricorsi agli ammortizzatori sociali.
In altri territori ENI investe 800 MLN € a Porto Torres, 500 MLN€ a Ravenna e a Marghera sono in corso negoziati con il Governo, per pianificarne il futuro industriale. Onde evitare di dover continuare ad assistere a scippi industriali, la FEMCA CISL rivendica un Tavolo di concertazione con il Ministero dello Sviluppo Economico, per la vertenze Brindisi.
Oggi, oltre alla Politica anche la classe Dirigente Aziendale di Brindisi, a differenza di quanto avviene altrove, invece di attuare politiche campanilistiche di difesa delle nostre produzioni, tende a calmierare gli RSU, chissà poi con quali scopi!
Il Direttivo Chimico, della FEMCA CISL, denuncia inoltre una carenza di Relazioni Industriali, mai registrata così negli ultimi anni. Nonostante le varie denunce da parte degli RLSSA non si producono verbali di riunioni, di fronte ad eventi che riguardano il Petrolchimico non si convocano nemmeno gli RSU per l’esercizio dell’Informazione.
Infatti, i Responsabili Aziendali rivolgono il proprio rispetto agli interlocutori sindacali non a fronte di ciò che rappresentano, ma soltanto se funzionali ai propri obiettivi. Da qui nascono comportamenti di servilismo di alcuni soggetti che svendono il proprio operare a fronte di ampia agibilità sindacale e personale, ed atteggiamenti di figure aziendali che utilizzano il proprio status onde operare abusi sindacali e concedere benefici in maniera clientelare. Delegittimando intenzionalmente Segretari Generali non accondiscendenti.
Per le Aziende, anche lo straordinario è considerato uno strumento clientelare, la FEMCA CISL invece lo ha sempre ritenuto, così come previsto da norme e leggi, un fatto eccezionale e no abituale, e pertanto ha sempre operato nella logica della riduzione drastica di tale istituto a fronte di riassetti degli organici. Con grandissima difficoltà, invece si assiste ad consueto smodato uso dello straordinario, dovuto a carenza di personale, al quale con formulazioni diversi e pseudo ufficiali, si intima oltre al danno la beffa eventuale di non retribuirlo, disattendendo la normativa contrattuale e non curandosi di coinvolgere gli RSU su tali problematiche.
Stesso dicasi per la politica di incentivazione del personale che le Aziende deliberatamente attuano ogni anno, per premiare alcuni dipendenti in maniera clientelare, che riteniamo ormai superata poiché la distribuzione equa di tali incentivazioni può essere legata a contrattazione di secondo livello, laddove viene premiato il coinvolgimento globale di tutti i lavoratori. In aggiunta, in Polimeri Europa a fronte di impegni con gli RSU a verificare la disponibilità dei dipendenti, e a riconoscerla, durante attività particolari, quali fermate decennali programmate, la Società non ha accettato le proposte dei Rappresentanti Sindacali, disconoscendo di fatto il ruolo della RSU.
Per finire, la Politica degli Appalti in corso di modificazione radicale in ENI, dove la scelta di centralizzare le gare di aggiudicazione per macroaree nazionali, mette in discussione il Protocollo di Tutela della Legalità, messo in atto in Prefettura, oltre che le professionalità che le imprese locali sono in grado di esprimere. A fronte dei forti ribassi che vengono praticati, da sempre la FEMCA CISL ha rivendicato una trasparenza nella politica degli appalti in quanto accade che dopo l’aggiudicazione, viene omessa la vigilanza, da parte delle funzioni aziendali preposte, sul rispetto del contratto d’appalto lasciando intravedere interessi diversi.
Per quanto sopra espresso, il Gruppo Dirigente FEMCA CISL ritiene opportuno in uno con le altre Organizzazioni Sindacali coinvolgere, attraverso una Assemblea Intercategoriale, tutti i Lavoratori del Petrolchimico, diretti e delle imprese appaltatrici, per informarli sulla situazione di grande preoccupazione che pende sul territorio, anche alla luce della fine delle fermate programmate per manutenzione, ed insieme assumere decisioni finalizzate alla salvaguardia e tutela dell’occupazione a partire dalla Manifestazione del 5 dicembre 2009 per lo sviluppo del territorio, promossa dalle Confederazioni CGIL, CISL e UIL.

COMUNICATO STAMPA FEMCA CISL


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