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Brindisi, Rigassificatore: la posizione del Gruppo "Democratici e Repubblicani"



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Brindisi, 18/12/2009

Rigassificatore: la posizione del Gruppo "Democratici e Repubblicani"

La vicenda del rigassificatore a Brindisi è nata male, proseguita peggio e comunque vada a concludersi rappresenterà un clamoroso danno per il futuro della città. E’ questa l’idea che il gruppo consiliare “Democratici e Repubblicani” si è fatta sull’intero argomento.
Le notizie ufficiose che si rincorrono sugli organi di stampa danno per certa l’avvenuta concessione del VIA (=valutazione d’impatto ambientale) alla LNG per la costruzione del rigassificatore a Capobianco. I motivi del nostro “no” a tale sito non sono pretestuosi o demagogici. Il rigassificatore andrebbe infatti ad incasellarsi in un’area industriale già etichettata come ad “elevato rischio di incidente rilevante”. A ciò va ad aggiungersi il fatto che l’arrivo e lo stazionamento in porto di navi metaniere di capacità lorda fino a 140.000 metri cubi condizionerà pesantemente (durante le manovre di attracco e scarico) tutte le restanti attività portuali che dovranno essere rallentate o momentaneamente sospese.
Per fare un esempio comprensibile a tutta la popolazione è come se sotto il nostro appartamento fosse stata autorizzata l’apertura di un enorme deposito di bombole di gas. Non solo ma quando si svolgono le operazioni di scarico delle bombole la strada deve restare chiusa al traffico per molte ore. Chi non si ribellerebbe a questa ingiustizia! Ma anche se può sembrare impossibile tutto ciò è già stato autorizzato! Il 16.01.02 ed il 15.11.02 dalle amministrazioni locali ed il 21.01.03 dal Ministero delle attività produttive di concerto con il Ministero dell’ambiente. Come ebbe a dire il presidente della provincia Errico si tratta di “una pazzia congegnata in una fase storica della politica brindisina contrassegnata da collusioni, corruzioni .…in dispregio non solo delle direttive comunitarie ma anche del buon senso”.
Compresa a posteriori l’entità del problema le successive amministrazioni comunali, provinciali e regionali hanno cercato una “via legale” alla soluzione dell’intera faccenda puntando ad invalidare le autorizzazioni già concesse ed ottenendo nel frattempo che la Brindisi-LNG bloccasse i lavori già intrapresi a Capobianco. Per uscire da questa “empasse” si era in attesa della “Valutazione di impatto ambientale” che il Ministero delle attività produttive di concerto con il Ministero dell’Ambiente pare si stia accingendo a concedere.

Alla luce di quanto sopra detto si aprono per la città 3 possibili scenari:
1)Il rigassificatore si fa e si fa a Capobianco
2)Il rigassificatore non si fa e la LNG va via
3)Il rigassificatore si fa ma non a Capobianco

1)Il rigassificatore si fa e si fa a Capobianco : E’ l’ipotesi più nefasta per la città. Il governo nazionale, che ha fatto della costruzione del rigassificatore a Brindisi uno dei suoi punti fermi per la diversificazione degli approviggionamenti energetici nazionali, favorendo un’interpretazione più “permissiva” delle Leggi da parte dei Ministeri preposti fa dare parere favorevole al VIA (=valutazione d’impatto ambientale) per Capobianco ove i lavori riprendono. Il sindaco prende atto di questa decisione e coerentemente a quanto già più volte ed in più sedi dichiarato fa il “beau geste” e si dimette.
Si apre per Brindisi una nuova stagione di aspri conflitti politici e di guerre civili demagogiche e chi sarà chiamato a succedere a Mennitti rischia di dover apparire agli occhi della città come il “sindaco del rigassificatore”.

2)Il rigassificatore non si fa e la LNG va via da Brindisi : A seguito di un moto popolare spontaneo e con il sostegno compatto delle istituzioni locali contrarie a questo “imbroglio” architettato alle spalle della città si impedisce fisicamente che i lavori vadano avanti. Perdurando questo stato di cose la LNG chiude i battenti e va via. Anche questa soluzione sarebbe una iattura per la città. Non tanto per i 200 posti di lavoro che, a regime, il rigassificatore dovrebbe impiegare quanto piuttosto per le pesantissime penali che la città dovrebbe pagare al’LNG (si parla di svariate centinaia di milioni di euro che le casse comunali non hanno e non avranno mai).
Questo potrebbe tradursi inevitabilmente nella bancarotta del nostro Comune con interruzione di tutti i servizi erogati. Un disastro! Ed invitiamo chi crede che per vie legali si potrebbe comunque spuntarla, ad informarsi sulla percentuale di cause vinte dal Comune negli anni contro i vari ricorrenti.

3) Il rigassificatore si fa ma non a Capobianco : E’ questa al momento l’ipotesi più auspicabile ed il male minore per la città. Si tratta di fare valere il peso (se ne hanno) dei nostri parlamentari e delle nostre istituzioni locali per convincere l’LNG ad accettare un sito diverso da Capobianco. E’ evidente da quanto sopra detto che il sito non può essere allocato all’interno del porto (nemmeno nel porto esterno) per non ostacolare il normale traffico marittimo. Escluso il tratto di costa a nord del porto (dove cominciano i primi lidi balneari) la sede più naturale è da individuarsi a sud.
La nostra proposta è quella di costruire uno “scalo energetico” che passa attraverso un molo di nuova costruzione (come quello che doveva essere dedicato alle navi da crociera) da costruire in tempi rapidi sul tratto di costa a nord della centrale Federico II° (quanto più lontano possibile dai lidi di Cerano e S.Gennaro) e che sia sufficientemente esteso per soddisfare sia i traffici metanieri che quelli carboniferi (che verrebbero cosi sottratti al porto con tutto il loro potenziale inquinante).
La costruzione di questo nuovo molo sarebbe a carico del’ENEL, visto che va a soddisfarne in gran parte i propri bisogni di approvvigionamento, ma la città ne trarrebbe il triplo benefico di non avere il rigassificatore ed il carbone in porto, di non perdere futuri posti di lavoro e di non pagare pesanti penali.

COMUNICATO STAMPA SALVATORE VALENTINO - CAPOGRUPPO “DEMOCRATICI E REPUBBLICANI”

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