Brindisi, 03/12/2009
Domani lezione magistrale dell’artista Ercole Pignatelli
Nell’ambito del ciclo delle lezioni magistrali organizzate a corollario della mostra “L’eredità del Novecento. I capolavori della collezione Mazzolini”, che si sta svolgendo a Brindisi presso le sale espositive di palazzo Granafei Nervegna, venerdì 4 dicembre 2009 con inizio alle ore 18.00 presso la Sala Conferenze dello stesso palazzo, si terrà l’incontro con l’artista Ercole Pignatelli.
Il celebre e istrionico artista salentino, nella lezione dal titolo “Ricordi d’artista. La collezione Simonetti-Mazzolini”, parlerà di uno dei periodi più importanti della sua vita, quando negli anni Cinquanta, appena diciottenne, decise di trasferirsi in cerca di fortuna da Lecce a Milano, incontrando il medico Giovanni Battista Simonetti, che divenne uno dei suoi primi collezionisti.
Ercole Pignatelli nasce a Lecce nel 1935. Nella casa dei nonni materni ricorda di aver ammirato i ricami della nonna Maria, per colore e finezza in tutto simili a dipinti. Nella raccolta del nonno Ercole, chirurgo di fama, vi sono quadri del pittore leccese Michele Massari, che accendono la fantasia del ragazzo. Due anni dopo esegue il primo dipinto a olio: un paesaggio con alberi riflessi in uno stagno.
Lecce, che durante la guerra non è mai stata bombardata, è un punto di confluenza dei profughi dalla Grecia e dall‘Albania. Sopra la casa dei Pignatelli, un immenso terrazzo con muriccioli, inferiate, enormi camini, riserve d‘acqua piovana, scale, passaggi che portano ad altri terrazzi, si spalanca un panorama complesso e affascinante. Questo diventa il luogo magico delle prime vere scoperte, visioni che torneranno spesso anche nel lavoro maturo dell‘artista. Si iscrive all‘Istituto d‘Arte G. Pellegrini, dove è allievo dello scultore Aldo Calò e del pittore Luigi Gabrieli; con il compagno Bruno Orlandi frequenta lo studio del pittore Lino Soppressa.
Nel 1953 presenta la sua prima personale al Circolo Cittadino di Lecce; subito dopo parte per Milano dove, appena giunto, ha occasione di visitare la prima mostra antologica di Picasso a Palazzo Reale. Ne resta folgorato.
I primi tempi del soggiorno milanese sono tutt‘altro che facili; emergono le virtù del suo carattere tipicamente meridionale: indipendenza, capacità di resistenza e il desiderio di appropriarsi di una realtà nuova. Prende in affitto una stanza in via Formentini, nel quartiere di Brera. Al Bar Giamaica, dove erano assidui frequentatori pittori, poeti e critici, ha modo di stringere rapporti con Salvatore Quasimodo, Giorgio Kaisserlian, Lucio Fontana, Ugo Mulas, Piero Manzoni, Milena Milani. Conosce il movimento culturale milanese, allora molto fervido, del quale presto si trova a condividere gli interessi di rinnovamento: la sua pittura si apre a colori più squillanti, le figure ricordano ancora le donne del sud. Nel frattempo diventa amico e allievo prediletto di Virgilio Guidi. Il gallerista Carlo Cardazzo si interessa alla sua pittura e decide di stipulare con l’artista un regolare contratto, divenendo così il suo primo mercante. Peppino Palazzoli, collezionista e poi direttore della Galleria Blu, gli commissiona alcuni dipinti. In novembre a Milano vince il Premio San Fedele per i giovani, che gli viene consegnato da Carlo Carrà, e in seguito vince anche il Premio Diomira. In questi anni conosce il dottor Giovanni Battista Ettore Simonetti, medico di fama mondiale innamorato del sud Italia, che diventa suo grande amico e appassionato collezionista delle sue opere. Dagli anni 60 in avanti inizia a riscuotere larghi consensi e importanti riconoscimenti a livello internazionale.
COMUNICATO STAMPA AMMINISTRAZIONE COMUNALE DI BRINDISI -
SETTORE GESTIONE ED ORGANIZZAZIONE SEDI CULTURALI COMUNALI
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