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Brindisi, Polo Universitario: le proposte di sette consiglieri provinciali



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Brindisi, 08/01/2010

Polo Universitario: le proposte di sette consiglieri provinciali

Di seguito riportiamo integralmente il documento politico sull'Università di Brindisi sottoscritto da sette consiglieri provinciali .

Attualmente a Brindisi hanno sede i seguenti corsi di laurea:
A) Afferenti all’Ateneo di Bari:
1) corso di laurea triennale in “Economia Aziendale” + specialistica in “Economia e Management delle Org. Marittime e Logistica”;
2) corso di laurea triennale in “Progettazione e Gestione delle attività culturali” (denominato in precedenza “Storia, Scienze e Tecniche dell’Industria Culturale”);
3) corso di laurea triennale in “Informatica”;
4) Scienze infermieristiche (numero chiuso).

B) Afferenti all’Ateneo di Lecce:
1) corso di laurea triennale in “Ingegneria Industriale” + specialistica in “Ingegneria aerospaziale”;
2) corso di laurea triennale in “Scienze sociali, politiche e del territorio”.

Al di là delle conseguenze che la Riforma Universitaria in corso produrrà sugli atenei italiani, occorre avviare una riflessione approfondita sulla situazione della provincia di Brindisi che si trova ad accogliere corsi di studi che afferiscono all’ateneo di Bari e a quello di Lecce.
In primo luogo, per evitare il rischio di una concorrenza sleale, ma anche per noi inopportuna e nociva, tra i due atenei, sarebbe auspicabile istituire una Fondazione in cui riunire i due atenei, sulla scia di altre esperienze in Italia come la Fondazione Università di Mantova, nella cui offerta formativa confluiscono il Politecnico di Milano, l’Università di Pavia e l’Università di Brescia (l’ indirizzo è www.unimn.it ), e che comprende Architettura, Ingegneria, Medicina e Scienze della Mediazione Linguistica.
Ovviamente, ciò che più va tenuto in considerazione è il contesto entro cui il polo universitario si va a collocare, intendendo per contesto sia il sistema produttivo ed industriale, sia l’ambiente culturale in senso lato, soprattutto quando ci troviamo di fronte nella provincia di Brindisi ad una miniera non solo di beni culturali (paesaggistici, monumentali, museali, naturalistici), ma anche di attività culturali disseminate lungo l’intero territorio (dal festival della musica barocca di San Vito al Torneo federiciano dei rioni di Oria, tanto per citare alcune manifestazioni) e che hanno nel rinato teatro Verdi di Brindisi il loro nucleo fondamentale, destinato a diventare, qualora se ne creassero le condizioni, il centro propulsore di tutto un complesso di attività ramificate nei Comuni.

Due sono, dunque, le direttrici di un modello di sviluppo sostenibile nel nostro territorio:
1) il sistema industriale esistente – dal Distretto dell’areospazio alla chimica -, per cui vanno attivati e potenziati i collegamenti con Ingegneria già esistente (facente capo a Lecce) e con Farmacia da istituire (Bari);
2) il patrimonio dei beni e delle attività culturali, attorno a cui va potenziato un corso di laurea umanistico come “Progettazione e Gestione delle attività culturali”, che potrebbe diventare il Dams del Sud, una Facoltà delle Arti/della Musica/dello Spettacolo del Sud.
Tanto più che nella nostra regione abbiamo l’Apulia Film Commission e un Teatro Pubblico Pugliese, entrambi molto attivi, oltre che delle politiche culturali che hanno puntato molto su queste dimensioni della cultura anche come attrattività turistica.

Recentemente il rettore dell’Ateneo leccese, Laforgia, ha dichiarato che egli vorrebbe istituire a Lecce un Dams, ma è impossibilitato per ragioni finanziarie. Allora, quale migliore occasione perché sia la Provincia di Brindisi a prendere l’iniziativa, e sia il Comune di Brindisi, che si è candidato ad essere riconosciuto come città d’arte, a fare altrettanto?
Numerose sarebbero le ricadute positive di una siffatta istituzione. Se ne accennano solo alcuni:
1) promozione delle energie creative esistenti sul territorio, anche attraverso forme di incentivazione nella produzione spettacolare e di agevolazione nell’inserimento e nella distribuzione sul territorio provinciale e nazionale, anche in rapporto con il Teatro Pubblico Pugliese;
2) creazione di un centro di formazione teatrale non limitato agli attori, ma esteso anche alle figure tecniche dei fonici e dei datori di luce e alle pubbliche relazioni;
3) un rapporto sistematico con il sistema scolastico, anche attraverso la formazione del pubblico.

Inoltre, beni culturali vanno considerati anche luoghi e attività produttive come masserie e case cantoniere che possono essere rivitalizzate e riqualificate in termini economici e di mercato, rese oggetto di visite guidate da parte del mondo della scuola e soprattutto reimmesse in circuiti di turismo culturale, ove si possano gustare prodotti agricoli locali e assistere a manifestazioni culturali tipiche. Economia e cultura, così, si danno la mano in un rapporto nuovo.

La proposta è allora:
1) di mantere i corsi di laurea esistenti dell’ateneo barese, eliminando una delle due specialistiche di Economia, quella in “Amministrazione e consulenza aziendale”, che da sola ha un costo di euro 89.348, puntando su una riqualificazione di “Progettazione e Gestione delle attività culturali” nel senso indicato;
2 ) di mantenere i corsi di laurea esistenti dell’ateneo leccese, riconcordando le specialistiche già attivate;
3) di istituire il corso di laurea in Farmacia;
4) di istituire un master in agraria;
5) di riunire i due Atenei in una Fondazione che sarà denominata “Fondazione Università di Brindisi”.

Brindisi 8 gennaio 2010-01-08
Firme
Francesco Fistetti (Riformisti per Fistetti)
Nicola Ciracì (Pdl)
Paolo Urso (Mpa)
Ciro Argese (Adc)
Vincenzo Attorre (Puglia prima di tutto)
Vitantonio Caliandro (Partito Socialista)
Italo Guadalupi (Pdl)


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