Brindisi, 12/10/2010
Troppe condanne alle spese, Albano e Monetti: "il Comune faccia sapere"
Le ingenti spese del Comune di Brindisi per debiti fuori bilancio contratti a causa di condanne al pagamento di speso sono al centro di una interrogazione al Sindaco di Brindisi, al Presidente del Consiglio Comunale ed al Collegio dei Revisori dei Conti. L'interrogazione è stata presentata da due degli amministratori più attivi dell'opposizione; Vincenzo Albano consigliere comunale Partito Democratico e Antonio Monetti, vice presidente Consiglio Comunale.
Di seguito ne riportiamo integralmente il testo:
Nell’ultimo consiglio comunale la maggioranza del consiglio ha riconosciuto debiti, non previsti in bilancio, rivenienti da sentenze esecutive per le quali il comune di Brindisi è stato condannato a pagare complessivamente la somma di circa 205mila euro per risarcimento danni, interessi e spese.
Qualche mese prima, ne aveva riconosciuto un altro di circa 6 milioni di euro, finanziato con un mutuo.
Complessivamente, lo scorso anno sono stati riconosciuti e finanziati debiti fuori bilancio, non previsti, per complessivi 7.719.775,64 (circa 15 miliardi di lire). Quest’anno, ne era stato già riconosciuto un altro per 2.305.000,00 euro.
Tutti riferite a sentenze di condanna relative a cause per esproprio, per rapporti di lavoro ed altro.
Il dubbio che quelle sentenze potessero rappresentare la punta dell’iceberg di un contenzioso importante, ci ha spinto in passato a chiedere , come gruppo consiliare, di conoscere l’entità del contenzioso civile, amministrativo del comune di Brindisi.
Volevamo avere contezza di una situazione che ritenevamo potesse potenzialmente incidere negativamente sui bilanci comunali, ma anche per verificare le possibilità di intervento ed evitare di scaricare sulle future generazioni un impegno economico gravoso, difficile da gestire.
La sensazione invadente, che persiste tuttora, riguarda la capacità, dell’Amministrazione comunale di saper gestire in modo adeguato i rapporti con i suoi interlocutori; siano essi personale di servizio, società o imprese.
Una preoccupazione manifestata in più circostanze anche dal Collegio dei Revisori, il quale anche nell’ultima relazione agli equilibri di bilancio del 30 settembre scorso, ha raccomandato di “sensibilizzare i singoli settori dell’amministrazione comunale per una più attenta valutazione delle circostanze da cui potrebbe scaturire un contenzioso e quindi una passività per l’ente, per evitare di esporre in futuro l’amministrazione ad eventuali ulteriori richieste risarcitorie rivenienti dalla reiterazione di atti più volte censurati in sede giudiziaria e scongiurare l’eventuale contestazione e accertamento di responsabilità patrimoniale”.
E’ evidente il riferimento a situazioni che andrebbero chiarite in base al principio di responsabilità, che dovrebbe connotare l’azione dell’amministrazione comunale e che richiedono la sua attenzione e intervento, proprio perché, in caso di soccombenza, risultano gravosi l’entità del risarcimento del danno, ma anche le spese di giudizio, per gli avvocati, per gli interessi e le rivalutazioni varie, che crescono in misura esponenziale nel corso del processo.
E’ già successo in occasione in quella della condanna al pagamento di 6 milioni di euro. Ma anche immaginiamo potrebbe accadere, ad esempio, nel caso in cui il comune dovesse risultare soccombente nella causa che riguarda l’esproprio dei terreni su Canale Patri, con la quale si chiede un risarcimento di diversi milioni di euro, oppure in quella che ha attivato dal novembre 2004, la società che ha costruito l’impianto di CDR, e con la quale si chiede al comune un risarcimento di oltre 2 milioni di euro, per problemi relativi alla costruzione ed al collaudo dell’impianto.
La stessa società alla quale il comune, pur in presenza e nonostante il contenzioso giudiziario, che poteva e doveva quanto meno incrinare il rapporto fiduciario, ha continuato ad affidare direttamente e senza gara, per 72 mesi, al costo mensile di 36 mila euro e per complessivi 2.600.000 euro circa ( oltre 5 miliardi di lire ) il servizio di vigilanza e sorveglianza di un impianto, che non ha mai funzionato. Senza fornire una motivazione per giustificare una decisione, che ci risulta incomprensibile e non in linea con le procedure previste dalla legge.
E un po’ come litigare e contemporaneamente andare d’accordo.
Per quanto sopra, Le chiediamo notizie sullo stato del contenzioso in essere del comune di Brindisi con l’indicazione, in quanto possibile,dei seguenti elementi:
• data di insorgenza del contenzioso;
• tipologia e la ragione del contenzioso;
• quantificazione delle pretese originarie;
• eventuali ricorsi in appello, in cassazione o al consiglio di stato;
• stato del contenzioso con riferimento alle eventuali sentenze di primo grado o di appello e definitive;
• esistenza di sentenze di qualsiasi grado, l’ammontare complessivo attuale delle pretese conseguenti al giudizio, valutate anche nel caso in cui il comune si stia opponendo in giudizio,
• eventuali transazioni concluse in questi ultimi cinque anni.
|