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S. Vito dei N.nni, I Giovani Democratici al congresso della Luca Coscioni



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S. Vito dei N.nni, 22/05/2010

I Giovani Democratici al congresso della Luca Coscioni

“Il vissuto di ogni individuo impone leggi adeguate ai tempi”. E’ stato questo lo scorso 14 maggio il tema del III Congresso della Luca Coscioni di Francavilla Fontana, l’associazione radicale promotrice delle battaglie per la libertà di ricerca scientifica, per l’affermazione della laicità dello Stato, per i diritti dei malati e dei disabili e per una società che garantisca a tutti le cure, la libertà individuale e condizioni più umane di vita. I Giovani Democratici di San Vito dei Normanni hanno preso parte all’incontro tramite il coordinatore Gianvito Galasso, membro della Luca Coscioni.
Ad introdurre è stato l’avvocato Sergio Tatarano, presidente della cellula francavillese, che dopo aver elencato i prossimi impegni dell’associazione, ha illustrato gli obiettivi raggiunti nella città degli Imperiali nel corso dell’ultimo anno, il più importante dei quali l’istituzione di un registro comunale dei testamenti biologici, che consente al cittadino di dare gratuitamente efficacia giuridica alle proprie dichiarazioni anticipate sul trattamento sanitario di fine vita.
A seguire c’è stato il saluto del sindaco Vincenzo Dalla Corte, che sebbene a capo di un’amministrazione di centro-destra, si è speso in prima persona per il testamento biologico, dimostrando che non tutto il centro-destra italiano è inchiodato su pregiudiziali posizioni clericali. Quindi è stata la volta dell’assessore provinciale ai lavori pubblici Maurizio Bruno e della presidente onoraria della cellula francavillese Amalia Ayroldi, la quale ha ricordato che “nessuno di noi può arrogarsi il diritto di poter decidere sulla vita degli altri”. La serata è poi proseguita con un dibattito su tre dei temi attualmente più cari all’associazione Coscioni: il diritto all’eutanasia, il divorzio breve e la procreazione medicalmente assistita.
Sull’ eutanasia, attualmente non riconosciuta dall’ordinamento italiano, ha relazionato l’avvocato Ferruccio Gianluca Palaccio. Molto interessante è parsa l’analisi storica di questo diritto che, paradossalmente legittimo in epoca classica, oggi risulta essere continuamente osteggiato da una morale imposta dalle gerarchie cattoliche, le quali non si fanno scrupoli a manovrare una classe politica da tempo screditata e priva di autorevolezza, garantendole prezioso sostegno in cambio di una legislazione conforme al Codice di diritto canonico piuttosto che alla Costituzione italiana.
L’avvocato Domenico Attanasi si è occupato invece dell’analisi comparativa dei tempi necessari all’ottenimento del divorzio. Gli anni previsti dal legislatore italiano del 1970, almeno 3 nel migliore dei casi, appaiono troppi in un contesto, come quello attuale, che vede lo Stato imbrigliato in una giustizia lenta e ingolfata. Attualmente rusultano depositate in Parlamento tre proposte di legge, due del Pdl e una del Pd, volte a diminuire i tempi del divorzio pur mantenendo il passaggio intermedio della separazione legale.
L’ultimo non che il più complesso tra gli argomenti discussi, è stato quello della procreazione medicalmente assistita (PMA), regolata in Italia dalla legge n. 40/2004, la più restrittiva d’Europa. L’avvocato Carlo Tatarano ha infatti evidenziato le assurdità e l’ipocrisia di una legge che appare salvaguardare a tutti i costi la sola salute dell’embrione a scapito di quella della donna e del futuro nascituro. Tale legge prevede infatti l’obbligo ad un unico e contemporaneo impianto e comunque di non più di tre embrioni, il divieto della diagnosi preimpianto sugli embrioni (regolato dal D.M. 21 luglio 2004), il divieto della loro crioconservazione e dunque quello della ricerca sulle cellule staminali, il divieto della fecondazione eterologa, il divieto per le coppie fertili di ricorrere alla PMA anche se portatrici di malattie geneticamente trasmissibili.
La conseguenza di ciò è stata il fenomeno dei costosi “viaggi della speranza” di tante coppie italiane costrette a ricorrere alla PMA in altri paesi in materia più evoluti del nostro, tra i quali l’islamica Turchia. Fortunatamente è però intervenuta la giurisprudenza, sollecitata dai ricorsi presentati da alcune coppie e da associazioni come la Coscioni, iniziando a smantellare a colpi di sentenze molti dei divieti imposti da quella legge. A dare il via sono state alcune sentenze di tribunali ordinari e amministrativi che hanno aperto deroghe al divieto della diagnosi preimpianto sugli embrioni, legittimandola per le coppie fertili portatrici di malattie ereditarie e sessuali trasmissibili, deroghe poi confermate dal D.M. 11 aprile 2008. La Corte costituzionale ha invece cancellato con la sent. n.151/2009 sia il limite dei tre embrioni producibili e sia l’obbligo di un unico e contemporaneo loro impianto, mentre il 1° aprile 2010 anche il divieto della fecondazione eterologa è stato ribaltato, questa volta da una sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo, che diverrà vincolante non appena la giurisprudenza italiana affronterà i ricorsi che inevitabilmente scaturiranno da quel pronunciamento.
In chiusura, segnalo l’ottimo intervento dell’avvocato Marcello Cafueri, segretario del Partito democratico francavillese e membro della Coscioni, che ha pubblicamente ritenuto essenziale per il rafforzamento dell’identità del partito una linea chiara e omogenea sulla difesa e l’affermazione del supremo principio costituzionale della laicità dello Stato. Noi Giovani Democratici di San Vito dei Normanni non possiamo che convergere in questa direzione.

COMUNICATO STAMPA GIOVANI DEMOCRATICI DI SAN VITO


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