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Ceglie M.ca, Incidenza tumori: intervengono il dott. Galetta e il ricercatore Gianicolo



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Ceglie M.ca, 13/09/2010

Incidenza tumori: intervengono il dott. Galetta e il ricercatore Gianicolo

L'articolo del dott. Maurizio Portaluri, collaboratore del nostro portale, pubblicato in anteprima da Brundisium.net e ripreso da diverse testate locali ha destato notevole attenzione.
Nel suo intervento, il dott. Portaluri, direttore del servizio di Radioterapia dell’ospedale Perrino di Brindisi, rimarca i risultati di una ricerca del CNR che evidenzia "l’eccesso di mortalità, tra le donne per tumore a trachea bronchi e polmoni" nel comprensorio di Ceglie Messapica.

All'articolo di Portaluri sono seguiti due autorevoli prese di posizione, quella del dottor Domenico Galetta, oncologo presso l’Istituto Tumori Giovanni Paolo II di Bari e del dott. Emilio Gianicolo, ricercatore dell’Istituto di Fisiologia Clinica del CNR di Lecce, estensore della ricerca assieme ad alcuni colleghi di altri istituti del CNR e dell’Università di Pisa.

Di seguito l'intervento del dott. Galetta:
“Devo intervenire su tale problematica per diversi motivi: innanzitutto ero presente all’incontro tenutosi a Ceglie il 21 gennaio scorso ed ho avuto modo di ascoltare le relazioni dei partecipanti e di dire personalmente anche la mia opinione in merito. I dati presentati dall’ARPA, nel pur breve periodo di monitoraggio dell’inquinamento dell’aria su inquinanti gassosi (benzene, anidride solforosa, monossido di carbonio, biossido d’azoto, ozono) e particellari (PM10, ovvero le cosiddette polveri sottili) evidenziavano solo per queste ultime il superamento del valore soglia in 8 su 114 giorni di monitoraggio, mentre tutti gli altri elementi esaminati sono sempre risultati nella norma.
Allo stato attuale non vi sono a mio avviso elementi di certezza per giungere ad alcuna conclusione che potrebbe risultare precocemente allarmistica. Il numero dei decessi attesi per tale patologia è stato superato da quelli avvenuti ma non esiste in Puglia, se non sulla carta, un Registro Tumori.
Ogni conclusione effettuata in sua assenza non può essere considerata un dogma! Mancando un Registro Tumori ci si basa su altri elementi disponibili quali ad esempio le schede di dimissione Ospedaliera che purtroppo non fotografano la realtà ma rappresentano solo uno degli strumenti utilizzabili per poter giungere a delle conclusioni.
Mi spiego: un decesso avvenuto a Ceglie per tumore polmonare in una donna che ha vissuto vent’anni all’estero a quale ambiente va attribuito a quello di Ceglie o a quello in cui ha vissuto? Mancano al momento i riscontri incrociati con le anatomie patologiche in cui sono conservati i referti istologici, ovvero la diagnosi certa. Per ogni caso di tumore polmonare vi è la certezza istologica? (molto spesso le schede di morte vengono compilate dal curante al quale possono mancare alcuni importanti elementi della storia clinica) oppure esso è la causa probabile ma non istologicamente accertata?
Mi occupo da qualche tempo di oncologia polmonare ed ho avuto modo di seguire diversi miei compaesani e negli ultimi 20 anni e non ho avuto modo di poter verificare in maniera così evidente tale dato. Ancora: non esiste il tumore al polmone, ma esistono almeno una ventina di tipi diversi di tumore polmonare: quale di questi tumori è aumentato: l’adenocarcinoma, come sta avvenendo in gran parte dei paesi occidentali e che potrebbe essere legato all’uso delle sigarette ultraleggere? il carcinoma bronchiolo alveolare o il carcinoide che sono tipici dell’età giovanile?… o ad una delle altre forme?? Come si fa a dirlo su 28 decessi?? Come e dove sono state trattate queste pazienti? …
Con questo non voglio sottovalutare alcun motivo di riflessione, anzi voglio incoraggiare una ricerca ancora più approfondita su tali questioni. Proprio in quell’incontro era emersa anche l’opportunità congiuntamente all’ARPA, di poter avviare un progetto di monitoraggio anche di altre fonti di inquinamento che non siano solo sopra di noi ma anche sotto (leggasi sottosuolo, falde acquifere… ) e credo che il prof. Franco Nigro, anch’egli presente a quell’incontro, presentò una relazione davvero interessante a tal proposito.
Il dr Portaluri, che conosco e stimo, è da sempre molto attento alle tematiche ambientali ed anche stavolta apre una finestra di forte riflessione. Per concludere vorrei solo attenuare gli allarmismi che ci sono, vorrei che si concretizzassero dei progetti congiunti con le strutture preposte a tale scopo, vorrei che il Registro Tumori non rimanesse solo sulla carta ma vorrei anche che le donne di Ceglie possano essere certe che nulla venga sottovalutato ma allo stesso tempo nulla è accertato se non il grande danno che a loro giumnge dalla più evidente causa di tumore polmonare: il fumo!!!”.

Questo invece l'intervento del Dott. Emilio Gianicolo:
Ho letto con molto interesse gli interventi del dott. Portaluri e del dott. Galetta su quello che è stato definito come un mistero e cioé la maggiore prevalenza di tumore al polmone tra le donne residenti a Ceglie Messapica.
Concordo sulla necessità che anche la Regione Puglia si doti di un Registro Tumori, fonte indispensabile di conoscenza della distribuzione spaziale e temporale delle neoplasie ed elemento imprescindibile per azioni di prevenzione primaria.
In mancanza di un tale registro, ritengo che fonti quali le schede di dimissione ospedaliera o il registro nominativo delle cause di morte – pur con i limiti descritti dal dott. Galetta - forniscano comunque informazioni preziosissime.
Informazioni, anzi, di maggior contenuto informativo rispetto ad una valutazione semplicemente aneddotica.
E queste informazioni descrivono a Ceglie un quadro che deve essere illustrato ai cittadini di quella comunità.
Per dovere, per onestà intellettuale, per il diritto che le persone hanno di essere informate sullo stato delle conoscenze epidemiologiche, perché – purtroppo – la storia, anche di questo territorio, dimostra come - pur in presenza di fonti informative (incluso il registro tumori, nello specifico il Registro Tumori Jonico-Salentino) concordanti sul cattivo stato di salute delle popolazioni (mi riferisco a quella brindisina) - decisioni in direzione della tutela della salute delle persone non sono esattamente all’ordine del giorno. E questo perché i “fatti della scienza” sono solo uno dei fattori, spesso non in cima ai pensieri dei decisori, alla base delle decisioni politiche. Ed è allora indispensabile informare le popolazioni, fornire elementi oggettivi sui quali fondare le proprie opinioni.
Elementi oggettivi come i dati sanitari che abbiamo divulgato in occasione del convegno del 21 gennaio 2010.


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