Brindisi, 01/09/2010
Festa patronale: oggi "Le Balluche de la Saugrenue" in P.zza Vittoria
Piazza della Vittoria ore 21,00
Le Balluche de la Saugrenue
Bal musette atipique (Loira, Francia)
Marie Perrin Mimi la sardine canto flauti
Florent Sepchat Flo la brettelle fisarmonica
David Forget David l’ampoule contrabbasso
chitarra manouche Pierre Mager-Maury
Pedro le basque Jâse (antica batteria)
La formazione, proveniente dalla regione della Loira, si esibisce in un concert-bal, formula che mira a coinvolgere il pubblico in danze conviviali e festose. Lo stile musette si è sviluppato a Parigi tra il 1930 e il 1950 dall’incontro tra fisarmonicisti italiani e cabarettisti provienienti della regione dell’Auvergne. Le Balluche de la Saugrenue ripropongono questo repertorio di canzoni e balli influenzato dal swing manouche e dal gusto esotico per le danze spagnole come il paso doble, per le danze dell’est Europa come il walz e la polka e da quelle provenienti dal continente americano (rumba, cha-cha, ecc.). Al tempo stesso, Le Balluche de la Saugrenue permeabili alla musica del proprio tempo, ne danno una reinterpretazione originalmente ‘atipica’ come loro amano definirla.
IL VALZER MUSETTE
Un valzer che rompe gli schemi, quello musette, la risposta popolare ai valzer imbalsamati della nobiltà e della borghesia, che vede negli Strauss i massimi artefici di temi spesso con caratteristiche musicali e sonorità che richiamano atmosfere militari e guerresche. Le classi sociali più umili, pur amando il ritmo ternario, rifiutavano le forme auliche che caratterizzavano ormai il valzer, giunto al suo massimo livello di successo e consegnato ad orchestre famosissime trasformandosi nel tempo in musica d’ascolto più che in musica da ballo. Ma in qualche modo il proletariato doveva pur menare i passi, nasceva così un valzer alternativo con contenuti culturali legati ai problemi umani e personali della quotidianità, e con musicalità legate ad un antico strumento: la musette.
Musette è un termine francese che deriva da muse (musa), uno strumento musicale molto simile alla cornamusa, che già esisteva nel XIII secolo. Curt Sachs inserisce la musette nella tipologia delle zampogne, con la precisazione che essa divenne nel '600 'una varietà aristocratica' prodotta dalla 'infatuazione arcadica' della Corte francese (Curt Sachs, Storia degli strumenti musicali, Milano, Mondadori, 1996). Il termine definisce anche una danza pastorale risalente allo stesso periodo, nata in Alvernia, una regione della Francia centrale. Il nome della danza, naturalmente, derivava da quello dello strumento musicale con cui veniva eseguita: il tempo era indifferentemente binario o ternario. La danza tornò in auge, nel secolo XVIII grazie alla rielaborazione di valenti musicisti quali Bach e Mozart, e agli inizi del Novecento quando, attraverso una sintesi tra ritmo ternario, movimenti fondamentali del valzer e contenuti culturali popolari, diventò VALZER MUSETTE, il cui strumento musicale, caduta in disuso la musette, fu la fisarmonica.
La critica musicologica vi ha individuato un genere preciso, con sue caratteristiche inconfondibili. Molti studiosi francesi lo hanno definito valzer popolare, ponendolo in antitesi con il valzer solenne della corte napoleonica.
La propensione delle persone (della gente umile) a canticchiare o a fischiettare si esplica sempre attraverso motivi orecchiabili e non troppo impegnativi. Tanto avvenne con il valzer musette, proprio grazie alla semplicità della sua architettura musicale e al suo contenuto poetico e intimistico. Si trattava di canzoni, più o meno famose (ricordiamo interpreti come Paul Delmet, Edith Piaf), in cui si parlava di vicende personali, liete o dolorose, e di stati d'animo tristi o gioiosi, sempre rigorosamente soggettivi.
Molti suonatori di valzer musette erano vagabondi che attraversavano le strade di Parigi e si fermavano nelle piazze ad allietare i passanti: curiosi ed appassionati di quel genere musicale si radunavano per apprezzare la qualità delle canzoni e dei relativi arrangiamenti. Non esiste un valzer musette fatto di sola musica. La parte cantata ne rappresenta l'essenza stessa. Il testo è una storia: di vita, d'amore, di miseria. Ogni testo è un'altra storia. Come pure, non esiste un valzer musette che non sia ballabile. La ballabilità è stata una costante ed una prerogativa di questo genere, al contrario di quanto avveniva per i grandi valzer viennesi, che sempre più diventavano musica da ascolto.
Nonostante le sue origini abbiano radici lontane (Alvernia, XIII secolo), il valzer musette è un prodotto tipicamente urbano, che si colloca in una posizione quasi mediana fra il valzer di Strauss padre, di natura rurale e campestre, e il valzer borghese_aristocratico di Johann Strauss figlio. I suoi precursori e antesignani furono i tipici emarginati della grande città, quella appunto in cui si andava trasformando Parigi agli inizi del '900. Il successo della musette cominciò a consolidarsi nel 1920, esplodendo ai massimi livelli nel periodo 1940/1955. Questo genere resse fino agli inizi degli anni '60, supportato dalla fisarmonica, che nel corso degli anni diventò uno strumento sofisticato e tecnologicamente avanzato. Da Parigi, la moda di ballare il valzer musette si estese a molte regioni della Francia, nonchè in Austria, Germania, Italia. In Italia, specialmente nella regione Emilia/Romagna, la musette andò oltre la struttura del valzer: essa fu presto contaminata da figure di mazurca e di polca. In compenso, conquistò le piste da ballo, nelle pubbliche piazze e nelle grandi balere.
Con l'avvento delle mode americane e inglesi in fatto di musica e di ballo, negli anni sessanta iniziò la crisi della musette. Al ritmo ternario si sostituirono i ritmi binari e, con questi, si imposero danze rivoluzionarie (tipo il rock 'n' roll) che ebbero un grosso impatto sul pubblico giovanile.
Oggi il tempo binario continua a tenere banco, nelle discoteche e nei concerti. Ma il ritmo ternario conserva il suo fascino e continua ad occupare un proprio spazio nel panorama internazionale delle danze. Anche la musette sopravvive, e non solo in Francia.
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