Francavilla F.na, 30/12/2009
Casapound Brindisi e le ronde
Come è noto, il Comune di Francavilla
Fontana ha inteso dare attuazione alla normativa che consente ai
sindaci di valersi delle “associazioni di osservatori volontari”
per la segnalazione agli organi competenti di eventi che possono
arrecare danno alla sicurezza urbana ovvero situazioni di disagio
sociale; istituite dai commi da 40
a 44 dell'articolo 3 della legge 15 luglio 2009, n. 94.
Casapound non concorda sulla scelta
politica che ha animato il legislatore statale. A nostro avviso si
deve infatti partire dal concetto di autorità pubblica. Chi indossa
un'uniforme per principio costituzionale, deve essere imparziale,
deve perseguire cioé istituzionalmente interessi pubblici che devono
(o dovrebbero) coincidere con gli interessi del gruppo sociale
organizzato in forma statuale. Il poliziotto, il carabiniere,
impersona l'autorità ed esercita l'autorità, e la "imparzialità"
è data proprio da come è strutturato il potere che esercita. Egli
per esempio dipende dallo Stato (o se si tratta di altra forza di
polizia da un'altra pubblica amministrazione non statale), è stato
reclutato con procedure che garantiscono terzietà, ed è sottoposto
alle leggi.
Il privato che fa la ronda non esercita
alcuna autorità. Se vede un illecito può denunciarlo, in certi casi
può arrestare, o può agire in autotela. Resta il fatto che le sue
dichiarazioni per es. non sono assistite da fede privilegiata, ed
egli risponde delle scelte compiute solo a se stesso, non essendo la
sua attività procedimentalizzata o funzionalizzata ma esclusivamente
frutto dell'esercizio di una libertà.
E' possibile - e ci sono stati - che vi
siano dei periodi della storia in cui l'equilibrio si rompe e la
costruzione "giuridica" non corrisponda alla costruzione
"di fatto". Privati acquisiscono autorità in punto di
fatto perché lo Stato non riesce ad organizzare ed a gestire
correttamente la forza. Ogni volta che questo succede e coinvolte vi
sono organizzazioni di tipo politico ci troviamo di fronte ad un
periodo pre rivoluzionario o comunque di instabilità politica forte.
In periodi post rivoluzionari
l'obiettivo è quello di "normalizzare" facendo rientrare
nell'alveo del pubblico quelle forze che in precedenza si esprimevano
in termini privatistici.
Ciò che lascia perplessi è che qui si
scivola verso l'orientamento opposto: non pubblicizzare il privato,
ma privatizzare il pubblico.
Sarebbe stato molto più coerente
istituire una struttura presso il ministero dell'interno (e quindi
gestita localmente dalle prefetture) finanziata e reclutata su base
volontaristica (dei Volontari Nazionali), cui potessero venire
affidati compiti di sorveglianza del territorio.
Si assiste al contrario ad uno
spettacolo pericoloso, con delle amministrazioni rappresentative (è
il Sindaco che decide di avvalersi dello strumento dell'”osservazione
volontaria” attraverso le suddette associazioni e con esse stipula
apposite convenzioni di servizio) che potrebbero far cadere la scelta
su associazioni loro surrettiziamente contigue, le quali recluteranno
uomini di parte con modalità su cui il pubblico non può mettere
becco, e che - proprio per lo stravagante impianto normativo di cui
si è detto - avranno una sorta di "pubblica fede" sia
direttamente, sia in via mediata (attraverso i collegamenti
inevitabili che si stringeranno via via con le forze dell'ordine).
Si aggiunga che solo attraverso lo
strumento regolamentare (nello specifico il DM Interno 8
agosto 2009) si sono stabiliti - fra i requisiti ai fini
dell'iscrizione nell'elenco prefettizio - la gratuità e la non
finalità di lucro della associazione (art. 1 co. 2 lettera a DM 8
agosto 2009), e che perciò questo principio potrebbe essere
superabile con un semplice provvedimento ministeriale di diverso
segno. Ciò non toglie comunque che gli enti pubblici drenino risorse
a vantaggio di questi soggetti privati sotto la veste di “indennità
di rimborso spese”. Addirittura il testo originario nella prima
stesura del maxiemendamento della finanziaria 2010 stabiliva infatti
questa prerogativa con fondi statali, poi sparita nella versione
definitiva.
Questa possibilità instaura un
meccanismo già rodato in altri settori: il conflitto di interesse
fra il ruolo cui questi soggetti privati sono preposti e le
sovvenzioni pubbliche cui essi potrebbero essere destinatari, sovvenzioni che
aumentano all'aumentare dell'emergenza.
Inoltre la stabilizzazione di questo
sistema potrebbe portare questi volontari “indennizzati” ma non
“retribuiti” a rivendicazioni di eventuali "sanatorie"
della loro condizione di fatto, con richiesta di stabilizzazione
nell'ambito di un rapporto di impiego.
Senza contare il fatto che, se è
comunque a carico del fisco la formazione di volontari privati,
l'impegno del personale formato non è assistito da alcuna garanzia
di determinatezza temporale, potendo
l'associato – in quanto individuo che svolge una prestazione a
titolo gratuito – sempre recedere dalla associazione senza
incorrere in alcuna responsabilità.
Con riferimento alla specifica realtà
francavillese poi, non si ritiene che l'attuazione di tali normative
da parte dell'amministrazione possa giustificarsi sul piano della
mera opportunità.
Non si riscontrano nell'opinione
pubblica i sintomi della paura o del fastidio che derivano
dall'allarme mediatico su fatti di cronaca i quali richiedono -
sia pur come placebo - di una risposta come quella delle ronde.
COMUNICATO STAMPA CASAPOUND ITALIA - BRINDISI
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