Francavilla F.na, 11/02/2010
Blocco studentesco: "La verità non può essere infoibata"
Si è svolta in un clima di mestizia la conferenza tenuta ieri a partire dalle ore 10.00 nella sala dell'Ente Fiera a Francavilla Fontana, promossa e organizzata dalla locale federazione del Blocco Studentesco (dipartimento tematico dell'Associazione di Promozione Sociale Casapound Italia, composto da studenti, che si occupa dei problemi della scuola, compresa la rappresentanza studentesca) e patrocinata dall'Ente comune.
L'evento si inscrive nel quadro di quanto previsto dalla legge n. 92 del 30 marzo 2004 che ha istituito per il 10 febbraio di ogni anno la solennità civile del 'Giorno del Ricordo', legge che sollecita "iniziative per diffondere la conoscenza dei tragici eventi presso i giovani delle scuole di ogni ordine e grado" favorendo "da parte di istituzioni ed enti, la realizzazione di studi, convegni, incontri e dibattiti in modo da conservare la memoria di quelle vicende".
Quattro sono gli istituti che - su iniziativa delle rappresentanze studentesche e del comitato organizzatore composto da studenti delle scuole secondarie di secondo grado - hanno aderito alla manifestazione: Istituto Tecnico Industriale Statale "E. Fermi", Istituto Tecnico Commerciale Statale "G. Calò", Liceo Classico Statale "V. Lilla", Liceo Scientifico Statale "F. Ribezzo".
All'insegna dello slogan "La verità non si infoiba", esposto su uno striscione nella sala, Franco Guzzo, profugo fiumano, ha raccontato paziente e sommesso stralci del suo vissuto personale.
Una sala attenta ha ascoltato dapprima le riflessioni dei rappresentanti istituzionali locali. Il Vicesindaco si è soffermato sulla necessità di una memoria condivisa, essendo ormai maturi i tempi per una rilettura storica disincantata e non strumentale.
Il Presidente del Consiglio Comunale, ha invitato i presenti ad osservare un minuto di composto silenzio in memoria dei martiri infoibati, dimostrando peraltro come le vicende storiche vengano usate come un maglio trasformandosi spesso in mero strumento di legittimazione del presente.
Ha inoltre stigmatizzato il comportamento di un esponente locale di partito che - in concomitanza con la solennità civile del 10 di febbraio - ha invitato su internet all'ostensione della bandiera del regime comunista occupante, responsabile della pulizia etnica di quegli anni.
Gli studenti al tavolo, dal canto loro, ricostruito brevemente il quadro storico, hanno condiviso le considerazioni del prof. Sabbatucci secondo cui l'emersione di verità storiche viaggi sui binari di una sostanziale modifica del quadro della costituzione materiale, e degli equilibri politici che la sottendono.
L'assordante silenzio che per oltre mezzo secolo è calato sulle vicende giuliano dalmate, la cui conoscibilità è emersa solo dopo generazioni e - sopratutto - dopo un mutato quadro della geopolitica internazionale, ne è la dimostrazione. A comprova di ciò, il parlamentare regionale dei giovani, ha portato un elenco di circa quaranta testi scolastici editi fino al 1998 che obliteravano completamente l'argomento foibe ed Esodo.
L'interrogativo dunque, è quanto il principio di libertà espresso dall'art. 33 Cost. secondo cui "L'arte è la scienza sono libere e libere ne è l'insegnamento" possa ritenersi calato nella effettività o quanto piuttosto l'approccio asettico e positivista alla storia sia sempre nonostante tutto condizionato da elementi esogeni.
Appassionato e commosso è stato l'intervento di Franco Guzzo, sulla cui testimonianza diretta si è fondata l'intera conferenza.
Franco Guzzo, artista poliedrico (ceramista e pittore, le sue opere sono esposte in importanti raccolte italiane ed estere, mentre altre, di grandi dimensioni, ornano numerosi edifici pubblici), scrittore (l'ultimo suo lavoro è il libro “Da mezzogiorno a mezzanotte”, dell'editore Bastogi), sportivo esemplare (velista, cultore delle arti marziali, e paracadutista), Cavaliere dell'Ordine "Al Merito della Repubblica" (nell'ambito dell'attività associativa attinente il paracadutismo, in riconoscimento dell'efficacia di azioni d'indubbio valore morale e sociale che lo hanno visto propugnatore e protagonista), è stato al centro della conferenza nella insolita veste di profugo fiumano.
Il nostro testimone ha raccontato particolari raccapriccianti sulla pulizia etnica nei confronti dei connazionali attuata attraverso rastrellamenti di civili dalle bande titine. Sono state proiettate immagini fotografiche delle principali cavità, descrivendo la natura delle stratificazioni riversate all'interno, mostrando scene di recupero delle salme. Poi il racconto della morte del padre (pubblico funzionario a Fiume) e dell'Esodo, vissuto attraverso gli occhi ingenui ma consapevoli di bambino. Di come è riuscito ad essere risparmiato alla pulizia etnica, della fuga dapprima a Trieste poi, essendo attive le bande comuniste anche in questa città, del suo cautelativo trasferimento a Pesaro presso un collegio per orfani (mentre i fratelli, intanto venivano ricoverati nelle Puglie).
Il momento più toccante è stato raggiunto con lo scorrere di foto della sua terra forzatamente abbandonata: di quella che una volta era la sua casa, della scuola che frequentava, dei locali che una volta erano gli uffici del padre, dei luoghi con cui giocava con gli amici.
Gli occhi si fanno lucidi, sale la commozione, che contagia anche qualcuno in sala. Dalle parole di Guzzo non traspare rancore e odio. Il racconto del suo vissuto, nonostante lo sgomento, è intessuto di rassegnazione, di forte difesa della sua identità di Italiano e di Fiumano e di devozione per il Tricolore.
E questo nonostante lo Stato Italiano, per lungo tempo, sia stato ingiusto nei confronti di questi nostri connazionali.
Ci si augura che la società civile reagisca contro incrostazioni ideologiche e culturali che oggi, nonostante la oggettivizzazione della verità storica, ancora comprimono spazi di libertà e di partecipazione degli studenti al dibattito civile ed il diritto degli esuli alla rappresentazione del proprio vissuto, quando non tracimino - addirittura - nella apologia della pulizia etnica.
Affinché i martiri non vengano uccisi due volte.
COMUNICATO STAMPA BLOCCO STUDENTESCO
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