Brindisi, 09/06/2010
Medici Senza Frontiere: lunedì 14 si presenta il rapporto "Al di là del muro"
Lunedì 14 giugno, alle ore 17.00, presso la sala Mario Marino Guadalupi del Comune di Brindisi, l'associazione Finis Terrae Onlus presenta "Al di là del muro", il secondo rapporto di "Medici Senza Frontiere" sui centri per migranti in Italia.
All'incontro intervengono:
- Gianluca Nigro (Finis terrae);
- Silvia Colona (Medici Senza Frontiere Missione Italia)
- Vito Capone ('Ordine dei Medici della Provincia di Brindisi.
Alla manifestazione sono stati invitati il Prefetto di Brindisi,
il Questore di Brindisi e le organizzazioni sindacali e sociali più rappresentative del territorio.
Una vera e propria emergenza. È questo quanto emerge dall'indagine svolta da Medici Senza Frontiere sui CIE e CARA.
La gestione complessiva dei centri per migranti, sia dei CIE che dei CARA e dei CDA, appare dunque in larga parte inefficiente. I servizi erogati sono spesso scarsi e scadenti e non si riesce di fatto a garantire una effettiva identificazione, protezione e assistenza dei soggetti vulnerabili che rappresentano una parte consistente (se non prevalente) della popolazione ospitata.
L'organizzazione umanitaria torna a scrivere un rapporto sui Centri per Immigrati a distanza di 5 anni dal primo.
“Al di là del muro” rappresenta una fotografia della realtà che si vive all’interno dei CIE (Centri di identificazione ed espulsione), CARA (Centri di accoglienza per richiedenti asilo) e CDA (Centri di accoglienza) in Italia.
Il rapporto indaga gli aspetti socio-sanitari e le condizioni di vita all’interno di queste strutture. Con “Al di là del muro” MSF intende far conoscere la realtà di questi spazi chiusi ad osservatori esterni e far emergere la quotidianità vissuta da migliaia di persone.
L’ indagine è basata su due diverse visite condotte da MSF a distanza di otto mesi tra il 2008 e il 2009, quando sono stati visitati 21 centri tra CIE, CARA e CDA disseminati sul territorio nazionale.
“Rispetto alle visite condotte nel 2003 poco è cambiato, molti sono i dubbi che persistono, su tutti la scarsa assistenza sanitaria, strutturata per fornire solo cure minime, sintomatiche e a breve termine. Stupisce inoltre l’assenza di protocolli sanitari per la diagnosi e il trattamento di patologie infettive e croniche. Mancano soprattutto nei CIE, come ad esempio in quello di Torino, i mediatori culturali senza i quali si crea spesso incomunicabilità tra il medico e il paziente. Sconcerta in generale l’assenza delle autorità sanitarie locali e nazionali”, dichiara Alessandra Tramontano, coordinatrice medica di MSF in Italia.
Clicca qui per la sintesi del rapporto
|