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Brindisi, Catena del Freddo: controrisposta delle Associazioni all'Università



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Brindisi, 11/10/2010

Catena del Freddo: controrisposta delle Associazioni all'Università

"Rigassificatore e catena del freddo: lavoro scientifico o campagna persuasiva?" era l'oggetto di una lettera inviata al al Rettore, al Senato Accademico, ai Presidi di Facoltà, ai Docenti dell’Università del Salento dalle associazioni che da tempo si battono contro l'insediamento del rigassificatore della Brindisi Lng nella zona portuale Capo Bianco.
Il testo è riportato integralmente al presente link.

Alla lettera delle Associazioni ha inteso rispondere il Magnifico Rettore dell'Università del Salento, Prof. Ing. Domenico Laforgia.
Anche questo documento è stato pubblicato integralmente da Brundisium.net al presente link.

Oggi giunge la controrisposta delle associazioni. Di seguito il testo di questa lettera aperta che ha ad oggetto:" Rigassificatore e università: una collaborazione da rivedere"

Egregio Rettore,
apprezziamo l’attenzione che ha voluto rivolgere alla nostra “lettera aperta” sul problema della collaborazione che l’Università salentina ha deciso di assicurare alla società Brindisi Lng partecipando al gruppo di lavoro incaricato di studiare le linee di sviluppo del “distretto del freddo” nell’ambito del progetto per la costruzione del rigassificatore a Capo Bianco.
Dobbiamo però confermare le nostre riserve e la nostra amarezza nei confronti di tale scelta per i motivi indicati nel precedente scritto. Motivi che Lei, ad eccezione di quello desumibile dal quesito di cui al punto 6, liquida con le parole “siamo naturalmente a conoscenza della storia difficile del rigassificatore”. Quella storia, signor Rettore, è la ragione fondamentale della nostra critica alla collaborazione che la Sua università si appresta a fornire alla società interessata: una storia di abusi e di tortuosi traffici che hanno dato luogo a pesanti censure da parte della locale Procura della repubblica con la conseguente celebrazione di un processo penale per gravi reati di corruzione e di falso che oggi è in fase dibattimentale nel corso della quale si sta assistendo a testimonianze che danno i brividi come quella resa all’udienza del 8 ottobre scorso della quale si sono interessati i locali organi di stampa.
Torniamo allora a farLe presente che il progetto del rigassificatore è stato rifiutato con decisioni unanimi dagli organi collegiali deliberativi delle Amministrazioni locali e della Regione Puglia nonché dalla stragrande maggioranza della nostra popolazione.
Quanto al “punto 6” della nostra lettera, quello nel quale veniva fatto riferimento a “campagne pubblicitarie con finalità persuasive estranee all’ambito dello studio e della ricerca e in contrasto con gli interessi della comunità”, richiamiamo la Sua attenzione sul fatto che l’Università salentina ha deciso di collaborare ad un progetto (quello generale nel quale si inserisce il discorso sul distretto del freddo) la cui esecuzione, oltre ad essere stata bloccata di fatto da un sequestro penale (tuttora operante) del cantiere, è stata sul versante amministrativo formalmente sospesa con un provvedimento adottato dal Ministero dello sviluppo economico d’intesa col Ministero dell’ambiente. Sospensione anch’essa tuttora operante dal momento che dopo tale decisione c’è stato solo “il parere” della Commissione VIA formalizzato da un decreto ministeriale che ovviamente non incide sull’efficacia della sospensione medesima.
Parere che peraltro è stato impugnato dinanzi alla Giustizia amministrativa dalle Amministrazioni locali e dalla Regione oltre ad essere oggetto di vaglio da parte della competente Autorità giudiziaria penale a seguito di alcuni esposti. La Sua Università sta allora collaborando ad un progetto allo stato non autorizzato perché è in corso una procedura di revisione che può concludersi o con la convalida dell’autorizzazione (come dà per scontato la società Lng per effetto di chissà quali “illuminazioni” dall’alto) o con la rimozione del provvedimento amministrativo (come ci limitiamo ad auspicare noi umili mortali).
A conclusione della Sua nota Lei sembra giustificare la scelta operata con la considerazione che “la stesura di un progetto di riutilizzo del freddo è una delle prescrizioni contenute nel decreto VIA di autorizzazione dell'impianto” sicché “sarebbe meglio – si legge nella nota medesima - che lo faccia una struttura universitaria … e non una società privata”.
Non ci siamo, signor Rettore, perché il progetto non è affatto autorizzato per le ragioni sopra esposte che Lei può agevolmente verificare. E non ci siamo anche perché la “prescrizione” alla quale Lei fa riferimento è una disposizione anomala per il contenuto e impropria per la sede dal momento che le prescrizioni sono per loro natura rivolte, in questa materia, a ridurre la rischiosità degli impianti e non certo a prevedere benefici (pretesi e da dimostrare) che potrebbero essere in ipotesi previsti in intese o convenzioni fra la società e gli enti territoriali interessati. Enti che – giova sottolineare – non si sono mai fatti coinvolgere in siffatta operazione in coerenza con le loro scelte. Parliamo di anomalia perché il “distretto del freddo” è stato in tutti questi anni il cavallo di battaglia delle campagne pubblicitarie con finalità persuasive allestite e curate dalla società interessata.
Una anomalia stranamente trapiantata nelle prescrizioni sulla quale le nostre associazioni hanno richiamato l’attenzione di tutte le autorità competenti a svolgere il controllo di legalità sulla vicenda.
L’università da Lei presieduta è un importante istituto di rilievo pubblico che vuole continuare a svolgere – ne siamo sicuri – la sua qualificata funzione culturale in piena libertà da ogni condizionamento ed è per questo, signor Rettore, che con la presente nota offriamo alla Sua sensibilità e alla Sua responsabilità le considerazioni che precedono anche con l’intento di adempiere ad un dovere di collaborazione civica.
Restiamo a Sua disposizione per quanto possa occorrere e La salutiamo distintamente.

Italia Nostra, Legambiente, WWF Brindisi, Fondazione “Dott. Antonio Di Giulio”, Fondazione “Prof. Franco Rubino”, A.I.C.S., ARCI, Acli Ambiente, Forum ambiente salute e sviluppo, Medicina Democratica, Salute Pubblica, Lipu, Comitato per la Tutela dell’Ambiente e della Salute del Cittadino, Comitato cittadino “Mo’ Basta!”, Comitato Brindisi Porta d’Oriente.


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