Brindisi, 16/09/2010

Antonucci (Pdl): "Un reparto di medicina del lavoro per Brindisi"

Il “no” convinto contro i tagli decisi dal governo regionale di Nichi Vendola per la sanità pubblica dovrebbe essere accompagnato da una mobilitazione corale che veda Istituzioni e cittadini uniti affinché sia ancora più evidente che la volontà dei brindisini è di non perdere neppure uno dei posti letto attualmente disponibili nell’ospedale “A. Perrino”.
Una mobilitazione finalizzata anche ad evidenziare che Brindisi ha esigenze particolari meritevoli addirittura certamente di più attenzione e atti concreti rispetto al resto della Puglia. Ad esempio: in una città industriale come Brindisi non è possibile che non ci sia un reparto con posti letto di medicina del lavoro.
Purtroppo Vendola e l’assessore regionale Fiore non solo vogliono tagliare i posti letto ospedalieri ma anche i servizi e gli investimenti nella prevenzione. Insomma, un disastro su tutti i fronti.
Ritengo in questo contesto di dover esplicitare un richiamo di ordine generale per ciò che attiene soprattutto la prevenzione. La prevenzione, oltre che a diagnosticare preventivamente una patologia al fine di evitarne la conclamazione, serve anche a diminuire l'insorgenza di malattie o addirittura morti di lavoro.
I controlli sanitari dovrebbero, in una società civile e attenta, essere la normalità e la quotidianità ma in Puglia e soprattutto a Brindisi non è così.
Se tutti i progetti per la salute della donna richiedono una serie di interventi specialistici correlati che hanno permesso risultati eccezionali nel controllo e nella riduzione della mortalità neoplastica femminile, ritengo che in questo piano ospedaliero regionale, anche per gli ultimi accadimenti brindisini, sarebbe indispensabile riaprire a Brindisi in modo autonomo o nell'ambito di medicina generale, comunque delle unità dedicate alla medicina del lavoro come tra l'altro un po' di anni fa esisteva.
Inoltre, se l'Organismo mondiale della sanità, sin dall'anno 1996, ci vede tra le città con una maggiore incidenza tumorale, anche nelle donne, legata all'inquinamento ambientale e industriale, significa anche che il controllo nei periodi lavorativi dei soggetti addetti a mansioni rischiose non è stato costante ed efficace.
Con queste premesse sarebbe opportuno che sia garantita la ricerca di markers tumorali, soprattutto in coloro che, anche per esposizione lavorativa a rischio, possono incorrere in patologie neoplastiche. I medici dovranno poter prescrivere questi accertamenti sicuri che saranno effettuati ma per questa certezza occorrerà, ovviamente, che siano gratuiti.
Altro che tagli indiscriminati nella sanità pubblica, Vendola e l’assessore Fiore dovrebbero impegnarsi nell’eliminare gli sperperi e le tante spese inutili e potenziare, nel frattempo, gli interventi migliorativi.

COMUNICATO STAMPA LIVIA ANTONUCCI - CONSIGLIERE COMUNALE PDL