Brindisi, 12/11/2010

Asl: la fisica sanitaria per una radioterapia sicura

Sicurezza in ospedale significa anche ricevere il medicinale giusto nella dose giusta. Un possibile errore in corsia è proprio lo scambio di farmaci o la somministrazione di una dose maggiore, quindi più tossica, o minore, quindi meno efficace, di quella necessaria.

Gli errori e gli incidenti sono eventi che accadono in medicina come in ogni attività umana. Negarli è semplice infingimento. Proprio non negarli ma evidenziarli ed analizzarli è uno dei modi per ridurne la frequenza e la gravità. L'analisi preventiva delle azioni che si compiono quotidianamente per assistere le persone ammalate può ridurre ma non annullare la probabilità che si verifichi un errore o un incidente.

Anche la radioterapia non si sottrae a questa regola nonostante gli incidenti in questa branca della medicina sono meno frequenti che in altre. Nel 2008 l'Organizzazione Mondiale della Sanità ha pubblicato il documento Radiotherapy Risk Profile: su ogni milione di trattamenti radianti si rinvengono circa 15.000 errori, mentre su ogni milione di ricoveri ospedalieri circa 65.000 dipendono da effetti avversi ai farmaci.

Il Centro di Radioterapia di Brindisi, sin dal suo nascere, ha riposto molta attenzione sulla problematica degli errori. Ha aderito al ROSIS, una banca dati europea, su base volontaria, che raccoglie errori da parte dei centri aderenti. Una importante rivista del settore “Strhalentherapie und Onkologie” pubblicherà nel prossimo mese di dicembre un lavoro di raccolta ed analisi di 37 errori occorsi dal 2002 al 2008 nel centro brindisino. Questa attività ha permesso di modificare e migliorare alcune procedure interne al servizio per evitare la ripetizione degli errori.

Sempre nell’ottica della riduzione degli errori il Servizio di Fisica Sanitaria dell'Ospedale Perrino ha recentemente avviato un'attività di dosimetria in vivo su tutti i pazienti. L'attività consiste nel misurare la dose su alcuni fasci di radiazioni all'inizio di ogni trattamento. Sinora la sicurezza veniva garantita da due attività: i controlli di qualità sulle apparecchiature ed il calcolo computerizzato della dose previsionale. La dosimetria in vivo permette di chiudere il cerchio con la certezza della dose somministrata. È come se dopo la somministrazione di un farmaco si andasse a dosare la sua concentrazione nel sangue. La procedura è impegnativa per il personale fisico e tecnico della Fisica Sanitaria che deve posizionare l'apparecchiatura per la dosimetria e poi confrontare le letture con quanto calcolato preventivamente, ma non comporta disagi per il paziente che esegue normalmente il trattamento come ogni giorno.

Questa attività consente di rilevare errori di dose anche minima all'inizio dei trattamenti e di porre rimedi immediati evitando incidenti che possono avere conseguenze anche gravi. Oggi, la dosimetria in vivo, come attività regolare su tutti i pazienti, è svolta da un ristretto numero di centri.

COMUNICATO STAMPA ASL BRINDISI