Brindisi, 18/11/2010
Associazioni: "Brundisium S.p.A.: un'altra preoccupante centrale nel porto"
Nei giorni scorsi abbiamo appreso con preoccupazione che è in corso l’iter autorizzativo per una centrale di 50 MW alimentata a olio vegetale che fa parte della richiesta di conversione, avanzata dalla società Brundisium S.p.A., del vecchio stabilimento vitivinicolo Brundisium in un complesso per la produzione e stoccaggio di oli vegetali.
Il Consorzio ASI aveva, il 24 aprile 2009, espresso parere negativo all’ubicazione dell’impianto rilevando l’incompatibilità con le attività portuali svolte nella zona di Costa Morena, per le quali l’Autorità Portuale di Brindisi aveva inoltre invitato lo stesso Consorzio A.S.I. a porre il vincolo su tutte le aree a ridosso del demanio marittimo.
Parere negativo giustificato anche perché tale complesso col relativo trasporto di oli vegetali sarebbe risultato inconciliabile col traffico dei passeggeri che si svolge sulle banchine di Costa Morena e che interessa anche la viabilità di servizio.
Inconciliabile quindi con le esigenze e le utilità dell’agglomerato industriale di Brindisi in quanto tale da pregiudicare il pieno utilizzo di quella fascia che il piano regolatore aveva destinato ad attività connesse con l’area portuale.
Il successivo il 5 giugno lo stesso Consorzio con apposita delibera revocava tale parere per addotti motivi di autotutela amministrativa. Nel 2010 il Settore Ambiente del Comune di Brindisi, dopo aver premesso che “il parere definitivo sulla verifica di assoggettabilità ambientale” appartiene alla “competenza di altra Autorità” (Amministrazione provinciale), con propria determinazione ha espresso parere favorevole ritenendo il progetto presentato dalla Brundisium S.p.A. “compatibile” con la “salvaguardia ambientale del territorio comunale”.
I dirigenti dell’assessorato all’ambiente, in detta determina, si esprimevano favorevolmente anche in merito alla “rispondenza del progetto agli strumenti di pianificazione territoriale nonché alla compatibilità dello stesso rispetto all’ambiente ricevitore”.
La ricordata fase del procedimento autorizzativo riguardante la richiesta della Brundisium Spa si appalesa contraddittoria e per certi aspetti incomprensibile. Ed allora alcune domande.
L’attuazione di tale progetto non andrebbe a collidere con un traffico passeggeri che si vorrebbe invece riportare al livello di qualche anno addietro? L’opera in questione non finirebbe per insistere su un territorio che già presenta forti criticità ambientali? Come si conciliano con la costruzione della centrale a olio vegetale le istanze sociali e politiche rivolte ad ottenere, previa la salvaguardia dei posti di lavoro, la chiusura della centrale di Brindisi Nord? Il progetto Brundisium non è anch’esso in qualche misura incompatibile con l’esigenza di riconsegnare alla città un’area portuale di pregio? Come si concilia un impianto che per le sue potenza dovrà utilizzare consistente materia prima dall’estero o da altre regioni con l’impegno della Regione Puglia ad autorizzare centrali a bio masse solo di “filiera corta” vale a dire alimentate da materia prima locale?
Chiediamo alle forze politiche, ai consiglieri provinciali e comunali nonché al Presidente Ferrarese e al Sindaco Mennitti di assumere sulla questione posizioni responsabili e chiare in sintonia con gli interessi generali. Posizioni che dovrebbero tener conto non solo dell’enorme impatto ambientale provocato da un polo energetico con una potenza complessiva di 4370 MW in larga misura alimentato a carbone ma anche dell’ulteriore impatto determinato dallo zuccherificio SFIR con annessa centrale elettrica di 36 MW.
COMUNICATO STAMPA CONGIUNTO A FIRMA DELLE ASSOCIAZIONI:
Italia Nostra, Legambiente, WWF Brindisi, Fondazione “Dott. Antonio Di Giulio”, Fondazione “Prof. Franco Rubino”, A.I.C.S., ARCI, Acli Ambiente, Forum ambiente salute e sviluppo, Medicina Democratica, Salute Pubblica, Lipu, Comitato per la Tutela dell’Ambiente e della Salute del Cittadino, Comitato cittadino “Mo’ Basta!”, Comitato Brindisi Porta d’Oriente.
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