Brindisi, 11/09/2010
Vertenza AQP, Matarelli (Sel): "non indebolire la presenza sul territorio"
Il progetto riorganizzativo di Acquedotto Pugliese in questa estate è stato al centro di un acceso dibattito locale e ritengo doveroso prendere una mia posizione. Premetto che considero l’operato svolto dall’ Unità Territoriale dell’Acquedotto Pugliese di Brindisi efficiente, professionale e assolutamente capace di rispondere in modo tempestivo ai quotidiani problemi del territorio.
Tale giudizio è avvalorato da tutti i rappresentanti istituzionali dei Comuni e della Provincia di Brindisi, mostrando stima verso tutti i dipendenti di AQP che con passione e serietà operano da anni nel nostro territorio provinciale.
Sembrerebbe quindi che, sic rebus stantibus, il vigente modello organizzativo, che ha sempre risposto ai criteri di efficienza ed economicità, sia assolutamente efficiente e come tale non solo degno di essere mantenuto ma anche rinforzato.
Tuttavia, da una attenta lettura della nota inviata dall’Ing. Monteforte ai Sindaci della Provincia di Brindisi e da una accurata disamina della documentazione che l’azienda ha fornito ai sindacati per illustrare i contenuti del progetto riorganizzativo, non si evince a mio avviso la motivazione per la quale l’attuale modello sia stato ritenuto inadeguato ed improduttivo tanto da giustificarne la revisione. Le perplessità aumentano quando, nel proporre il nuovo modello, non viene fornita alcuna analisi che ne evidenzi i benefici economici e le vantaggiose ricadute sul territorio e sul personale che esso comporterà e ancor più quando si sottolineano le contraddizioni tra il nuovo modello organizzativo e quanto riportato nel Piano d’Ambito 2010-2018, in cui l’ATO Puglia impone all’ente gestore di dotarsi di una struttura centrale snella ed agile e ribadisce la necessità di potenziare e non disgregare le Unità Territoriali dotandole di forte autonomia decisionale. Inoltre lo stesso ATO conferma come corretta l’individuazione di 6 UT (e non 4 come da progetto riorganizzativo) distinte e separate (Bari, Brindisi, Foggia, Lecce, Taranto, Trani) quale modello organizzativo adeguato all’erogazione del Servizio Idrico Integrato.
Per cui non sono chiare le ragioni per le quali l’azienda tenta di attuare questo progetto nonostante gli ampi dissensi espressi dai Rappresentanti di tutte le istituzioni locali dai sindacati, dal comitato Acqua bene comune, dalle associazioni di consumatori, dai lavoratori.
Ritengo che l’assenza dal territorio di Brindisi della figura Manageriale e di tutti i Capi Area, oltre che di alcune aree operative, diminuisca di tanto il potere e l’autonomia decisionale indebolendo la presenza di AQP sul territorio con inevitabili conseguenze negative sugli investimenti, sui controlli igienico-sanitari e sulla qualità del servizio.
COMUNICATO STAMPA TONI MATARRELLI - CONSIGLIERE REGIONALE SEL
|