Convenzioni, Valentino (D&R): "terza via tra arroganza e fondamentalismo"
Il problema delle rinnovo delle convenzioni energetiche è uno degli argomenti che destano maggiore interesse e preoccupazione per il futuro della nostra città.
Le posizioni della società civile oscillano dal comitato per il “No al carbone” che vorrebbe il rispetto della convenzione del 1996 con un consumo annuale di carbone di non superiore ai 2,5 milioni di tonnellate l'anno (contro gli attuali 8 milioni di tonnellate) ed il comitato per il “Si al carbone pulito” ed a buona parte delle organizzazioni sindacali disponibili a tollerare volumi di combustione di carbone non lontani dagli attuali al fine di evitare ricadute occupazionali negative.
L'associazione “Brindisi Democratica” ed il gruppo consiliare “Democratici e Repubblicani” intende dare un suo contributo al dibattito in corso proponendo una terza via che rappresenti un punto di equilibrio tra le diverse istanze.
A nostro giudizio quello che conta non sono i numeri ma la salute della gente.
La percentuale di carbone da utilizzare non può essere espressa in termini di mera percentuale (- 5% oppure -10%) ma solo in termini di “dose tossica per la salute”. Nell'incontro del 26 ottobre 2009 tenutosi a Palazzo Nervegna tra l'ENEL ed i massimi rappresentanti delle istituzioni locali l'orientamento emerso prevederebbe una riduzione tra il 5 ed il 10% delle tonnellate di carbone da utilizzare nella centrale Federico II°. In particolare l'ENEL si sarebbe impegnata per il 2010 a ridurre la percentuale di CO2 (anidride carbonica) emessa nell'atmosfera del 5%. Ma la tossicità della combustione del carbone non è legata alla sola emissione della CO2 ma anche alla immissione nell'ambiente di ossido di azoto (NOx) ed ossido di zolfo (SOx), di polveri sottili nonché in misura minore di metalli pesanti (tra cui l'arsenico, il mercurio, il nichel, il piombo), di diossina, furani e sostanze radioattive.
Esistono degli standard internazionali che stabiliscono qual'è la dose massima tollerabile nell'ambiente di tali sostanze oltre la quale si raggiunge la “dose tossica”. La soluzione della diatriba sui quantitativi di carbone da bruciare passa a nostro avviso da quest'ultimo elemento (la dose tossica appunto) ed è evidente di conseguenza il ruolo fondamentale che deve avere la “rete delle centraline di monitoraggio”.
Premesso che queste devono a nostro giudizio essere monitorate da terzi (e non da ENEL o dal Comune) potrà essere tollerato un consumo di carbone che, in base a quanto rilevato dalle centraline, non rappresenti con i suoi prodotti di combustione un danno per la salute.
Se ciò dovesse accadere il Sindaco ha tra le sue competenze quella di emettere “ordinanze contingibili ed urgenti in caso di emergenze sanitarie o di igiene pubblica a carattere esclusivamente locale”. Detta in termini semplici è tra i poteri del sindaco emanare ordinanze di riduzione o di blocco delle attività delle centrali fino al rientro dei “tossici ambientali” nei limiti di tolleranza.
Pertanto se l'ENEL vorrà continuare ad utilizzare volumi elevati di carbone sarà quanto meno costretta ad utilizzare a Brindisi partite di migliore qualità e “meno inquinanti” od a riconvertire uno o due gruppi a metano.
Per quanto riguarda la centrale di Brindisi-Nord (attuale Edipower), in base alle convenzioni del 1996 avrebbe dovuto cessare la sua attività nel 2004 o essere riconvertita a metano. Continua invece a bruciare tonnellate di carbone a poche centinaia di metri dal centro città senza che nulla possa essere fatto per impedirglielo.
La presenza di centraline di monitoraggio funzionanti potrebbe invece documentarne la tossicità con conseguenti ordinanze di fermo momentaneo. In alternativa si potrebbe dar vita alla già programmata riconversione di tale centrale da carbone a metano (da attuarsi in un biennio al massimo) utilizzando lo stesso personale attualmente in servizio per evitare le tanto temute ricadute occupazionali.
Tale soluzione appare tanto più logica in quanto alla nostra città è stato imposto un rigassificatore che quando sarà costruito (ci auguriamo non a Capobianco) potrebbe fornire la materia prima (il gas appunto) per l'attività di una o di entrambe le centrali.
Siamo infine d'accordo, sempre al fine di ridurre la tossicità ambientale del carbone, a che si attuino le opere di copertura del carbonile e di ambientalizzazione che l'ENEL si sarebbe impegnata ad effettuare mentre siamo contrari all'utilizzo quale combustibile del CRD (=combustibile da rifiuti) che come e più del carbone è suscettibile di liberare nell'ambiente sostanze tossiche e cancerogene.
Il futuro della nostra città e della salute dei nostri figli passa per una saggia ed equilibrata chiusura delle convenzioni energetiche. La nostra proposta ci appare al momento il miglior compromesso possibile tra il “tutto od il nulla”.
Dott. Salvatore Valentino
PRESIDENTE ASSOCIAZIONE POLITICO-CULTURALE
“Brindisi Democratica”
(Capogruppo al Comune di Brindisi di
“Democratici e Repubblicani”)