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Brindisi, Medicina Democratica: la politica si occupi dei tumori



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Brindisi, 14/10/2004

Medicina Democratica: la politica si occupi dei tumori

Gino Stasi, Presidente della Sezione Ionico Salentino dell'Onlus Medicina Democratica – Movimento di Lotta per la Salute, ha inviato una lettera al Presidente della Provincia di Brindisi, Michele Errico ed al Sindaco di Brindisi On. Domenico Mennitti chiedendo una risposta dalla politica alla grave situazione determinata nella nostra provincia dai tumori ambientali e da lavoro.
Di seguito il testo integrale della missiva.

Le istituzioni locali devono prendere più piena coscienza degli effetti prodotti sulla popolazione brindisina e su un gran numero di lavoratori da decenni di attività industriali svolte senza veri controlli da parte di un’autorità pubblica dotata del personale e delle strumentazioni necessarie.
L’azione di informazione che il “Comitato Vittime del Petrolchimico” sta conducendo non svolge solo un’attività di attenzione in merito ai processi civili e penali per eventuali responsabilità con danni dei lavoratori colpiti e delle loro famiglie.
Ma si propone anche di richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica e delle istituzioni sulle malattie dei lavoratori di altre industrie, su coloro che continuano ad ammalarsi di mesotelioma e di altre malattie da amianto, sui casi di tumori rari che si verificano tra gli adolescenti, sull’eccesso di tumori che si registra nelle popolazioni residenti a ridosso dell’area industriale.
Non si dovrebbe permettere che in un’area definita per legge ad alto rischio di crisi ambientale le informazioni sulla diffusione delle malattie siano così datate e talvolta generiche. Si dovrebbe invero chiedere, e lo potrebbero fare il Comune capoluogo e la Provincia, all’Istituto Superiore di Sanità di condurre studi epidemiologici su gruppi lavorativi particolari e su alcune porzioni di popolazione più a rischio come quelle vicine all’area industriale.
Allo stesso modo le istituzioni locali dovrebbero rappresentare all’INAIL l’esigenza che un così alto numero di cittadini con malattie notoriamente collegate alle lavorazioni esistenti non può continuare a essere privato di riconoscimenti previdenziali in via amministrativa ed essere invece costretto ad estenuanti controversie giudiziarie.
Il risarcimento dei danni sanitari è un aspetto non trascurabile della bonifica del nostro territorio. Si tratta di ristorare famiglie che hanno perso la salute e la vita dei propri cari per un profitto che solo in parte ha prodotto ricadute durature nella nostra realtà se è vero, come è vero, che continuamente si aprono crisi occupazionali in tutti i settori industriali.
Per questo la richiesta di riapertura delle indagini giudiziarie per le vittime del cloruro di vinile e la loro estensione a tutte le lavorazioni con presenza di cancerogeni nell’area industriale, dentro e fuori gli ambiti lavorativi, deve essere fatta propria dagli Enti locali sia con l’organizzazione di un concreto sostegno politico nei riguardi di quanti sono stati danneggiati, pensando a favorire anche una “riabilitazione” sociale, ma anche con il sostegno legale rappresentato dalla costituzione di parte civile nei procedimenti giudiziari in corso.
Rientra a pieno titolo nella stessa vertenza politica il problema dei controlli sulle emissioni industriali, sul suolo e sulle acque. Amministrazioni che intendano veramente chiudere con un passato di supina acquiescenza nei riguardi degli insediamenti industriali non possono non porre al Governo della Regione Puglia il problema della capacità dell’ARPA di condurre controlli tempestivi, autonomi ed efficaci sull’inquinamento.
Per questo va finalmente integrata la stagione delle “centraline” con quella fondamentale dei controlli sui camini, sui combustibili, sulle coltivazioni e sui prodotti agricoli specialmente se coltivati intorno all’area industriale.
Sono queste le reali questioni che la tragica vicenda delle vittime del petrolchimico continua a sollevare. Questioni che richiedono a chi ci amministra precise iniziative ed ineludibili impegni.

Fonte: COMUNICATO STAMPA MEDICINA DEMOCRATICA


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