Brindisi, 05/07/2010
UniLecce con Brindisi Lng: critiche le associazioni ambientaliste
Chiunque voglia fornire supporti scientifici ad ipotesi di attività industriali e di altre forme di sviluppo non può non analizzarne contenuti, sostenibilità, fattibilità di tali ipotesi. E sarebbe bene che ciò avvenisse in sintonia con quanto il territorio, nelle sue espressioni democratiche, si prefigge di perseguire.
Tali considerazioni non possono che portarci a parlare della catena del freddo - su cui le scriventi Associazioni motiveranno in seguito in modo puntuale ed articolato la propria posizione - che fisicamente si contestualizza con l’impianto di rigassificazione progettato nel porto. Chiunque – e, quindi anche l’Università del Salento – operi in questo territorio, non può non sapere che le Istituzioni locali, compresa l’Autorità Portuale, e la Regione Puglia considerano incompatibile il rigassificatore con le attività, in primo luogo portuali, presenti e programmate. Senza considerare che, a tutt’oggi non esiste una valutazione di impatto ambientale che risponda a quanto disposto dalla Direttiva 85/337/CEE e che comunque il parere positivo espresso dall’apposita commissione ministeriale ha sollevato tali e tante perplessità da giustificare la presentazione di un esposto alla Procura di Brindisi.
Sappiamo bene quali siano le difficoltà in cui si dibatte l’Università del Salento che, comunque, si regge prevalentemente con fondi pubblici e pertanto la sua attività deve essere orientata verso l'interesse pubblico come del resto avviene in molti paesi. Tali difficoltà possono essere affrontate e superate soltanto con le Istituzioni e, la comunità salentina e, in questo senso prioritariamente, brindisina, collaborando con esse in nome di quello sviluppo sostenibile di cui il rigassificatore è la negazione. Sembra, quindi, conseguente che le eventuali commesse dall'industria privata devono rientrare nel quadro di riferimento generale di un ente pubblico a servizio della collettività, altrimenti quest’ultima sosterrebbe con le proprie risorse un ente che svolge un'attività contro i suoi interessi.
Vorremmo anche far notare che l’altra omonima “catena”, non futuribile ma a reale portata di mano, quella del caldo, pur prevista dalle tante e inapplicate convenzioni firmate con il polo elettrico non è mai stata realizzata facendo dissolvere nel nulla enormi quantità di energia che avrebbero potuto essere utili alla produzione agricola e alla collettività in genere.
COMUNICATO STAMPA CONGIUNTO:
Italia Nostra, Legambiente, WWF Brindisi, Fondazione “Dott. Antonio Di Giulio”, Fondazione “Prof. Franco Rubino”, A.I.C.S., ARCI, Forum ambiente salute e sviluppo, Medicina Democratica, Lipu, Comitato per la Tutela dell’Ambiente e della Salute del Cittadino, Comitato cittadino “Mo’ Basta!”, Comitato Brindisi Porta d’Oriente, Salute Pubblica.
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