Brindisi, 07/07/2010
Morte Manderino: cinque persone rinviate a giudizio
Omicidio colposo e omissione delle misure di sicurezza in relazione alla morte dell'operaio Vincenzo Manderino: con questi capi di accusa il Gip del Tribunale di Brindisi Eva Toscani ha rinviato a giudizio tutti gli imputati iscritti nel registro del sostituto procuratore Cristina Fasano.
Vincenzo Manderino di 54 anni, un operaio di Trepuzzi sposato con nove figli, perse la vita nel novembre 2008 dopo essere caduto da un'altezza di circa 3,5 metri mentre era su un cestello manovrato da un braccio meccanico nella Centrale a carbone di Cerano, a sud di Brindisi.
L'incidente avvenne mentre l'uomo, per conto della Nuova Leucci SRL, stava eseguendo lavori di manutenzione straordinaria sul Gruppo2, in fermata programmata per la manutenzione già da tre settimane.
Le prime indagini evidenziarono la possibilità che non fossero state adottate tutte le misure previste per evitare la tragedia. Chiusa ogni possibilità di mediazione tra le parti adesso si farà il processo che accerterà se vi sono state responsabilità e a chi, eventualmente, addebitarle.
Cinque persone, da ieri, sono passati dallo status di indagati a quello di imputati. Si tratta di Antonino Ascione, direttore dell'unità business della centrale Federico II, di Vincenzo Putignano e Stefano Riotta, dipendenti Enel addetti alla manutenzione degli impianti, Lucio Leucci e Vincenzo Camassa, titolare e direttore tecnico della Nuova Leucci.
|