Roma, 30/10/2004

Caro Prezzi: disegno di legge della Sen. Stanisci

Il settore ortofrutticolo è divenuto il simbolo del caro-prezzi ed uno degli emblemi della perdita del potere d'acquisto dei consumatori italiani.
Eppure l’aumento dei prezzi al dettaglio non ha portato nessun beneficio alle imprese del settore che registrano, invece, una forte diminuzione dei quantitativi di vendita e dei ricavi.
La forbice dei prezzi tra produzione da un lato e trasformazione e commercio dall’altro, si è ingiustificatamente ampliata in favore di questi ultimi, causando un forte calo dei consumi ed il calo della produzione.
La mancanza di controlli sulla filiera produzione – distribuzione - vendita e l’inefficienza delle norme vigenti richiedono un intervento immediato del legislatore, finalizzato a correggere le distorsioni in atto e a salvaguardare i consumatori e i produttori agricoli, al fine di rendere più trasparenti i passaggi che caratterizzano i canali di approvvigionamento e a razionalizzare l’offerta dei prodotti.
Per tali ragioni, la sen. Rosa Stanisci ha presentato un disegno di legge che si propone di introdurre l’obbligo dell’esposizione simultanea del prezzo di origine dei prodotti ortofrutticoli e quello di vendita al dettaglio, al fine di garantire la trasparenza e l’informazione corretta al consumatore.
Un provvedimento analogo è stato introdotto in Francia nel 1999 per fare fronte alla crisi di mercato di alcuni prodotti agricoli e focalizzare l’attenzione dei consumatori francesi sulla difficile situazione economica dei produttori e sul comportamento della distribuzione.
Ciò ha consentito alle autorità francesi di siglare, nel giugno 2004, un accordo tra consumatori, con il quale si sono poste le basi per il raggiungimento di una riduzione progressiva e duratura dei prezzi al dettaglio, senza, peraltro, compromettere la situazione economica dei venditori al dettaglio.
Anche in Italia è indispensabile avviare un’operazione di trasparenza che coinvolga tutti gli operatori del settore ortofrutticolo, le autorità e i consumatori. Non appare economicamente giustificabile, infatti, che il consumatore veda aumentare continuamente i prezzi e che per ciascun euro da esso speso il 19% rappresenta il corrispettivo pagato al produttore agricolo (contro il 30 % del 1991), il 30% corrisponde al corrispettivo pagato per la trasformazione dell’industria alimentare (contro il 28% del 1991) ed il 51% al commercio ed ai servizi ( contro il 42% del 1991).

COMUNICATO UFFICIO STAMPA SEN. STANISCI