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Torchiarolo, Svolta la giornata dell’impegno e della legalità



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Torchiarolo, 21/11/2010

Svolta la giornata dell’impegno e della legalità

In una Sala Consiliare gremita di gente, in particolare studenti del comprensorio Valesium, docenti locali e dei paesi vicini, è stata celebrata la “Giornata dell’impegno e della legalità”, in vista della “giornata nazionale della memoria” in programma nella primavera 2011.
Tema dell’incontro, organizzato dai Soci del Centro Studi “Don Luigi Sturzo”, è stato “legalità, libertà e vuoto educativo”.
L’evento ha ricevuto la condivisione di alcuni operatori (Capricci Gioielli, Rist. “Nonna Lisa”, Quarta, Duetto Caffè, Cantina Rizzello di Cellino S. Marco, Oleificio Cooperativo di Torchiarolo, Cucin bon, Vivai Catamo, Martellotti), nonché del Sen. E. Curto e dell’Enel, che, attraverso il costituendo “Comitato energia, ambiente e territorio” (presente il Responsabile Dr. Carlo De Punzio) continua a sostenere e incoraggiare anche iniziative sociali di rilevanza culturale.
Ospiti illustri, oltre alle autorità civili e religiose (con i vertici diocesani), sono stati il Procuratore della Repubblica di Brindisi, Dr. Marco Dinapoli, nonché rappresentanti delle forze dell’ordine locali, territoriali e provinciali, le associazioni antiracket di S.Pietro Vernotico e Cellino S.Marco (tutti impegnati in prima linea nella lotta contro il crimine, a qualsiasi livello perpetrato).
Protagonista principale dell’incontro è stato Don Luigi Merola, il “coraggioso prete anticamorra”, salito alle cronache nazionali per il forte impegno a servizio della legalità e della lotta contro le mafie. Un crescendo di interventi hanno reso concreto ed incisivo il messaggio della legalità lanciato soprattutto ai giovani presenti in sala.
Ha introdotto i lavori il Presidente Onorario del Centro, Dr. Nicola Serinelli, indi c’è stato il saluto dell’Amministrazione Comunale, rappresentata dal Presidente del consiglio (in sostituzione del Sindaco, assente); a ruota la testimonianza del responsabile ufficio sociale e del lavoro della Diocesi di Lecce, Mons. Nicola Macculi, indi del Procuratore della Repubblica, Dr Dinapoli, il quale ha sottolineato come la diretta esperienza gli ha insegnato che la mafia è un universo parallelo con una sua lingua e una sua struttura. “Quello che posso dire - ha sostenuto il Dr. Dinapoli - è che nel momento in cui si opera nel contrasto giudiziario antimafioso, si iniziano a vedere cose che altri non notano”. “Oggi stiamo catturando diversi boss mafiosi, ma la soluzione carceraria non è sempre la migliore. Ciò che sicuramente è deterrente efficace è la prevenzione; è in tale contesto che occorre agire, educare soprattutto i giovani; è questa l’azione primaria da svolgere”.
E’ quindi stata la volta del giovanissimo “prete di frontiera”. Il clima è stato subito confidenziale, spesso don Luigi ha intercalato nel suo intervento frasi tipicamente napoletane, incisive per far comprendere ai giovani che bisogna scuotersi dal torpore che spesso li incapsula in tunnel senza via d’uscita. “Siete cretini se pensate che fare il boss è bello; Siete scemi se pensate che con lo spinello potete sentirvi protagonisti della vostra vita. Spegnete la televisione, curate i rapporti con i vs amici non usando solo e sempre facebook. E’ fondamentale che le nuove generazioni vengano educate alla legalità; “dovete sapere che chi rispetta la legge vive in tutte le accezioni che la vita stessa comporta. E si vive liberi Chi non le rispetta va in carcere e lì rimane. Proprio l’altro ieri è stato arrestato Iovine, boss dei Casalesi; è la dimostrazione che alla fine a vincere sarà sempre e giustamente lo Stato, quando compie il proprio dovere”.
Purtroppo però - ha continuato il prete - spesso ce la prendiamo con i giovani se non rispettano la legge, mentre sovente siamo noi adulti che dovremmo dare per primi l’esempio del buon comportamento. Come possiamo pretendere dai ragazzi di comportarsi in un certo modo quando siamo noi per primi che tradiamo col nostro agire quei valori?.” L’intero uditorio si è dimostrato particolarmente attratto dalla figura di don Luigi, rapito dalle parole e dai racconti del giovane parroco specie quando ha trattato la sua storia personale (le percosse subite, le incomprensioni, le minacce persino rivolte alla nipotina).
La sua testimonianza ha dato luogo ad un dibattito con i ragazzi, incuriositi dall’impegno assunto dal parroco nella lotta contro la camorra, la criminalità e l’illegalità ponendosi al servizio della collettività, in particolare ai giovani presso i quali si è reso portatore di fede, coraggio e speranza. Don Luigi ha incoraggiato gli studenti, i loro insegnanti e le istituzioni ad impegnarsi, gli uni nello studio e gli altri nella formazione di quelli che un giorno saranno il futuro della società.
“Chi te lo fa fare a rischiare?” gli ha chiesto un ragazzo; “la forza mi viene da Colui che mi ha chiamato e al quale ho donato la mia stessa vita: Gesù. E’ stata la sua risposta! Una autentica testimonianza di fede che lo rende credibile agli occhi persino di chi è scettico nella fede.
Grande soddisfazione da parte di tutti, acclamato e circondato dai ragazzi e dagli adulti presenti, entusiasti per la eccezionale serata, suggellata dal messaggio del “NON MOLLARE MAI” che don Luigi ha voluto incidere sul libro, scritto a quattro mani, con la giovanissima Elisabetta Di Paola “Nei vicoli di Forcella… il sorriso degli angeli (Ed. Eracle) e distribuito ai presenti.
A concludere la straordinaria serata è stato il Presidente Onorario del Centro Studi – Dr. Nicola Serinelli, il quale nell’offrire, a nome dei soci, un piccolo pensiero agli ospiti, ha ringraziato tutti, in particolare il Procuratore della Repubblica per il quotidiano impegno in difesa della legalità reso nel difficile campo della giustizia, nonché il coraggioso don Luigi. “Ho ammirato – ha detto Nicola Serinelli - il coraggio di Don Luigi per rendere credibile e spendibile la Verità, quella con la V maiuscola”; riferendosi a lui ha ricordato la frase pronunciata da Don Pino Puglisi, poco prima di essere ammazzato dalla mafia: “Non starò zitto e parlerò sempre per amore della mia gente . “Consola sapere – ha concluso Serinelli - che sin quando ci saranno persone, come i testimoni di questa sera, capaci di far zampillare nel deserto umano dei nostri giorni “sorgenti d’infinito”, non morirà mai la speranza”. Ecco perché … “additare le gemme che spuntano sui rami vale molto di più che piangere sulle foglie che cadono”(T.Bello).

COMUNICATO STAMPA DEL CENTRO STUDI “DON LUIGI STURZO” – TORCHIAROLO -


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