Forum Ambiente e Sviluppo: è urgente avere risposte sull'ambiente"
Recentemente durante un convegno un esponente dell’ARPA di Brindisi è tornato ad attribuire i ripetuti sforamenti nei valori di PM10 nella centralina di rilevamento dell’inquinamento in Torchiarolo a emissioni di camini ed a combustioni illecite operate da cittadini. Ben diversa da questa valutazione è quella del Procuratore della Repubblica di Brindisi resa pubblicamente all’indomani dei provvedimenti giudiziari concernenti le torce del Petrolchimico.
Non può invero sfuggire che la rete di rilevamento passata in gestione all’ARPA ha centraline mal collocate e che registrano il PM10 e non il PM5 o il PM 2,5. Si attendono allora dall’Arpa le necessarie correzioni nell’ assenza del piano di monitoraggio globale previsto come prioritario nel piano di risanamento dell’aria ad elevato rischio di crisi ambientale. Il fatto è che molto spesso i giudizi, pareri, verifiche e controlli tecnici all’interno della Pubblica Amministrazione suscitano non poche perplessità.
Molto si è detto su alcune istruttorie ma certi problemi sono rimasti in ombra. Chiediamo in particolare:
- dopo le motivazioni del sequestro giudiziario come è stato possibile ritenere autorizzabile
la riapertura della discarica della piattaforma polifunzionale per rifiuti pericolosi colmata ben al di sopra del livello di campagna?
- come è possibile giudicare fattibile e non assoggettabile a VIA l’impianto di combustione di biomasse (non certo locali) proposto da Brundisium spa ?
- come è possibile considerare “opere connesse” lo zuccherificio e la Centrale della SFIR , impianti che tali non sono e che vanno sottoposti a distinte procedure e verifiche VIA?
- come è possibile semplificare le procedure, i frazionamenti di terreni, l’approvazione (anche con il silenzio-assenso) le dichiarazioni d’inizio attività (DIA) o i pareri tecnici, compresi quelli di VIA) facendo finta di non vedere le devastazioni e le cementificazioni di terreni agricoli, il gravissimo degrado di strade comunali e provinciali (oggi pericolosissime) e l’accorpamento di impianti insistenti su particelle limitrofe?
- come è possibile che non vi siano controlli tecnici sullo stato di aree urbane in profonda sofferenza ambientale ed idrogeologica e che non si assumano provvedimenti d’urgenza o di pianificazione (come purtroppo avviene da 30 anni per la costa)?
Non vorrremmo che queste domande continuino a restare senza risposta né che le risposte a certi ineludibili quesiti ambientali siano date solo dalla Magistratura nell’inammissibile silenzio degli organi amministrativi ai quali sono affidati poteri di vigilanza e di controllo.
COMUNICATO STAMPA FORUM AMBIENTE, SALUTE E SVILUPPO