Brindisi, 24/11/2009
Sindacati: "I 200 fantasmi dell'Arsenale brindisino della M.M."
"I 200 fantasmi dell'Arsenale brindisino della M.M." è il provocatorio oggetto di una lettera aperta inviata dalle Segreterie e dai Coordinamenti Difesa di Cgil, Cisl, Uil e Confsal Unsa al Ministro della Difesa, al Presidente della Provincia di Brindisi, al Sindaco di Brindisi, al Presidente dell'Autorità Portuale, ai Parlamentari locali ed alle Segreterie Nazionali Difesa Cgil, Cisl, Uil e Confsal Unsa. Di seguito il testo integrale del documento:
I 200 fantasmi dell'Arsenale brindisino della M.M.
Così si sentono i 200 lavoratori dell' ex Arsenale di Brindisi (oggi chiamato Reparto dell'Arsenale Militare Marittimo di Taranto) ed alla stesa stregua vengono considerate le lavorazioni (continue) e le manutenzioni (mai sufficienti) che i lavoratori da anni pongono alle Unità Navali della Marina Militare di stanza e di passaggio nella Base brindisina.
Ancora una volta, nonostante le svariate occasioni di richiesta di attenzione per tutti questi lavoratori e per questo Stabilimento di lavoro, poste allo Stato Maggiore della Marina, attraverso scioperi, manifestazioni, picchetti, lettere aperte e quant'altro, promosse da tutto il Sindacato, il nuovo Programma di ristrutturazione dell'Area Industriale della Marina Militare ( gli Arsenali ) ha dimenticato (?!) questa fetta di lavorazioni ( unica sull'Adriatico ).
Il 16 Novembre u.s., infatti, a Roma è stato presentato dal C.R.A.M.M. (Comitato Riconversione Arsenali Marina Militare - ex CAID ) alle Organizzazioni Sindacali Nazionali di categoria, il futuro assetto degli Arsenali della Marina Militare Italiana , programmando, in una fase di 7 anni, su 3 step, il nuovo modello industriale del "mantenimento" della forza navale della Marina Militare Italiana. Un programma che a fronte di chiare dismissioni numeriche di personale nel medio termine dovrebbe prevedere anche assunzioni di personale qualificato ed idoneo ad essere istruito ad affrontare nuove tecnologie di cui le nuove Unità Navali sono portatrici ( già in fase di consegna ). Ebbene, proprio in questo programma, che prevede la riconfigurazione degli Arsenali di Taranto, La Spezia ed Augusta, non si accenna minimamente al destino che i 200 lavoratori della Sezione brindisina dell'Arsenale di Taranto avranno, n'è vi è parvenza di inglobazione numerica tra le dotazioni organiche tarantine dei 200 posti di lavoro brindisini. Infatti i numeri parlano chiaro. 1700 unità lavorative configurate nell'Arsenale di Taranto, tante quanto sono, e non 1700 + 200 di brindisi. Con un colpo di magia, degno del Mago Silvan, svanisce un approdo sicuro per tante Unità navali della M.M. italiana che, da sempre, trovano professionalità, celerità e certezza di risultato per poter riprendere a navigare sicuri e sopratutto portare a termine le tante missioni di pace che partono da Brindisi come le 3 navi San Marco, San Giorgio e San Giusto che , come da programma, verrebbero destinate a Taranto spianando la strada per l'allontanamento da Brindisi anche del Reggimento S.Marco ( 2500 militari ).
Questo programma che esclude Brindisi si rivela un danno, l'ennesimo per la città, che ha il costo netto di svariati milioni di euro all'anno , tra dipendenti diretti, personale militare ed indotto alle lavorazioni. Un danno che questa città non può permettersi. E' il caso di chiarire ,una volta per tutte e con tutti gli interessati a partire dal Ministero della Difesa , alla Provincia, al Comune, all'Autorità Portuale ai Parlamentari ed ai Consiglieri Regionali locali , il "programma" che INCLUDA e che DEFINISCA il ruolo, la locazione ed i compiti futuri dell'Arsenale Militare Marittimo di Brindisi ( ci piace continuare a chiamarlo così ) salvando, anzi, programmando, con i nuovi ruoli, cui per legge, gli Stabilimenti Militari Marittimi sono chiamati a puntare ad un rilancio cantieristico navale manutentivo anche al di fuori del naviglio militare. La difesa di centinaia di posti di lavoro, la ricaduta sul territorio, con la loro perdita, non può lasciare indifferente il locale Governo. Gli interessi sono comuni e i progetti interessati alla fruizione del territorio possono essere legati ad un' unico sinergico movimento che possa salvaguardare l'occupazione ed in più dare ulteriore lustro a questa città. E' sufficiente, per partire, sedersi a ragionarci sopra. TUTTI.
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