Brindisi, 07/04/2010

Giornata di sfiammate al Petrolchimico

Nonostante la frequenza abbastanza insistita non ci si abitua mai alle fiammate provenenti dal Petrolchimico di Brindisi.
Sono alte, minacciose e sprigionano una una densa colonna di fumo visibile anche da fuori città. In poche parole, incutono timore e la cittadinanza non riesce a far finta di nulla.
Ogni volta che il fenomeno si presenta, i centralini del comando provinciale dei vigili del fuoco e della redazioni degli organi di stampa sono invase da decine di segnalazioni da parte di persone preoccupate nel vedere le fiammate delle candele dell'impianto.
Quella odierna, poi, era particolarmente visibile, sia dalla città che dalle marine a sud di Brindisi.

A causare questo ennesimo episodio sarebbe stato un blocco dovuto ad uno sbalzo di tensione della rete elettrica nazionale che ha dirottato nella candela il prodotto da lavorare sugli impianti.
Dalle aziende hanno sempre fatto sapere che il processo che porta alle fiammate rappresenta un accorgimento che viene eseguito per la sicurezza degli impianti.
La frequenza con cui questo avviene lascerebbe più di qualche dubbio sull’efficienza degli impianti stessi. Il tutto senza dimenticare che, ogni volta, le fiammate sprigionano nell'aria sostanze di incerta qualificazione e che, in qualche occasione, rappresentano il risultato volontario del cosiddetto "cambio di campagna", ossia la predisposizione delle macchine per l'output di un prodotto differente da quello generato in precedenza.
In ogni caso buona fetta della cittadinanza attende con ansia i risultati dell'indagine del Tribunale di Brindisi volta ad appurare la quantità e la qualità dell'inquinamento prodotto dalle fiammate, gli effetti sulla salute e le eventuali responsabilità.

Foto archivio Brundisium.net