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Brindisi, Operazione Calipso: tutti i dettagli



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Brindisi, 29/09/2010

Operazione Calipso: tutti i dettagli

I Carabinieri del R.O.S. e del Comando Provinciale di Brindisi hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Lecce, su richiesta della locale Procura della Repubblica - Distrettuale Antimafia - nei confronti di 11 indagati per associazione mafiosa, associazione a delinquere finalizzata al traffico ed allo spaccio di sostanze stupefacenti ed estorsione, con l’aggravante del metodo mafioso.
I provvedimenti scaturiscono da un’indagine condotta sin dal 2007 sul clan “VITALE” di Mesagne (BR), facente capo al detenuto VITALE Antonio, esponente di vertice della Sacra Corona Unita brindisina e diretta emanazione del capo storico Pino ROGOLI.
È stato documentato il processo di riorganizzazione del sodalizio, sotto la guida dei pregiudicati VICIENTINO Daniele e PENNA Ercole, che avevano progressivamente esteso la loro influenza da Mesagne ai comuni limitrofi di Ostuni, Oria e Ceglie Messapica, imponendo nuove regole di rigida divisione territoriale, con un referente per ciascuna località e la delimitazione del raggio d’azione dei gruppi affiliati ai rispettivi territori. Veniva inoltre esclusa la possibilità di reclutamento in aree diverse da quelle direttamente controllate, per evitare le tensioni verificatesi in passato.
Il sodalizio aveva assunto un ruolo centrale nel traffico di cocaina, avvalendosi per gli approvvigionamenti di due autonomi canali in Piemonte e Calabria, quest’ultimo riconducibile alla cosca “MEGNA” di Papanice (KR). Il narcotico veniva successivamente distribuito con un’articolata rete di spaccio in Puglia ed Emilia Romagna.
È stato accertato anche il coinvolgimento del sodalizio nel controllo di centri scommesse on-line e di sale da gioco, con l’imposizione di forniture di slot machine, da parte del noto PRUDENTINO Albino. Quest’ultimo, già inserito nella rete dei contrabbandieri affiliati alla S.C.U., è ritenuto responsabile, unitamente al VICIENTINO Daniele, anche di un’estorsione commessa in danno dei titolari di una società di scommesse di Ceglie Messapica, costretti a versare all’organizzazione un importo annuo di 10 mila euro.
Nel complesso, l’indagine ha confermato i rapporti di cooperazione tra i principali sodalizi mafiosi dell’area, funzionali soprattutto al controllo del locale traffico di stupefacenti, evidenziando come la “S.C.U.” brindisina, allentati gli storici interessi nel contrabbando di t.l.e., abbia rimodulato le proprie strategie criminali, individuando anche nel settore del gioco lecito, nuove e remunerative fonti di guadagno.

Gli arrestati 1) PENNA Ercole Giuseppe, inteso “lino u biondu”, classe 1974 di Mesagne;
2) PRUDENTINO Albino, classe 1951, di Ostuni;
3) BEMBI Bruno, classe 1962, di Oria;
4) NIGRO Nicola, classe 1974, di Ceglie Messapica;
5) VICIENTINO Giovanni, classe 1962, di Mesagne;
6) VICIENTINO Maurizio, classe 1976, di Mesagne;
7) CAVALLO Angelo, classe 1972 di Mesagne;
8) MAGGIO Tiziano, classe 1977, di Mesagne.
Gli arrestati, al momento delle irruzioni dei Carabinieri del R.O.S. nelle abitazioni (sono stati sorpresi nel sonno alle ore 04.00), non hanno opposto la benché minima resistenza.
Durante l’operazione, i Carabinieri del R.O.S. e del Comando Provinciale di Brindisi si sono avvalsi del supporto di elicotteri ed unità cinofile per la ricerca di droga, armi ed esplosivi. Il solo PENNA ha tentato la fuga attraverso il terrazzo ma è stato prontamente bloccato dai militari operanti. Ulteriori tre catturandi, da tempo irreperibili, sono attivamente ricercati.

La cattura di Prudentino in Albania Albino PRUDENTINO, localizzato a Valona (ALBANIA) da militari del R.O.S. e da personale del Servizio Cooperazione Internazionale di Polizia del Ministero dell’Interno, è stato tratto in arresto nel corso di un’operazione congiunta condotta dal R.O.S., dalle forze di polizia albanesi e da personale del Servizio Cooperazione Internazionale di Polizia del Ministero dell’Interno. PRUDENTINO è momentaneamente trattenuto presso le carceri albanesi in attesa che siano espletate le previste procedure estradizionali.
La cattura di PRUDENTINO Albino è avvenuta contestualmente a quelle degli altri coindagati in ITALIA. La contestualità dell’intervento fra l’ITALIA e l’ALBANIA è stata assicurata dal coordinamento del R.O.S. dall’ITALIA. PRUDENTINO Albino, venerdì 1° ottobre 2010, avrebbe inaugurato un casinò nella città di Valona.

Le indagini
Le indagini, condotte dal R.O.S. sin dal 2007, hanno consentito di accertare:
- l’operatività della associazione di tipo mafioso S.C.U. – Clan “VITALE”:
- con Daniele VICIENTINO ed Ercole PENNA quali capi e promotori, Albino PRUDENTINO, Bruno BEMBI, Gennaro SOLITO e Nicola NIGRO quali referenti dell’organizzazione in Ostuni e ALBANIA, Oria e Ceglie Messapica, Giovanni VICIENTINO, Maurizio VICIENTINO, Angelo CAVALLO e Tobia PARISI quali luogotenenti di Daniele VICIENTINO in Mesagne, San Donaci e Latiano;
- finalizzata a commettere una serie indeterminata di reati con particolare riferimento al traffico di sostanze stupefacenti, alle estorsioni, al gioco d’azzardo e al controllo delle attività criminali e dei traffici illeciti nelle zone suddette: in particolare, l’associazione, in virtù di un capillare controllo del territorio, della disponibilità di armi e di notevoli quantità di denaro, della saldezza e stabilità del vincolo tra gli associati (tutti rispettosi dei compiti loro assegnati, delle regole dell’organizzazione e delle gerarchie di essa), si avvaleva della forza intimidatoria derivante anche dal ruolo di VICIENTINO Daniele (fautore della “strategia del terrore e del disagio”, da lui stesso così definita) e PENNA Ercole di “successori” di VITALE Antonio nella posizione di vertice della fazione mesagnese e della conseguente diffusa condizione di assoggettamento ed omertà, sia interna che esterna, al fine di realizzare profitti e vantaggi ingiusti per se e per altri, assumendo il controllo o esigendo il rendiconto di qualsiasi attività illecita da chiunque svolta sul territorio e comportante significativi profitti;
- la sussistenza dei c.d. “reati fine”, in capo alla citata organizzazione, avendo i sodali posto in essere più estorsioni in danno di alcuni imprenditori della Provincia di Brindisi;
- la presenza di dinamiche associative dedite al traffico e alla cessione di stupefacenti del genere “cocaina”, in Provincia di Brindisi, con rifornimenti anche dalla Calabria e dal Nord Italia (in particolare dall’area del Torinese)
Gli arrestati avevano di fatto ricostituito la struttura di vertice della Sacra Corona Unita fondata da Giuseppe ROGOLI, al quale continuavano a far riferimento.



L’INDAGINE “CALIPSO”
Come testualmente citato dall’Autorità Giudiziaria inquirente, l’indagine convenzionalmente denominata “CALIPSO” condotta dal R.O.S. “costituisce l’approfondimento investigativo più incisivo effettuato sulla criminalità organizzata in Mesagne in epoca successiva all’indagine denominata MEDIANA”.
A far data dal 2006, numerosi soggetti già imputati e condannati nell’ambito del procedimento c.d “MEDIANA” riacquistavano la libertà e provvedevano a ridare vitalità all’associazione mafiosa S.C.U., che tornava quindi ad essere pienamente operativa. Peraltro, anche nel periodo della detenzione in carcere, alcuni soggetti di spicco dell’associazione avevano provveduto al reclutamento di associati dei quali servirsi al momento del loro ritorno in libertà.

L’ASSOCIAZIONE DI TIPO MAFIOSO ED IL RUOLO APICALE DI PENNA ERCOLE E VICIENTINO DANIELE. “LA STRATEGIA DEL TERRORE E DEL DISAGIO”.
Sulla base di quanto delineato in premessa, il R.O.S., con la condivisione della Direzione Distrettuale Antimafia e del G.I.P. di Lecce, sviluppava un’attività di indagine tecnica e dinamica, intercettando in particolare le conversazioni tra presenti all’interno dell’abitazione di VICIENTINO Daniele, in Mesagne, nonché svolgendo sul campo mirati servizi di osservazione e pedinamento. I risultati di detta attività, che si esporranno di seguito, testimoniavano dell’operatività dell’associazione di tipo mafioso “Sacra Corona Unita”, emergente dall’attività svolta dal PENNA e dal VICIENTINO, in unione ad altri soggetti.
Numerose conversazioni captate dai militari del R.O.S. permettevano di ritenere l’esistenza di una associazione denominata “Sacra Corona Unita” all’interno della quale il ruolo di promotori e capi veniva assunto da PENNA Ercole e VICIENTINO Daniele (da rilevare, tra l’altro, che quest’ultimo in occasione della nascita della figlia, riceveva gli auguri del boss VITALE Antonio).
In particolare, in una conversazione intercettata dal R.O.S., Daniele VICIENTINO, unitamente al proposito di farsi vedere insieme a PENNA Ercole, riferiva al fratello Maurizio come intendeva controllare il territorio e gestire la sua organizzazione attraverso quella che lui stesso definiva la “strategia del terrore e del disagio”.
Per altro verso, il ruolo apicale all’interno dell’associazione di tipo mafioso svolto dal VICIENTINO e dal PENNA, in particolare quali esponenti della sua ala mesagnese, storicamente predominante, comportava l’interessamento e la gestione delle articolazioni territoriali dell’associazione nella provincia di Brindisi, come dimostrano ad esempio i rapporti del VICIENTINO con esponenti della criminalità ostunese, nonché l’orgoglio dimostrato dal VICIENTINO per il riconoscimento anche “sociale” del suo ruolo apicale, ruolo che gli permetteva di intervenire anche quale “mediatore” per la pacificazione di conflitti.
Nel corso di un’ulteriore conversazione intercettata dal R.O.S., avvenuta tra i cugini Daniele e Giovanni VICIENTINO, emergeva il ruolo apicale del primo ed il dominio anche territoriale esercitato sulle articolazioni dell’associazione anche al di fuori del territorio di Mesagne, evidente in espressioni quali “…..e digli di non far mettere piede a nessuno là su quel paese! Niente, tutti alla larga... tutti alla larga! se ti serve una mano veniamo noi, digli”.
I carabinieri del R.O.S. accertavano anche come le organizzazioni criminali satelliti dovessero versare il cosiddetto “punto” a quella principale di Mesagne, anche per quanto riguarda le quote derivate dalla gestione di talune sale gioco, per come erano state in precedenza stabilite da Carlo CANTANNA, importante boss di Mesagne attualmente in carcere.
Inoltre, per inquadrare la figura di VICIENTINO Daniele, è particolarmente significativo il passaggio di una conversazione intercettata dal R.O.S., durante la quale, lo stesso VICIENTINO, parlando dell’imminente cessazione del regime penitenziario del c.d. “carcere duro” nei confronti di alcuni capi storici della SCU, BUCCARELLA Salvatore e BRUNO Ciro, precisava come questi non dovessero avanzare pretese e dovessero limitarsi a “stare tranquilli”. Nel prosieguo della medesima conversazione, quindi, VICIENTINO Daniele mostrava una particolare intesa con BEMBI Bruno di Oria, al quale, tramite SOLITO, mandava a dire “Digli di non fare entrare nessuno, a chi sia, sia sul paese….Digli se sente puzza di qualcosa di avvisarmi!”, espressioni alquanto significative per delineare il contesto associativo di tipo mafioso di cui anche il BEMBI faceva parte.

I RAPPORTI TRA VICIENTINO DANIELE E VITALE ANTONIO.
Altrettanto significativo, al fine di delineare il ruolo svolto da VICIENTINO Daniele all’interno dell’associazione, è il rapporto di assoluta fiducia da lui intrattenuto con VITALE Antonio, notoriamente elemento di vertice della “Sacra Corona Unita” a far data dalla seconda metà degli anni novanta ed attualmente detenuto in regime c.d. di “carcere duro”.
Ma del massimo significato, quanto all’accertamento del ruolo rivestito dal VICIENTINO in seno all’associazione, risulta essere tutta la vicenda relativa all’assunzione da parte del medesimo di un debito vantato da soggetti calabresi nei confronti di un familiare di VITALE Antonio.
Si accertava così l’esistenza di rapporti tra soggetti di spicco della “SCU” ed esponenti di primo piano della ‘ndrangheta calabrese.

I RAPPORTI TRA VICIENTINO DANIELE E PENNA ERCOLE.
Nel corso delle indagini venivano intercettate alcune conversazioni tra VICIENTINO Daniele e PENNA Ercole che dimostravano sin da subito il ruolo di vertice rivestito dai due all’interno della Sacra Corona Unita. Come peraltro accertato dai carabinieri del R.O.S., gli incontri tra VICIENTINO Daniele e PENNA Ercole avvenuti all’interno dell’abitazione del primo venivano circondati da una serie di precauzioni e di cautele atte a preservarne il carattere “riservato”. Nei loro incontri, i due facevano particolare riferimento ad estorsioni commesse in passato e ad altre in quel momento in atto, anche con riferimento alla necessità di sostentamento dei detenuti. Nel corso di una conversazione, in particolare, VICIENTINO faceva riferimento alla “forza nostra” e PENNA rispondeva “come facevamo il ’98!”.

I RAPPORTI TRA VICIENTINO DANIELE E PRUDENTINO ALBINO.
Nel corso di una conversazione tra VICIENTINO Daniele ed Albino PRUDENTINO, si ipotizzava lo svolgimento di una serie di attività illecite nell’ambito agroalimentare. In realtà i rapporti tra i due risultavano particolarmente stretti e tali da indurli a pianificare insieme il procacciamento delle risorse da destinare al mantenimento degli affiliati detenuti, anche a mezzo della gestione concordata (“Siamo a società!”) delle macchinette del videopoker.
In questo senso è assolutamente rivelatrice una conversazione intercorsa tra i due, in considerazione della ricchezza dei riferimenti fatti alla gestione dei videopoker (“devono tenere la gestione, per fare il 25% devono tenere la gestione, la gestione qual è? devono venire un mese da noi che devono imparare il mestiere”), alle vicende passate e presenti dell’organizzazione criminale (“no, no ma a parte, non sono più i tempi di una volta e le persone di una volta...”), nonché di come agli introiti derivanti dal contrabbando si siano sostituiti quelli derivanti dalla gestione monopolistica delle “macchinette” del videopoker (“perché questo lavoro non lo conosceva nessuno no! Mentre invece le sigarette... hai capito?”).
Un’altra conversazione metteva in evidenza la caratura criminale di Albino PRUDENTINO, nonché il rispetto e la considerazione a lui tributate da VICIENTINO Daniele, il quale ne esaltava il carisma e la capacità gestionale. Si tracciava quindi uno spaccato della storia della “Sacra Corona Unita”, passata dalla gestione del contrabbando di T.L.E. a quella dei video giochi, fonti tutte sicure di introiti finalizzati al mantenimento degli affiliati ed in particolare dei detenuti.

LA GESTIONE DELLE SALE GIOCHI ED IL CONTROLLO ESERCITATO DALL’ASSOCIAZIONE.
Venivano quindi intercettati numerosi colloqui tra VICIENTINO Daniele e PRUDENTINO Albino aventi ad oggetto proprio lo sfruttamento della gestione dei videopoker, tra l’altro nella prospettiva dell’apertura di una sala giochi. Così in una conversazione tra presenti intercettata dal R.O.S., a seguito della quale il VICIENTINO informava PENNA Ercole della sua intenzione di avviare un’attività lecita (la sala giochi) che avrebbe permesso loro di fruire di una “copertura” per gli introiti illeciti, nonché di godere di una fonte di guadagni da destinare ai membri dell’associazione detenuti. L’interessamento di VICIENTINO Daniele alla gestione o comunque alla partecipazione negli utili derivanti dalla gestione del gioco d’azzardo rimaneva costante ed emergeva da altre conversazioni intercettate, dalle quali si poteva dedurre come l’espansione nel settore del VICIENTINO fosse ormai avvenuta.

LA FORZA DI INTIMIDAZIONE DELL’ASSOCIAZIONE.
Numerose conversazioni intercettate nel corso delle indagini dimostravano al di là di qualsiasi dubbio la natura illecita delle attività svolte dagli associati e la sussistenza di una elevata forza di intimidazione quale caratteristica della stessa associazione.
Ad esempio, in una conversazione tra VICIENTINO Daniele e CAVALLO Angelo, appariva rilevante il riferimento alle modalità di spostamento del primo, il quale utilizzava un’altra autovettura come “staffetta”, nonché il racconto di come la sola sua presenza fosse in grado di fare “sbiancare” le persone che avevano motivo di temerlo.
In altre conversazioni, invece, VICIENTINO Daniele istruiva il cugino Maurizio in ordine alle precauzioni necessarie all’utilizzo delle schede telefoniche cellulari.
Per altro verso, ancora ulteriori conversazioni tra presenti captate a casa di VICIENTINO Daniele la sera del 10 ottobre 2008, tra questi, CAVALLO Angelo e VICIENTINO Maurizio, evidenziavano la forza ed incisività con cui l’associazione riusciva ad imporre ad altri soggetti anche i luoghi da frequentare, esercitando un penetrante controllo del territorio.

IL COMPIMENTO E LA PROGETTAZIONE DI ATTIVITA’ ESTORSIVE.
Veniva accertata dalle indagini del R.O.S. anche la progettazione, compiuta unitamente ad altri indagati facenti parte con tutta evidenza dell’associazione, di estorsioni in danno di attività commerciali.
In un caso, nel corso di una discussione tra VICIENTINO Daniele, VICIENTINO Giovanni e CAVALLO Angelo, i tre interlocutori facevano riferimento all’imposizione del pagamento di una somma di 1000 euro per la durata di due anni in danno di un imprenditore del luogo che avrebbe tra l’altro dovuto assumere un “un guardiano”.
In una ulteriore conversazione, i cugini Daniele e Giovanni VICIENTINO facevano riferimento alla possibilità di effettuare un’estorsione in danno di una ditta del brindisino, all’epoca impegnata nella realizzazione di un villaggio turistico.

L’ESTORSIONE AD UNA SOCIETÀ DI SCOMMESSE.
Una serie di conversazioni intercettate il 16 ed il 19 maggio 2008 tra PRUDENTINO Albino, VICIENTINO Daniele e VICIENTINO Giovanni, permettevano di accertare come una Società di Scommesse fosse sottoposta ad estorsione da parte del PRUDENTINO per 10.000 euro annui, somma che questi aveva già ritirato e consegnato a VICIENTINO Daniele.

IL TRAFFICO DI STUPEFACENTI.
Dalle indagini svolte era possibile acquisire significativi ed inequivocabili elementi di prova in merito all’attività svolta in seno all’associazione Sacra Corona Unita, articolata come si è detto sopra, di traffico di sostanza stupefacente. In proposito, le intercettazioni all’interno dell’abitazione di Daniele VICIENTINO permettevano di accertare come questi provvedesse al confezionamento della sostanza stupefacente di tipo cocaina proprio all’interno di tale abitazione.
Il sequestro poi di kg 1,126 di cocaina, effettuato a Bari il 9 luglio 2008 a carico di MAGGIO Tiziano, aveva ad oggetto sostanza stupefacente destinata proprio a VICIENTINO Daniele. La sera del 7 luglio 2008 MAGGIO Tiziano si metteva in viaggio raggiungendo, come aveva già fatto il precedente 18 giugno, il Piemonte, dove per circa sei ore sostava nella città di Torino, dalla quale ripartiva per fare immediatamente rientro a Mesagne. La mattina del 9 luglio 2008 i carabinieri procedevano alla perquisizione dell’autovettura Ford Focus S.W. con cui viaggiava il MAGGIO di ritorno dal Piemonte, rinvenendo due panetti avvolti da nastro adesivo da imballaggio, contenenti 1,126 kg di cocaina, occultati nella parte superiore dell’auto, tra la capote ed il rivestimento interno della stessa con accesso dal vano plafoniera della luce di cortesia. Le prime analisi confermavano l’alto grado di purezza della cocaina e, all’interno degli strati di cellophane trasparente con cui era stata confezionata, era presente della sostanza granulosa dal tipico odore di caffè macinato. VICIENTINO, a seguito dell’arresto, riferiva ai sodali che si sarebbe accollato le spese legali, nonché il mantenimento in carcere del MAGGIO.

COMUNICATO STAMPA RAGGRUPPAMENTO OPERATIVO SPECIALE REPARTO OPERATIVO COMANDO PROVINCIALE CARABINIERI DI BRINDISI


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