Brindisi, 02/12/2010
Sanità, Romano (Pd): "adesso viene il bello"
L’inderogabile vincolo posto dal Governo nazionale in materia di riordino dei conti della sanità pugliese e riferito al blocco del turn over in uno con il divieto di effettuare nuove assunzioni anche a tempo determinato, porrà la nostra Regione di fronte al dramma di rischiare di non poter garantire i livelli essenziali di assistenza. E questo accade, in una Regione, la Puglia, strutturalmente sotto dotazione organica di personale medico, paramedico, tecnico ed ausiliario, a seguito delle leggi regionali n°28 del 22/12/2000 e n° 32 del 5/12/2001 dell’allora Governatore Fitto con le quali si avviò il blocco delle assunzioni.
Friolo sicuramente ricorderà che l’applicazione rigorosa dei direttori generali succedutisi dal 2000 sino al 2005, indisponibili persino al ricorso alla contrattazione atipica per tamponare le falle dei pensionamenti, ha reso la ASL di Brindisi una anomalia persino rispetto al resto della Puglia.
Le Leggi sulla stabilizzazione adottate dalla Giunta Vendola (che la Corte ha dichiarato costituzionali per uno specifico ricorso nella ASL Brindisi), ha tamponato qualche falla di sistema, ma il deficit maturato durante il periodo 2000-2005 per noi è insormontabile oltre che insostenibile.
Il Dipartimento di emergenza-urgenza dei nostri Presidi ospedalieri di 1° e 2° livello ( Ostuni Francavilla e Perrino di Brindisi), è sotto dotazione organica minima e quindi non è in grado di assicurare, come da norme contrattuali, le prestazioni dell’emergenza-urgenza e della continuità assistenziale.
Il Perrino di Brindisi, per Decreto Ministeriale del ’98 credo, ha l’obbligo della guardia attiva in tutti i reparti; la dotazione organica interna non chiude il modello organizzativo e quindi si deve ritornare alla illegale pronta disponibilità? Un esempio per tutti: i reparti di psichiatria sono reparti ad alta densità assistenziale che non mai potuto recepire il modello di guardia attiva perché mai al completo.
Allora vi erano e vi sono ancora tutte le condizioni tecniche e di insufficienza del nostro modello organizzativo rispetto ai parametri standard minimi su cui poggia l’intero sistema sanitario nazionale, per sostenere decisioni in deroga per la ASL di Brindisi.
Mi sento di esprimere piena e convinta solidarietà a tutte le OO.SS. mediche e di categoria che stanno ponendo la drammaticità della situazione ogni qualvolta ci si avvicina alla scadenza di contratti atipici in essere. Non ho ancora idea di cosa si potrà garantire a partire dal 1° gennaio prossimo.
In questo contesto mi sento di dover ringraziare pubblicamente il Direttore Sanitario Dr.Vinci che ha ritenuto di non poter abbandonare la nave con un mare forza 8. Non so né mi interessa sapere chi è intervenuto per dissuaderlo almeno in questa fase; e chi lo ha fatto ha dimostrato senso di responsabilità che è l’altra faccia dello sfascismo.
Però alla luce delle linee guida approvate ieri 30 dalla Giunta regionale recepenti l’accordo con il Governo nazionale per il recepimento degli interventi in materia sanitaria e tesi all’equilibrio economico, mi sento di dover assumere alcuni impegni pubblici:
1) Le scelte a compiersi dovranno tenere conto degli esclusivi interessi dei pazienti, delle prestazioni a loro erogabili, della messa in sicurezza degli operatori e degli utenti finali;
2) Sosterrò la applicazione rigorosa di tutte le scelte di indirizzo compatibili con il principio della meritocrazia e della qualità professionale maturata negli anni;
3) gli investimenti in essere ed a farsi sul versante delle infrastrutture nonché della diagnostica dovranno essere garantiti da un crono programma vincolante;
4) il principio della responsabilità dei prescrittori della spesa, a partire dalla direzione generale, deve divenire metro di valutazione oserei dire quotidiana;
5) per la Asl di Brindisi la valorizzazione della risorsa umana locale deve assurgere a scelta strategica per introdurre nel sistema massive iniezioni motivazionali.
Il tempo delle decisioni politiche è giunto con il suo TIR di problematiche antiche; a nessuno deve sorgere il dubbio che le scelte a compiersi siano la risultante di una pressione politica o che lo sviluppo carrierale sia figlio di un impegno assunto in campagna elettorale attraverso la candidatura di qualche parente stretto.
Ne andrebbe della credibilità di tutti e la piaggeria, in questo momento particolare può divenire uno sport molto praticato.
COMUNICATO STAMPA GIUSEPPE ROMANO - CONSIGLIERE REGIONALE PARTITO DEMOCRATICO
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