Brindisi, 14/08/2010
Rizzo: "la vitivinicultura ha le gambe corte"
Siamo prossimi alla vendemmia 2010 e le notizie raccolte da autorevoli esperti
della materia raccontano che sarà una delle annate più interessanti degli
ultimi anni.
Qualità e quantità in un salutare equilibrio che potranno significare una
chiara ripresa del settore.
Non so quanto, queste premesse potranno di fatto coinvolgere la
vitivinicoltura brindisina,
e i miei dubbi nascono da una certezza assoluta che ho maturato e vissuto
personalmente.
Sulla questione vitivinicola brindisina l’ottava commissione consigliare da
me presieduta (quella alle attività produttive) nell’anno in corso dal Febbraio
alla fine d’Aprile, ha condotto una approfondita analisi del settore nella
città di Brindisi, cercando soprattutto di arrivare ad un progetto comune ed a
delle modalità operative che riportassero ai fasti del passato, la
viticultura brindisina, in un momento in cui il Vino ormai ha assunto “dignità“ culturale in quanto rappresenta storia, arte, tradizione e cultura ed ultimo
ma non ultimo sviluppo economico e volàno per tutta restante agricoltura.
Le conclusioni a cui sono giunto non mi fanno certo ben sperare per l’immediato futuro.
La commissione nel corso degli incontri che la stessa ha promosso con gli operatori del settore, ossia con gli organi dirigenziali delle tre cantine sociali insistenti nel capoluogo, non è riuscita a comprendere con chiarezza
programmi e proposte che il settore cooperativo vuole avviare.
Anzi, posso
certamente affermare che la cooperazione vitivinicola a Brindisi oggi più del
passato ha le gambe corte e soffre indiscutibilmente di una apatia
imprenditoriale che porterà certamente alla fine di questa forma di impresa.
Tra le varie ipotesi di discussione avanzate nel corso dei nostri incontri, quella che sempre è emersa come la più logica e congeniale al varo di un serio
programma di ristrutturazione-cooperazione vitivinicola brindisina è stata da
subito alienata dalle stesse cantine.
Certamente, i distinguo in questa sede andrebbero pur fatti ma di fatto il risultato non cambia.
Esiste una arrogante ostinazione al non dialogo tra le
tre strutture che da politico mi preoccupa e soprattutto mi inquieta per la
assoluta irresponsabilità nei riguardi dei produttori, degli agricoltori che
nonostante tutto continuano ad affidare il loro insuccessi alle cantine
sociali.
Ma fino a quando sarà possibile consentire questa indolenza che fa male anche
al territorio?
L’Amministrazione comunale sicuramente non è l’organo deputato
alla soluzione delle disfatte della impresa privata, ma è certamente sede di
dialogo e analisi di problematiche che riguardano il territorio con la ferma
speranza che gli interlocutori si dotino di buon senso e responsabilità.
La vendemmia 2010 è già passata.
COMUNICATO STAMPA ROBERTO RIZZO - CONSIGLIERE COMUNALE - PRESIDENTE COMMISSIONE CONSIGLIARE ATTIVITA' PRODUTTIVE
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