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Torre S. Susanna, Mio fratello è africano: arriva la campagna per Medici con l’Africa Cuamm



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Torre S. Susanna, 16/02/2010

Mio fratello è africano: arriva la campagna per Medici con l’Africa Cuamm

Per «smettere di tapparci occhi e orecchie sulla sofferenza di un continente così vicino»: è con questo spirito, riassunto nelle parole di Niccolò Ammaniti, che a Torre Santa Susanna (Brindisi) parte “Mio fratello è Africano”, la nuova campagna di comunicazione e sensibilizzazione sociale di Medici con l’Africa Cuamm grazie al gruppo CUAMM Salento.
Un primo incontro si terrà Giovedì 18 febbraio 2010, presso il Teatro San Nicola alle ore 19:00. In tale occasione avremo la possibilità di incontrare Don Luigi Mazzucato, Responsabile delle relazioni pubbliche, per oltre 50 anni direttore e anima di Medici con l’Africa CUAMM, molto legato alla nostra terra, che ci porterà il suo saluto.
La dr.ssa Elisa Morrone, appena rientrata dal Mozambico, ci renderà partecipi della sua esperienza. Inoltre sarà presentata la responsabile dei gruppi del Centro-Sud, la dr.ssa Ilaria Savoca Corona. L’incontro si concluderà con la visione del video che Nicolò Fabi sta presentando nel suo tour e con la presentazione di un calendario di eventi.

“Mio fratello è Africano” si avvale della collaborazione di otto artisti che hanno voluto prestare il loro volto per la causa: Niccolò Ammaniti, Niccolò Fabi, Alessadro Fei e Samuele Papi, Francesco Facchinetti, Mago Forest, Rossano Galtarossa, Luca Manfredi e Veronica Pivetti invitano a consentire che “Medici con l’Africa Cuamm” continui la sua attività a sostegno del diritto alla salute in Africa.
I ritratti di questi otto “ambasciatori”, foto-ritoccati di nero, mostrano i “loro fratelli africani”, parlano delle loro necessità e della speranza in un futuro più giusto, sollecitando ciascuno di noi a fare la propria parte.

“Mio fratello è Africano” racconta molte cose.
Dice innanzitutto – come dimostrano le ricerche sulla genetica e gli studi archeologici - che esiste una sola razza, quella umana, e che tutti proveniamo dallo stesso ceppo, originario dell’Africa.
Dice che quel primordiale vincolo di sangue va sostanziato giorno dopo giorno nella pratica della solidarietà per ribadire il significato anche metaforico della parola “fratello”.
Dice che la “prossimità” non ha alcuna relazione con la distanza e che essere fratelli, nel mondo contemporaneo e globalizzato, significa soprattutto condividere lo stesso destino, anche in luoghi molto lontani.
Dice che quel fratello è “nostro” e ci assomiglia a tal punto che in fondo potremmo essere noi, se per accidente non avessimo avuto in sorte di nascere nella parte fortunata del mondo.
Dice ancora che fare qualcosa per l’Africa, o meglio con l’Africa, è o dovrebbe essere un atto naturale, un’altra tappa verso lo sviluppo compiuto dell’umanità: significa, infine, fare qualcosa per noi.

«A nessuno è consentito umiliare i più poveri negando i diritti elementari – dichiara don Dante Carraro, direttore di Medici con l’Africa Cuamm. Non possiamo transigere sul rispetto della dignità umana, sulla solidarietà verso il fratello chiunque sia, sulla pietà verso il bisognoso. Dobbiamo abbattere il muro che spesso esiste dentro di noi e che separa il nostro mondo comodo e benestante da quello povero e nascosto del fratello africano.
Abbattendo quel muro potremmo scoprire le ricchezze e le opportunità dell’incontro con l’altro. Potremmo sentirci incoraggiati, nelle nostre fatiche, da Tabita infermiera di Lugarawa (Tanzania), vedova con due bambini, capace di accoglierne altri due, abbandonati, appena dimessi dal reparto “malnutrizione” nel quale lavora. O dalla comunità di Moma (Mozambico) che, in tempo di carestia, ti dona una “galigna” come riconoscenza perché il “dottore cura i nostri bambini”.
Piccole grandi storie che ci dicono che tutti, persone note e non, – conclude don Carraro – possiamo fare qualcosa. L’importante è mettersi in ascolto».

Per ascoltare e incontrare il fratello africano un’occasione speciale sarà il tour di Niccolò Fabi “Solo un uomo tour” che è partito da Roma il 25 Novembre e che arriverà a Fasano il 19 febbraio 2010.
Verrà presentato un documentario realizzato da Medici con l’Africa Cuamm al quale Fabi ha partecipato visitando nei mesi scorsi alcuni dei luoghi dove sono in fase di attuazione i progetti dell’organizzazione, in particolare in Uganda e nella Regione della Karamoja. L’iniziativa itinerante nelle Università è realizzata in collaborazione con il SISM – Segretariato Italiano Studenti di Medicina e Raduni il circuito delle radio Universitarie Italiane.
«Mettere la faccia in questa campagna sociale – ha dichiarato Fabi – è la naturale conseguenza di un percorso articolato che sto intraprendendo insieme a Medici con l’Africa Cuamm, un viaggio in Uganda, un documentario e un tour fatto di concerti e di incontri nelle università per raccontare e stimolare insieme quella sensibilità necessaria che serve per dire consapevolmente "mio fratello è africano"».


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