Brindisi, 24/06/2010
Acque Chiare ed ultimo consiglio comunale: le proposte dei DeR e PD
Durante il Consiglio Comunale del 22 giugno u.s. lo scollamento tra le istituzioni e la cittadinanza ha raggiunto livelli fin’ora inimmaginabili. Era evidente dall’atteggiamento tenuto da parte delle delegazioni di operai dell’Alenia, da parte dei 4 ormeggiatori, dai tifosi del Brindisi calcio e dai proprietari delle villette di “Acque Chiare” che il Comune, chi lo guidava (il sindaco e la giunta) e chi lo rappresentava (i consiglieri) erano ritenuti in varia misura responsabili delle loro disavventure ed incapaci di risolverle.
I più “arrabbiati” in assoluto erano i proprietari delle villette di “Acque Chiare” che chiedevano a gran voce al Comune un atto deliberativo che rendesse loro fruibili le case acquistate e che la cosa avvenisse in tempi certi. La loro rabbia non può che essere aumentata quando, il giorno dopo, gli organi di stampa riportavano a caratteri cubitali il parere dell’assessore regionale all’Urbanistica, Angela Barbanente, che ritenendo le villette frutto di una “lottizzazione abusiva” invitata per iscritto il sindaco ed il dirigente dell’Ufficio Tecnico del Comune a voler adottare i provvedimenti sanzionatori e repressivi previsti dalle Legge, in sostanza “di voler provvedere alla demolizione ed al ripristino dello stato dei luoghi”. A questo punto riteniamo che la misura sia colma, perché se è vero che “Dura lex, sed lex” è anche vero che le leggi vanno interpretate ed applicate nell’interesse della collettività. In questo caso invece ci sembra che si stiano esasperando alcuni aspetti tecnici rischiando di danneggiare definitivamente oltre 200 famiglie e le prospettive di sviluppo della costa nord proprio per essere più realisti del re! A nostro giudizio nella vicenda in questione i proprietari sono le vere vittime del raggiro dei locali “furbetti del quartierino” e non gli affiliati di un’associazione per delinquere ai danni del Comune e della Regione ed in ogni caso deve valere anche e soprattutto per loro la presunzione di innocenza fino a sentenza passata in giudicato. Per la Magistratura “il carattere abusivo dell’insediamento è legato al fatto che esso doveva avere natura turistica e non residenziale”. Questa variazione ha reso necessario da parte del Comune una redistribuzione dei servizi in contrasto con la precedente pianificazione del territorio. La costa nord sarebbe conseguentemente stata “stressata” da questa domanda aggiuntiva di servizi (quali strade, fognature, servizo idrico, condutture del gas ecc.) chiesti dalle famiglie con conseguente deterioramento del suolo, dell’acqua, dell’aria, della flora e della fauna definiti come “aspetti dell’ambiente circostante meritevoli di tutela”.
Tutto ciò sarà formalmente e legalmente vero ma è anche vero che quella dove ora sorge “Acque Chiare” era in precedenza una landa desolata buona solo per pascolarci le pecore o per scaricare materiali di risulta. Abbattere tutto come è successo per le catapecchie cariche d’amianto di Sbitri sarebbe un’offesa alla razionalità ed al buon senso. Cosa fare allora? La soluzione va trovata e deve avere due caratteristiche 1) salvaguardare le villette da possibili demolizioni; 2) essere pienamente “legale” per evitare ulteriori strascichi giudiziari. Affinchè tutto ciò sia realizzabile il passaggio necessario è a nostro giudizio una modifica al redigendo P.U.G. (piano urbanistico generale). I tempi tecnici perché ciò realisticamente possa avvenire (elaborazione della struttura tecnica da parte del settore Urbanistica e da parte di soggetti esterni individuati con l’espletamento di gara pubblica, esame consultivo delle Commissioni Consiliari, del Consiglio Comunale successiva trasmissione del PUG alla Regione ed alla Provincia per il controllo di compatibilità nonché all’autorità competente in materia di VAS per l’acquisizione del relativo parere) sono stimabili nell’arco di non meno di 18-24 mesi. L’intero consiglio comunale ed i nostri gruppi consiliari in particolare lavoreranno affinché tutto ciò avvenga in maniera spedita ma rigorosamente rispettosa della Legge. In particolare formuleremo un ordine del giorno (che ci auguriamo venga approvato all’unanimità) col quale il consiglio comunale si impegna ad inserire nel nuovo P.U.G. il recupero dell’area come zona residenziale oltre che turistico-alberghiera.
Il villaggio “Acque Chiare” è un patrimonio consolidato della città, il trampolino per lo sviluppo dell’intera costa nord. Chiediamo ai proprietari di armarsi di ancora un po di pazienza e di una buona dose di realismo per far elaborare soluzioni definitive ed inattaccabili anzichè pasticciate e provvisorie. Siamo sicuri che le villette torneranno quanto prima e definitivamente nelle loro mani e che giustizia sarà fatta per loro e per la nostra città!
Vorremmo infine aprire una parentesi sul modo in cui l’ultimo consiglio comunale si è svolto. Pur comprendendo le giuste istanze e l’esasperazione dei convenuti crediamo che procedendo di questo passo la nostra assise rischia di trasformarsi da tempio della democrazia a vociante mercato dell’anarchia. Auspichiamo pertanto in futuro una opportuna e preventiva calendarizzazione di questi incontri nelle sedi istituzionali dovute senza renderli estemporanei così come deve accadere in una democrazia evoluta occidentale.
Dott. Salvatore Valentino -
Capogruppo “Democratici e Repubblicani”
Dott. Salvatore Brigante -
Capogruppo Partito Democratico
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