Brindisi, 10/02/2010
Decreto Nucleare: il No del Sen. Tomaselli (PD)
Con l’odierna approvazione da parte del Consiglio dei Ministri del Decreto Legislativo sulla disciplina della localizzazione, della realizzazione e dell'esercizio degli impianti nucleari, il Governo continua con pervicacia sulla strada del ritorno al nucleare nel nostro paese.
Lo fa, però, mosso da una sorta di furore ideologico e tra numerose contraddizioni che il Gruppo PD in Commissione Industria del Senato ha puntualmente denunciato esprimendo con nettezza, ieri sera, un voto contrario al testo proposto.
A cominciare dallo strappo istituzionale prodotto con gran parte delle Regioni italiane, in merito al coinvolgimento delle comunità locali in alcun modo effettivamente garantito in presenza di un potere sostitutivo che la legge 99 del 2009, prima, e questo Decreto, oggi, hanno previsto.
Il Governo, coerente con l'atteggiamento dirigistico assunto su tale vicenda, ha totalmente ignorato in questi giorni i ripetuti inviti delle Commissioni parlamentari, delle Regioni, dell’ANCI, del Consiglio di Stato a “recuperare” un ruolo attivo delle comunità locali, di cui continua a farsi beffa.
Il Decreto impegna il Governo a produrre entro tre mesi una “Strategia nucleare nazionale”: dimenticando che da oltre un anno avrebbe dovuto produrre la “Strategia energetica nazionale” prevista dal Decreto Legge 112 del 2008. Insomma, si invertono in modo irragionevole procedure e strategie, proprio nel momento in cui vanno scadere gli incentivi per gli impianti da fonti rinnovabili privando di ogni certezza l'intero settore.
Si rischia, altresì, di minare alle basi uno dei pochi mercati che in questi anni hanno goduto di un processo di liberalizzazione, quello dell’energia, costruendo un quadro normativo in funzione di una partnership industriale e tecnologica già definita tra due grandi operatori come ENEL e la francese EDF. Ed introducendo, ancora, pericolosi vincoli alla concorrenza con la previsione di un costo fisso e della priorità dell'immissione in rete per l'energia prodotta da tali impianti, a tutto svantaggio degli altri operatori.
Ed infine, non si assicurano né i requisiti di indipendenza e di terzietà né risorse adeguate all'Agenzia per la Sicurezza nucleare: il controllo e la garanzia della sicurezza di tali impianti non possono essere affidati a privati né, conseguentemente, possono essere a costo zero per lo Stato se si vuole che siano efficaci.
Insomma, il PD contesta con forza una scelta economicamente svantaggiosa per il Paese e che sta già producendo guasti gravi nel rapporto tra lo Stato e le istituzioni locali e nello stesso mercato nazionale dell'energia.
COMUNICATO STAMPA SALVATORE TOMASELLI - SENATORE DEL PARTITO DEMOCRATICO
- COMMISSIONE INDUSTRIA DEL SENATO
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