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Brindisi, Sanità a Brindisi: intervento dei Ds



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Brindisi, 28/10/2004

Sanità a Brindisi: intervento dei Ds

Il dibattito sui temi della sanità a Brindisi si è acceso, in quest’ultimo fine settimana, con due interventi che hanno segnato anche lo stile e la considerazione che si può avere dei pazienti portatori di differenti patologie (malattie cardiovascolari e tumorali).
Da una parte “Brindisi Cuore” ha rivendicato, giustamente e opportunamente, maggiore chiarezza, da parte del Direttore generale sui tempi d’attivazione del reparto di cardiochirurgia previsto dal piano di riordino ospedaliero dell’agosto 2002 segnalando la possibilità, nell’attesa del progetto di costruzione della piastra d’emergenza, di ricavare degli spazi nell’attuale ospedale Perrino e definire la dotazione organica.
Questa attivazione, in tempi brevi, darebbe risposta ai pazienti con malattia cardiovascolare che costituisce, anche a Brindisi, la prima causa di morbilità e mortalità (42,4%) e rappresenta la prima causa di mobilità passiva (circa 400 pazienti brindisini operati al cuore presso strutture cardiochirurgiche della Regione Puglia o di altre regioni).
“Brindisi Cuore” non ha mai ritenuto di definire una scala di priorità condividendo le sofferenze di altri pazienti, in particolare pazienti con tumore, e rispettando le aspettative di trovare più adeguati modelli organizzativi in provincia di Brindisi per l’oncologia.
Da un'altra parte il dott. Luciano Sardelli è intervenuto il giorno seguente per ribadire il suo impegno per il “Centro oncologico”. Per la prima volta definire una scala di priorità, relegando la soluzione di cardiochirurgia ai tempi lunghi legati alla progettazione/costruzione della piastra di emergenza e definendo la priorità, invece, al centro oncologico e facendo apparire le due iniziative competitive o antitetiche tra di loro.
L’intervento del dott. Sardelli merita alcune considerazioni.
Il dott. Sardelli definisce “non più rinviabile la realizzazione a Brindisi di un Istituto Oncologico….”. Bisogna innanzitutto chiarire che la diagnosi e la cura dei pazienti oncologici non può essere esclusiva di un Istituto Oncologico. Il Piano Sanitario Regionale e il Piano di Riordino Ospedaliero (voluto da Fitto) hanno previsto attività oncologica in tutte le ASL e per Brindisi sono stati previsti 20 posti letto nel Perrino, con integrazione delle attività diagnostiche (radiologia con TAC e RNM, laboratorio analisi, anatomia patologica, reparti già esistenti) e terapeutiche (radioterapia-chirurgia-otorino-ostetricia e ginecologia…) nelle unità operative già esistenti. I 20 posti letto dovevano essere inaugurati subito dopo Pasqua 2004 dal Ministro Sirchia. Ancora oggi non sono stati attivati e nessuno, anche il dott. Sardelli, si è adoperato per colmare questa grossa mancanza.
Il dott. Sardelli riferisce dell’incontro col dott. Morlacco direttore generale dell’ARES il quale, al di fuori del Piano Sanitario Regionale e del Piano di Riordino Ospedaliero che sono leggi della Regione Puglia “ha immaginato una struttura di 56 posti già attivati e disponibili presso l’ospedale Perrino, auspicando un progetto di sperimentazione gestionale collegato a un istituto oncologico e scientifico, pubblico o privato, di rilevanza nazionale”.
Il dott. Morlacco, o meglio ancora il Presidente Fitto, devono spiegare come si possono “immaginare” nuove soluzioni quando ancora non si è riusciti ad attuare il PRO relativamente alle alte specialità (tipo cardiochirurgia) e alle terapie intensive e all’oncologia. Subito dopo si capisce che l’attivazione del Centro Oncologico prevede il sacrificio della cardiochirurgia.
Infine, il dott. Sardelli, nell’attesa che si costruisca una palazzina per la cardiochirurgia, richiama la necessità di attivare un servizio di emodinamica con angioplastica, lasciando pensare che la cardiochirurgia può essere sostituita dall’angioplastica.
Spiace, a questo punto, contestare non solo l’aspetto politico dell’intervento di Sardelli, ma anche il contenuto medico-scientifico.
L’angioplastica primaria dell’infarto miocardio acuto è una recente possibilità terapeutica attualmente limitata solo ad alcuni centri e ad alcune categorie di pazienti (ingresso in emodinamica entro 90 minuti dall’insorgenza del dolore e pazienti con infarto a rischio). Si calcola che a Brindisi potrebbero essere circa 50 pazienti l’anno. Cosa completamente diversa è la cardiochirurgia. A Brindisi si calcola un fabbisogno di circa 400 interventi/anno che non riguardano solo pazienti con esiti di infarto, ma anche pazienti con dissezione aortica (nei quali anche un ora di trasporto può essere fatale) o con problemi valvolari.
Il Piano di Riordino Ospedaliero, che è legge della Regione Puglia, prevede l’attivazione di 20 posti letto di oncologia con attività diagnostico-terapeutica organizzata nell’ambito del Dipartimento onco-ematologico e prevede ancora l’attivazione di 20 posti letto di cardiochirurgia. Chiediamo che si dia attuazione a questi progetti in tempi brevi e nelle attuali disponibilità di spazi del Perrino.
I progetti per la costruzione della piastra di emergenza che ospiterà la cardiochirurgia e l’istituzione del centro oncologico (non prevista dal Piano Sanitario Regionale e dal Piano di Riordino Ospedaliero) spostano la soluzione dei problemi di oggi dei pazienti cardiopatici e oncologici lontano nel tempo e lontano dalla nostra provincia. Non si rende conto il dott. Sardelli che questa proposta allontana la soluzione dei problemi e consolida le posizioni di strutture pubbliche e, soprattutto, private che costituiscono il riferimento per i pazienti cardiopatici e oncologici della provincia di Brindisi.

Brindisi, 28 ottobre 2004
Segreteria provinciale DS- Commissione Sanità
Senatrice Rosa Stanisci
Consigliere Regionale Carmine Dipietrangelo

COMUNICATO STAMPA DS BRINDISI


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