Brindisi, 22/12/2009
Botta e risposta tra Vendola ed Enel sul risarcimento chiesto a Greenpeace
Botta e risposta tra Nichi Vendola, governatore della Regione Puglia, ed Enel dopo che il maggior esponente di "Sinstra, Ecologia e Libertà" ha espresso solidarietà a Greenpeace per la domanda di risarcimento avanzata dal colosso energetico dopo le azioni dimostrative compiute nella centrale "Federico II" di Brindisi.
Nel pomeriggio, sul suo sito internet, Vendola ha lasciato un post di solidarietà a Greenpeace. Questo il testo integrale:
"Intendo esprimere a Greenpeace Italia, nella persona del suo Direttore Giuseppe Onufrio, la mia personale solidarietà per la bizzarra richiesta di risarcimento che Enel ha fatto pervenire all’Associazione, per presunti danni relativi alle azioni dimostrative fatte dagli attivisti di Greenpeace nell’impianto Enel di Brindisi.
Viviamo giorni non particolarmente belli per la democrazia in questo nostro Paese. Si tenta da più parti di imbavagliare, talvolta attraverso atti violenti o dichiarazioni che hanno pari virulenza, ciò che è considerato avverso e ostile.
Credo che la nostra sia una società drammaticamente complessa, ma se a fronte di tale complessità si batte la strada dell’intimidazione, dell’elusione dal dibattito pubblico di qualsiasi tipo di dissenso e di protesta, c’è il rischio che si possa mettere in discussione la cultura del dialogo, di anestetizzare l’opinione pubblica, di fare del nostro Paese un’eccezione della democrazia.
Andate avanti con il vostro lavoro. I flebili risultati conseguiti al recente vertice di Copenaghen sono il monito di quanto sia necessaria la vostra presenza in Italia e nel mondo".
La replica di Enel non si è fatta attendere ed in una nota ha aspramente criticato Nichi Vendola che "preferisce esprimere solidarietà a chi, come Greenpeace, viola recinzioni e cancelli, si introduce a casa d’altri, offende e imbratta, mettendo a rischio la sicurezza e la continuità della produzione di un bene vitale come l’energia elettrica sollevando l’indignazione dei lavoratori".
"Le “pacifiche” proteste di Greenpeace – continuano dall'Ufficio Stampa dell'azienda elettrica – prevedono la violazione di domicilio, l’intralcio alla sicurezza e alla continuità del lavoro e offendono la dignità di chi lavora. Ci chiediamo: se qualcuno penetrasse nelle sedi di Greenpeace, come a casa di chiunque plaude alle sue azioni, forzando porte e recinzioni per appendere striscioni e imbrattare con scritte le pareti, non riceverebbe, come minimo, una richiesta di danni?".
Enel definisce "ecoguerriglieri" gli attivisti dell'associazione ambientalista e ribadisce "che la protesta di Greenpeace contro Enel era e rimane sbagliata nel metodo e mal indirizzata nel merito per diverse ragioni. Enel dal 2000 al 2008 ha ridotto le emissioni di CO2 delle sue centrali italiane del 37%, mentre le emissioni dell’intero Paese aumentavano del 3%" e fa notare che "quasi metà dell’elettricità prodotta da Enel nelle sue centrali nel mondo, nei primi nove mesi del 2009, è priva di emissioni di CO2 perché generata da fonti rinnovabili e da nucleare".
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