Brindisi, 27/01/2010
Ciracì (Cgil) : nè sangue nè morte sui luoghi di lavoro
La morte sul lavoro avvenuta l’altro ieri presso l’Arsenale di Taranto, unitamente alle modalità e alla circostanza in cui tale tragico evento si è consumato, deve indurre a qualche riflessione e a profondere ogni sforzo affinché anche importanti passi in avanti compiuti negli ultimi mesi ed una più diffusa consapevolezza sui temi della sicurezza che, per quanto ci riguarda, non abbiamo mancato di apprezzare, non siano vanificati.
La sicurezza sul lavoro deve essere ricompresa nel novero degli auspici per il nuovo anno, già abbondantemente formulati mediante gli Organi di Informazione da più parti, compreso il Sindacato, sapendo che non può riguardare esclusivamente le attività maggiormente a rischio e dunque i lavoratori direttamente esposti ma l’intero ambito lavorativo, come la triste vicenda di Taranto ha dimostrato.
E’ necessario, inoltre, il rafforzamento della contrattazione aziendale per poter agire sull’organizzazione del lavoro, sulle politiche degli orari e sui turni di lavoro, in evidente controtendenza con la volontà emergente di ridurne il suo valore e le sue attribuzioni.
Da non trascurare, naturalmente gli aspetti connessi al sistema degli appalti e alla legalità, sapendo che in un momento di crisi economica come quello attuale ancora più forte è l’atavico rischio che la sicurezza sul lavoro venga “ sacrificata “ sull’altare del contenimento dei costi per reggere le difficoltà del mercato e per il profitto aziendale.
S’impone, pertanto, la piena attuazione dell’apposito Protocollo d’Intesa sottoscritto il 5 ottobre 2009 presso la prefettura di Brindisi se non vogliamo che lo stesso rappresenti il libro dei sogni di quanti con caparbietà e convinzione si sono spesi per definirlo o, peggio ancora, uno dei tanti protocolli d’intesa che anche questo territorio ha saputo nel tempo produrre ma che nulla hanno modificato in concreto, magari anche solo in termini di buone pratiche, fino ad essere miseramente posti nel dimenticatoio.
Ci aspettiamo, allora, che:
la formazione divenga davvero sistematica, costante, integrata e coordinata;
venga valorizzato sempre più il ruolo di tutte le figure chiave del sistema di prevenzione delineato dal D.Lgs. 81/08 e che si determinino le condizioni per il giusto raccordo tra le stesse;
si promuova, con la collaborazione dell’Inail, la predisposizione e diffusione degli opuscoli informativi ipotizzati e soprattutto l’istituzione di uno SPORTELLO INFORMATVO, auspicabilmente presso lo SPeSAL, come indicato del Protocollo;
venga quanto prima convocato il Tavolo di Concertazione Permanente presso la Prefettura, per l’avvio del lavoro allo stesso demandato e per concordare “ ambiti e modalità delle iniziative che si riterranno opportune….” affinché si giunga, negli appalti del settore privato, a quella attività coordinata di controllo già operante per i contratti stipulati dagli Enti Locali.
Fare ciò e quant’altro via via si riterrà necessario perché la sicurezza nei luoghi di lavoro sia davvero un valore sociale, ma anche per arricchire di significato l’unanime volontà dei sottoscrittori del Protocollo di incentivare e diffondere la cultura della sicurezza, rappresenta un modo concreto per evitare che sangue o morti possano segnare il nostro territorio nell’anno appena cominciato.
BEPPE CIRACI’-Segretario Confederale CGIL Brindisi
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