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Brindisi, Almiento (CGIL): "opponiamoci allo smantellamento dell'istruzione pubblica"



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Brindisi, 01/09/2010

Almiento (CGIL): "opponiamoci allo smantellamento dell'istruzione pubblica"

Ciò che in questi giorni sta accadendo nella fase dello svolgimento delle operazioni di nomina per il personale della Scuola ha purtroppo le caratteristiche di una morte annunciata: la morte del sistema scolastico pubblico.
In Puglia oltre 4.000 posti in meno tra docenti e personale tecnico amministrativo, nella provincia di Brindisi oltre 400 in meno, 900 in meno nell’ultimo biennio, il 12% rispetto a una media nazionale annua del 2%. Sempre penalizzato il Sud. Non è una razionalizzazione delle risorse umane, è una ecatombe.
Per Brindisi è come chiudere 9 stabilimenti di Alenia Aeronautica. Lavoratrici e lavoratori della nostra provincia, già precari e ora disoccupati. Famiglie in crisi, nel disinteresse di molti. Spesso, sui problemi della Scuola, il silenzio è assordante.
E, ieri, 31 agosto, c’è stata la protesta disperata di 70 collaboratori scolastici: lavoratrici e lavoratori che, dopo anni di precariato nella scuola pubblica rivendicano il loro diritto al lavoro, purtroppo negato da questo Ministero e da questo Governo.
E’ già cronaca che, per dare visibilità al loro dramma, hanno cercato di bloccare le operazioni di nomina di quel centinaio di loro colleghi, “più fortunati” che per ordine di graduatoria ancora per quest’anno ce l’hanno fatta!
Quanta tensione e quanta rabbia ho registrato su quei volti, ma era altrettanto evidente, sul mio volto, tutta l’amarezza di chi, da parte sindacale, ha fatto di tutto per evitare la distruzione di un sistema scolastico e la perdita di tanti posti di lavoro.
Purtroppo, quando il risultato delle lotte non arriva in tempo utile, allora la rabbia di chi subisce e si vede negato il diritto al lavoro può coinvolgere tutti: chi non ha mai smesso di protestare contro pseudo riforme che nascondono solo l’obiettivo di tagliare risorse umane e strumentali alla Scuola Pubblica e chi, invece, è stato per anni latitante e che ora,quando ormai il re è scandalosamente nudo, sembra improvvisamente risvegliarsi da un lungo torpore.
Ma come CGIL Confederale, come categoria della FLC CGIL di Brindisi, in questi ultimi due anni non ci siamo mai distratti: abbiamo, invece, denunciato questo attacco al sistema scolastico pubblico con varie forme di protesta e cercando di richiamare l’attenzione sui problemi della scuola e sulle ripercussioni che avremmo registrato sulla qualità del percorso d’istruzione e formazione degli alunni con la perdita di migliaia di posti, per i docenti e per il personale A.T.A.
Abbiamo motivato le ragioni di una forte opposizione nei confronti di ogni azione governativa di taglio sugli organici e sui finanziamenti per la Scuola.
Abbiamo, già la scorso anno, insieme a una delegazione di studenti, rappresentato al Prefetto tutta la nostra preoccupazione per ciò che poteva prospettarsi come rischio sul versante della sicurezza, e, ora, abbiamo chiesto di poter rappresentare l’aggravamento della situazione nelle nostre scuole.
Abbiamo denunciato che questo Ministero ha compiuto solo interventi “quantitativi” al massimo ribasso: meno docenti, meno personale amministrativo, meno bidelli, meno tempo-scuola, niente finanziamenti! Più alunni per classe, più accorpamenti di Istituti scolastici, più caos!
Ma dopo la crociata per il maestro unico nella scuola primaria, con somma gioia di Tremonti (altra subdola fascinazione mediatica per far credere ai genitori che stavano scegliendo tra due modelli di scuola e non, di fatto, tra scuola e non-scuola) alla Gelmini qualcuno ha spiegato che il processo di apprendimento necessita di tempi distesi e di relazioni positive docente-alunno e non di ammucchiate?
E ancora: con le ammucchiate nelle classi, e l’assenza di collaboratori scolastici, addetti alla vigilanza, alla cura della persona per la fascia di alunni più piccoli, chi garantirà nelle nostre scuole le più elementari norme per la sicurezza e l’incolumità degli alunni? Sono queste, solo le ultime ragioni, fra tante, per cui indignarsi, perché la rivendicazione dei posti di lavoro del personale della scuola è un problema di tutti: significa rivendicare una scuola pubblica all’insegna della qualità e della tutela dei diritti dei minori.
E’ per questo che, come CGIL, facciamo un appello a tutti i Dirigenti Scolastici, ai Sindaci, alle famiglie: denunciate i rischi cui gli ultimi tagli apportati in termini di organici e di risorse economiche espongono intere comunità scolastiche della nostra provincia. Il diritto all’istruzione, sancito dalla Costituzione, non è per pochi ma per tutti e per ognuno, come qualsiasi educatore, degno di questo nome, è pronto a sostenere!
L’auspicio è che, al di là degli sforzi regionali per un altro decreto salva-precari, utile comunque per dare respiro a tanti lavoratori e a tante scuole, cresca la consapevolezza del danno e, conseguentemente, con il contributo di tutti, un’opposizione forte al programma di smantellamento del sistema pubblico d’istruzione.

COMUNICATO STAMPA CGIL


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