Brindisi, 15/01/2010
Osservatorio Enel: il verbale dell'incontro
Ieri sera Enel e le rappresentanze delle organizzazioni sindacali hanno dato vita all'Osservatorio delle politiche industriali, ambientali ed occupazionali Enel.
Hanno partecipato all'incontro:
ENEL Divisione GEM: Sanfilippo, Ascione, Guli’, Mannaioli, Leone, Pavese
CGIL e FILCEM: Affatato, Caroli, Ciracì, De Mario, Frattini,
CISL e FLAEI: Colecchia, De Pascalis, Di Maria, De Giorgio, Di Pasqua, Nibbio
UIL e UILCEM: Galiano, Albano, Licchello, Nicolazzo, Perrucci, Lupelli, Medico
L’Osservatorio nazionale voluto congiuntamente da Enel e dalle Organizzazioni Sindacali Nazionali e Territoriali avvia in Puglia l’incontro di cui al punto 5 dell’accordo di costituzione dell’osservatorio per la ricerca di ogni possibile convergenza sulle strategie aziendali.
L’incontro si è tenuto alla centrale Enel “Federico II” di Brindisi e hanno preso parte rappresentati di Enel e di CGIL, CISL, UIL a tutti i livelli regionali e territoriali. Obiettivo comune, portare sul piano regionale la condivisione degli impegni presi dall’Azienda, il monitoraggio del flusso di investimenti in Puglia, gli interventi ambientali, la sicurezza e lo sviluppo del territorio, da realizzare con il coinvolgimento delle istanze locali.
L’appuntamento è servito a individuare ogni possibile sinergia sui temi di interesse comune, anche attraverso la costituzione territoriale del tavolo di cui sopra. Il tutto in coerenza con quanto previsto dall’accordo del 27 aprile 2009 e dal documento nazionale del 23 novembre 2009, per la trattazione degli argomenti ivi previsti, inclusa l’evoluzione occupazionale. È stata quindi illustrata la posizione di Enel che emerge anche dalla bozza di protocollo presentata alle Istituzioni locali sui temi che riguardano nello specifico l’esercizio della Centrale “Federico II” di cui è stata consegnata ufficialmente copia.
Le organizzazioni sindacali hanno ribadito di essere coscienti del ruolo fondamentale che l’impianto riveste, non soltanto all’interno del parco divisionale, ma anche per la sicurezza del sistema elettrico nazionale. Peraltro, hanno osservato che sotto il profilo occupazionale la Centrale, oltre alla manodopera diretta, garantisce un indotto rilevante. Per questo, hanno considerato che il tavolo rappresenta la sede naturale per approfondire ulteriormente le proposte aziendali per la continuità operativa dell’impianto, per il miglioramento ambientale e per poter compiere un ulteriore passo verso la costruzione delle più ampie condizioni di consenso sociale.
In questo contesto, le parti assumono come valore lo “sviluppo sostenibile” - tenendo anche conto degli obiettivi generali del PEAR Puglia - inteso come integrazione equilibrata e dinamica degli obiettivi della crescita economica, della competitività, di miglioramento ambientale e della coesione sociale, come condiviso con le OO.SS. in seno al Protocollo sulla responsabilità Sociale d’Impresa in Enel del 27 aprile 2009.
Nell’incontro le organizzazioni sindacali hanno sottolineato che la Centrale “Federico II” di Brindisi non esaurisce la presenza di Enel sul territorio e che la valorizzazione complessiva della presenza del Gruppo (Rete, Centro di Ricerca, ecc.) deve costituire un importante elemento di sviluppo condiviso.
Pertanto le organizzazioni sindacali chiedono che anche le altre Divisioni si impegnino a convocare il tavolo di cui al punto 5 dell’accordo di costituzione dell’Osservatorio.
Nell’incontro si è avuto modo di analizzare la proposta che Enel ha presentato al tavolo del confronto istituzionale. Con riferimento alla bozza di protocollo le parti si sono espresse in relazione ai tempi, alle modalità e alla dinamica degli interventi di miglioramento ambientale, alle possibilità occupazionali, alla movimentazione e stoccaggio del carbone, alla progressiva e significativa riduzione delle emissioni massiche e di CO2 e della copertura del parco carbone.
Le organizzazioni sindacali hanno dichiarato di ritenere indispensabile la piena valorizzazione e il rilancio del Centro Ricerche Enel di Brindisi, la realizzazione del molo dedicato alla movimentazione del carbone nell’area esterna del porto e, soprattutto, la puntuale definizione delle ricadute sull’occupazione, la qualificazione professionale e la sicurezza.
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