Brindisi, 14/07/2010
Rigassificatore, BrindisiLng risponde alla CGIL: "non ci spaventa il confronto"
Di seguito riportiamo integralmente la risposta dell'ing.Monteleone, direttore generale di Brindisi Lng, alle dichiarazioni del segretario generale CGIL riportate su questo sito internet.
La Brindisi LNG è disponibile ad aprire un tavolo di confronto e di dialogo sul progetto del rigassificatore a Capo Bianco con tutti e certamente anche con la CGIL. Del resto da tempo abbiamo chiesto alla CGIL, così come alle realtà più rappresentative del territorio, un momento di confronto e di reciproca informazione. Peccato che ciò non sia avvenuto e certamente non per volontà della Brindisi LNG di sottrarvisi. Auspichiamo ancora una volta che questo incontro possa invece avvenire al più presto nel clima di reciproco rispetto che ha sempre caratterizzato i precedenti incontri e che sempre caratterizza il comportamento della Brindisi LNG nell’ambito di una dialettica a volte dai toni accesi ma sempre corretta.
Sorprendono proprio per questo le ultime dichiarazioni della CGIL che imputa a Brindisi LNG la responsabilità dei ritardi e la mancanza di chiarezza e trasparenza sulle caratteristiche del futuro terminale di rigassificazione.
E’ indubbio che qualunque soggetto, persona fisica o giuridica, possa fare in un certo momento valutazioni che poi possano rivelarsi più o meno efficaci nell’ambito di un complesso iter autorizzatorio , ma da qui ad accusare di inadempienza un’azienda che da dieci anni cerca di sviluppare un progetto approvato nel 2003 con il parere di tutti gli enti coinvolti, ce ne corre. Se molti operatori economici non investono a Brindisi o nel resto del Sud Italia, questo avviene non certo per la “minaccia” del rigassificatore, che anzi potrebbe attrarre investimenti massicci e diversificati in rapporto con la creazione del distretto del freddo, bensì proprio per la sfiducia nei confronti di un sistema Paese che, sia a livello locale che nazionale, non fornisce garanzie sui tempi e modalità di realizzazione di infrastrutture così vitali per il Paese.
CGIL cita due temi come esemplificativi di una presunta volontà di perder tempo da parte della Brindisi LNG se non addirittura di comportamento irrispettoso nei confronti degli Enti preposti alla salvaguardia dell’interesse generale: la mancanza di indicazioni di alternative a Capo Bianco e l’assenza di un aggiornamento del N.O.F. (Nulla Osta di Fattibilità) che garantisce l’impianto come sicuro in base alla legge sulla prevenzione degli incidenti rilevanti negli impianti a rischio di tale fattispecie. Ebbene, voglio rassicurare la CGIL sul fatto che la Brindisi LNG non è mai stata omissiva nel corso della procedura di VIA ed ha puntualmente fornito tutta la documentazione di supporto e i chiarimenti necessari a consentire la più completa ed esaustiva istruttoria da parte del Comitato Tecnico VIA. Nell’ambito della procedura di VIA, infatti, Brindisi LNG ha presentato un ampio e dettagliato studio di impatto ambientale che ha previsto differenti ipotesi di localizzazione dell’impianto, fra cui anche il sito di Cerano da tanti evocato come la soluzione di tutti i problemi energetici del porto di Brindisi: il sito di Capo Bianco è risultato essere di gran lunga il migliore. La Commissione VIA ha valutato tutte le diverse ipotesi e alla fine ha dato parere positivo proprio sul sito di Capo Bianco. Brindisi LNG ha il piacere di illustrare l’esito di questo studio anche alla CGIL nel corso di un prossimo incontro.
In quanto alla sicurezza, si vuol ricordare che, al di là della prescrizione specifica contenuta nel Decreto Via, che sicuramente non comporta aggravi di tempistica per il più complessivo iter autorizzatorio del progetto, per la normativa di prevenzione del rischio di incidenti rilevanti vigente in Italia, il NOF rappresenta solo una prima valutazione di compatibilità necessaria per le autorizzazioni ma non sufficiente per consentire l’esercizio dell’impianto, valutazione quest’ultima subordinata ad un nuovo pronunciamento del CTR competente sulla base di un progetto particolareggiato. Tutto ciò a differenza di quanto avviene nel resto d’Europa, dove l’esame tecnico da parte degli organi competenti si completa con il semplice NOF.
In quanto al preteso impatto del traffico delle metaniere sull’attività del porto, confermo che si tratta di una vera e propria leggenda metropolitana. Entreranno infatti nel porto di Brindisi un massimo di due metaniere a settimana, per un tempo massimo di occupazione dello specchio d’acqua all’interno del porto esterno di un ora ciascuna per entrambe le operazioni di arrivo e partenza , tempo calcolato non solo dall’azienda nel suo studio di impatto ambientale ma dagli stessi operatori portuali che, nell’ambito del convegno promosso durante il Salone Nautico nello scorso Aprile, hanno descritto nel dettaglio i tempi e le modalità di arrivo e di ormeggio delle metaniere, dimostrando la perfetta compatibilità con le attività portuali. Il porto, tra l’altro, non potrà che beneficiare delle entrate economiche derivanti da una maggiore presenza di gasiere e dal possibile uso del freddo per offrire capacità frigorifere utili a sviluppare una retroportualità che sarebbe un fiore all’occhiello di un approdo come quello di Brindisi.
Non ci spaventa il dialogo, anche il confronto serrato con chi la pensa diversamente. Ma a patto che le opinioni siano suffragate da fatti, dati puntuali, cifre e alternative concrete e realistiche. Altrimenti non siamo di fronte ad opinioni diverse ancorché legittime ma a punti di vista ideologici e a pregiudizi che celano motivazioni che poco hanno a che fare con lo sviluppo di Brindisi e con il rispetto dei suoi cittadini.
Ing. Enrico Monteleone
Direttore generale Brindisi LNG
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12/07/2010 - Brindisi, Rigassificatore, Almiento: "BrindisiLng abbia rispetto per tutti"
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