Brindisi, 10/04/2010
Sit in Edipower: scontro o incontro?
Da una parte i "No al Carbone" che hanno deciso di manifestare, attraverso un sit-in, il dissenso verso il piano industriale dell'azienda Edipower, che, pur avendo ottenuto la Valutazione di Impatto Ambientale per la riconversione a ciclo combinato di due dei quattro gruppi a carbone della centrale Brindisi nord, ha deciso di continuare a produrre energia con il carbone
Dall'altra i comitati “Pro centrali termoelettriche" e “Si al carbone pulito" desiderosi di spiegare gli investimenti che sono stati fatti e quelli da fare per rendere sempre più compatibili ambiente e produzione di energia elettrica a carbone.
Con queste premesse non c'è dubbio che oggi ci sarà grande tensione davanti ai cancelli della Centrale Edipower.
Saranno necessari nervi saldi ed una forte dose di responsabilità per evitare che si scada nella cosiddetta "guerra tra poveri", un'evenienza che non è utile a nessuno e che la città ed i cittadini di Brindisi non meritano affatto.
Il sit in di protesta, organizzato dal movimento "No al Carbone" per le ore 17,00 di oggi dinanzi i cancelli dell’azienda elettrica a Costa Morena, vuole rimarcare la posizione già espressa da larga parte della politica brindisina: Edipower può continuare ad esercitare solo se ambientalizza la sua centrale; altrimenti deve fare le valigie da Brindisi e, così come previsto dalla convenzione del '96, il personale dovrà essere ricollocato presso la centrale Enel di Cerano.
I "No al Carbone" si dicono "sempre più convinti della necessità di porre uno stop all’attacco indiscriminato portato al nostro territorio da aziende senza scrupoli" e mettono in risalto che "non è da tutti avere due centrali a carbone in una sola città, non è da tutti avere la più grande, non è da tutti avere la più inquinante."
Viceversa, i comitati che si oppongono a questa presa di posizione, e che hanno fatto sapere che saranno al sit-in, rimarcano il dato che, tra occupazione diretta ed indotto, le centrali a carbone brindisine danno lavoro a circa 1500 unità. Una quantità che - a loro dire - "aumenterebbe ulteriormente con i nuovi impianti che saranno realizzati per abbattere ulteriormente gli inquinanti".
In questo contesto va comunque sottolineato che, sulla manifestazione odierna, pesa - e non poco - il perdurante periodo di crisi dell'azienda Edipower che, non riuscendo ad essere competitiva sul mercato, ha disposto le ferie forzate per i suoi dipendenti di Brindisi. Una decisione che, da un lato ha causato una grave frizione con le rappresentanze sindacali, dall'altro ha prodotto un forte senso di scoramento ed insicurezza nei lavoratori.
Con tali presupposti appare evidente che, come non mai, oggi si rischia che venga riproposta con veemenza la contrapposizione tra posti di lavoro e sensibilità ambientale; una problematica atavica per una provincia, come quella di Brindisi, che non è mai riuscita ad avere voce in capitolo nel rapporto con i colossi industriali ed ha finito per assoggettarsi a tutte le loro volontà.
In tanti si augurano che si cambi direzione. Per farlo, però, è necessario essere consapevoli che non è impossibile contemperare i reciproci obiettivi ed assicurare, in tal modo, forti benefici a tutti, lavoratori e territorio.
L'unica condizione è che si marci tutti uniti.
Ore.Pi
|