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Brindisi, Fondazione Rubino: passare al setaccio il territorio



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Brindisi, 08/12/2004

Fondazione Rubino: passare al setaccio il territorio

Passata la fase organizzativa di sensibilizzazione dell’opinione pubblica su un nuovo modello di sviluppo per la provincia di Brindisi, sfociata nella imponente manifestazione del 4 dicembre scorso, è tempo di passare alla programmazione di interventi che, partendo dall’esistente approdino a nuovi progetti di investimenti sul territorio con il coinvolgimento delle Istituzioni, comune-Provincia- Regione in primo luogo, oltre che dell’imprenditoria.
Alla luce di quanto accaduto in passato la Fondazione “F. Rubino” che sulla “questione ambientale” ha sempre mantenuto un atteggiamento coerente, di netto rifiuto per qualunque insediamento sul territorio ad alto rischio ambientale, non pregiudizialmente ma evidenziando come la mancanza di chiarezza rischiava di far passare un’ulteriore beffa sulla testa dei cittadini, ribadisce la proposta da tempo avanzata in tutte le sedi puliche e istituzionali: vale a dire la necessità di passare al setaccio tutto ciò che insiste sul territorio (Enimont- Lepetit- Fiat Avio- Iam, ecc.), con i relativi cicli di produzione e delle sue componenti inquinanti.
Che non possono essere riconducibili ai singoli impianti o aggirati con il gioco delle “tre carte” delle valutazioni di impatto ambientale dei singoli insediamenti. Perché non succeda più che uno si alza la mattina e decida chi chiudere e chi, invece, far installare; soprattutto se questo avviene secondo logiche che di nobile, di politica economica, di rispetto dell’ambiente e del territorio hanno poco a che fare; si è già verificato troppe volte in passato salvo clamorosi provvedimenti sospensivi del Tar.
In linea con quanto sempre sostenuto dal prof. Rubino, la Fondazione ribadisce fortemente la necessità che, tutti insieme, si “obblighi” le Istituzioni a predisporre un Centro di controllo ambientale dei cui costi devono farsi carico, in primo luogo, il Ministero dell’Ambiente essendo questa area riconosciuta ad alto rischio ambientale, Regione- Provincia- Enel- Ausl (utilizzando i fondi sulla prevenzione), il Comune (fondi Enel).
Un Centro di Controllo ambientale che aggreghi tutte le componenti relative all’ambiente, dal monitoraggio globale del territorio (acqua- terra –cielo –industrie –agricoltura -opere idrauliche e portuali, ecc.), ad un Osservatorio Epidemiologico che, con screening mirati, segua le malattie sensibili ai fattori inquinanti. Oltre a rappresentare una strategia non più rinviabile, sul modello sperimentato con successo in altre realtà. Un orientamento in tal senso non solo farebbe giustizia delle tante mistificazioni circa il rapporto salute - occupazione-sviluppo sostenibile, ma rappresenterebbe un segno di rispetto nei confronti dei tanti morti per tumori sospetti registrati a Brindisi e delle loro famiglie che, oltre al danno, piangono la beffa di un mancato riconoscimento di nesso di casualità tra danno ambientale e decesso dei propri cari.

COMUNICATO STAMPA FONDAZIONE FRANCO RUBINO


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