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Brindisi, Festa patronale: oggi "Le Musiche da Camera" all'Archivio di Stato



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Brindisi, 02/09/2010

Festa patronale: oggi "Le Musiche da Camera" all'Archivio di Stato

Giovedì 2 settembre ore 21,00
Archivio di Stato - Piazza De Leo - Brindisi
Ensemble strumentale con strumenti d’epoca
Le Musiche da Camera
“Comme se mozzecato m’avesse na tarantola”
arie, concerti e sinfonie dall’ intermezzo all’opera buffa
musiche di Pergolesi, Sarro, Paisiello, Insanguine, Piccinni, De Majo, Barbella

Quasi un secolo di musica, scelta dal repertorio del teatro musicale “comico” del settecento napoletano, viene offerto all’ascolto con il programma proposto.
Napoli e la sua “scuola musicale” tra la fine del seicento ed il primo trentennio del settecento hanno avuto un ruolo essenziale nello sviluppo del genere “Intermezzo”, termine con il quale vengono indicate le brevi piéce comiche generalmente a due o tre parti destinate ad intercalare gli atti dell’opera seria, e nelle quali si possono individuare dei tratti usuali del repertorio della Commedia dell’Arte. In questo lungo periodo si assisterà al passaggio dalla sudditanza all’affrancamento dei personaggi e del testo dall’opera seria nella quale erano inseriti, e che avevano il compito di “alleggerire”, ed alla creazione di una drammaturgia propria che vedrà il culmine con i celebri intermezzi di Pegolesi “La Serva Padrona”.
Assieme a queste brevi scene buffe, si andò affermando l’opera comica, che per dimensioni e durata era assimilabile all’opera seria. Generata dalla “Commedeja pè mmuseca”, che aveva il testo in napoletano, e metteva in scena personaggi popolari, l’opera comica attraversa il settecento accogliendo le istanze di cambiamento che man mano si rendevano necessarie. Il coesistere dell’idioma dialettale con quello italiano, la scelta del solo italiano poi, il mutare delle classi sociali di riferimento, vari sotto generi per durata e denominazione, ma alla fine il suo nome sarà sempre e solo “Opera Buffa”.
Molti dei compositori di Opere Buffe sono di origine pugliese, Paisiello, Piccinni, Insanguine, Latilla, Sarro, Leo ecc, sebbene abbiano studiato ed affinato la loro arte nei quattro conservatori napoletani dell’epoca, e sono autori che oramai godono di ampio studio e divulgazione delle opere.
La prima parte del concerto dedicata agli “Intermezzi” vede due coppie di arie e duetti tratti da due operine: il “Morano e Rosicca” di Francesco Feo, nel quale troviamo un lui fedigrafo che cerca di sfuggire ad una lei tradita vestendosi da donna “negra”, di seguito lei intonerà una classica aria di tradimento dove riscontreremo tutti gli stilemi tipici del melos partenopeo, ed infine il duetto che accoglie anche musicalmente il classico lieto fine.
Da “Eurilla e Beltramme” del compositore “tranese” Domenico Sarro, avremo due arie dal secondo intermezzo; quella di Eurilla nella quale ella si dichiara di specchiata moralità e di buoni costumi, ma con esiti comici che verranno sottolineati nella seguente aria di Beltramme incentrata sul parallelo tra la volubilità del pensiero e dei desideri di Eurilla con il volo di un pipistrello. Chiude il duetto finale dell’intermezzo che accompagnato da una musica briosa e scoppiettante, propone un testo carico di sottili doppi sensi.
La seconda parte dedicata all’ “Opera Buffa” vede arie dei pugliesi Niccolò Piccinni e Giovanni Paisiello e una dell’aversano Domenico Cimarosa. L’aria di Cimarosa è un divertentissimo e brioso campionario dei vezzi e dei vizzi delle cantanti del settecento. Di Piccinni proponiamo “La Posta a lo Froncillo”, una deliziosa aria nella quale una servetta propone un parallelo tra la caccia ad un topolino e quella ad un suo innamorato in odore di tradimento, e “Son Disperato” un aria dall’opera Lo Sposo Burlato, nella quale Don Pomponio, accompagnato vorticosamente dall’orchestra, si interroga sulle gioie ed i dolori che le donne elargiscono. La prima aria di Paisiello “Si saccio niente niente”, è un grottesco litigio tra due servi, uomo e donna, con l’uomo che ovviamente soccombe nel finale alla “dolcezza” della compagna. e si chiude ancora con Paisiello e ancora con la coppia di popolani che in omaggio alla Puglia intonano la più classica delle tarantelle salentine.
Per la varietà del programma, delle opere strumentali interpoleranno il susseguirsi delle arie: il concerto per flauto e archi attribuito a Giovan Battista Pergolesi, del quale ricorrono quest’anno i trecento anni della nascita, una Sinfonia di Francesco Mancini, che aprirà il concerto, e due Allegri da Sinfonie avanti l’opera, il primo di Carmine Giordano compositore di origine sannite ed il secondo del napoletano Emanuele Barbella, compositori della metà del settecento alla cui riscoperta l’ensemble dedica da tempo particolare attenzione.

Costituito nel 1993 da musicisti napoletani dediti alla ricerca nel campo della musica antica, “Le Musiche da Camera” fin dall’inizio ha indirizzato la propria attività verso la riscoperta di brani inediti o poco conosciuti di compositori napoletani dei secoli XVII e XVIII, con esecuzioni basate sul recupero della prassi esecutiva barocca. I componenti dell’ensemble si sono formati alla scuola di specialisti nella prassi esecutiva barocca e classica, e collaborano altresì con importanti istituzioni ed ensemble barocchi. La formazione base varia secondo le esigenze del repertorio, e si caratterizza inoltre per l’uso di strumenti tipici dell’area napoletana, come mandolino, mandolone, mandoloncello, colascione, chitarra barocca. Le fonti su cui si basa il lavoro esecutivo dell’ensemble sono, nella maggior parte dei casi, manoscritti e copie a stampa originali; il lavoro di ricerca, revisione e trascrizione moderna viene svolto da Egidio Mastrominico, con la collaborazione di Pier Paolo De Martino. I programmi proposti sono indicativi delle ricerche compiute dall’ensemble per offrire all’ascolto non un mero florilegio di musiche, ma percorsi musicali costruiti con una struttura tematica in modo da unire coerentemente ricerca musicologica e godibilità d’ascolto.
“Le Musiche da Camera” ha presentato in prima esecuzione moderna numerose opere di compositori del Settecento napoletano come E.Barbella, G.Paisiello, N.Piccinni, D.Sarro, F.Feo, A.Ragazzi, N.Sabatino, D.Perez, presso festival e rassegne di rilevanza nazionale (“Harmonie Palatinae” 2006 – Palazzo Barberini Roma, IX Festival “Antiqua” – Torino, 51° Festival di Ravello, VIII Festival di Musica Antica “Seicentonovecento”- Pescara, VII Festival di Musica Antica “Il Montesardo” – Alessano, Festival “Grande Musica in Chiesa" - Roma, “Todi Festival”, Barocco Festival “Leonardo Leo”- S.Vito dei Normanni, III Festival di Musica Barocca “Farinelli”-Andria, Festival Musicarchitettura - Gerace, Festival dell’Opera Buffa “Recitarcantando”- Ripatransone, Festival “Musiche nelle Corti” - Matera, II Convegno Internazionale Jommelli e Cimarosa – Aversa, “Aperitivi alla Reggia 2006” - “Festa dell’Arte 2004” e ”Natale alla Reggia”– Teatro di Corte della Reggia di Caserta, “Venerdi della musica”, “ Melodie all’Archivio di Stato” - IX e X Maggio dei Monumenti Napoli, Manifestazioni per il VII Centenario della Certosa di Padula, “Classica al Chiostro”- Sorrento, “ Musica antica per un nuovo mondo" Concerti per Greenpeace, Teatro Comunale di Viterbo, Unione Musicisti Napoletani) invitato da enti ed associazioni quali: UNESCO, Regione Campania, Comune e Provincia di Napoli, Sovrintendenza BB.AA. di Caserta, Sovrintendenza BB.AA di Napoli, Sovrintendenza BB.AA. di Salerno e Avellino, Scuola HOLDEN - HoldenArt ecc, riscuotendo lusinghieri consensi di pubblico e di critica (articoli su La Repubblica, Il Mattino, Il Tempo, Roma, Contrappunti, Il Giornale di Napoli, Cronache di Napoli).

I musicisti:
2 cantanti,1 flauto, 5 violini, 1 viola, 1 violoncello, 1 violone, 1 b.c.
Rosa Montano, mezzosoprano
Giusto D’Auria, baritono
Renata Cataldi, tra versiere,
Egidio Mastrominico, Raffaele Tiseo, - violini di concerto
Vincenzo Bianco, Gianluca Pirro, Federico Valerio – violini
Fernando Ciaramella, viola
Leonardo Massa, violoncello
Ottavio Gaudiano, contrabbasso
Debora Capitanio, clavicembalo


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