Brindisi, 04/12/2010
Albano e Monetti: "chiarezza sulle società partecipate"
La legge finanziaria 2008 e la ricognizione società partecipate è all'oggetto di una interrogazione che Vincenzo Albano (Pd) e Antonio Monetti, hanno inoltrato al Sindaco ed al Presidente del Consiglio comunale di Brindisi.
Di seguito ne riportiamo integralmente il testo:
Come abbiamo avuto modo di rilevare in diverse circostanze, anche di recente, in occasione della seduta di discussione sugli equilibri di bilancio, entro il 31 dicembre 2010, il Consiglio Comunale, come tutti gli altri enti locali, deve effettuare la ricognizione di ogni sua singola partecipazione societaria, per verificare se hanno ad oggetto la produzione di beni e servizi, strettamente necessari al perseguimento delle finalità istituzionali dell’ente comunale ed, eventualmente, approntare un piano di dismissioni per quelle non rispondenti a quel requisito.
Rimane invece ammessa la costituzione di società che producono servizi di interesse generale e l’assunzione di partecipazioni in tali società.
Ciò significa, con riferimento alla prima tipologia di società, che dovrà essere dato conto della sussistenza della “stretta necessità” richiesta dalla legge e, relativamente al secondo tipo, dovrà essere provato che la produzione del servizio tende a soddisfare un interesse di carattere generale.
Questo è l’impegno assegnato ai commi 27-29 dell’articolo 3 della legge 244/2007.
Un compito non certamente semplice, anzi piuttosto complesso, perché richiede grande attenzione e senso di responsabilità, in quanto si devono assumere decisioni importanti per il futuro delle società partecipate , ma anche per il comune, perché possono incidere sulla capacità di essere economicamente in grado di soddisfare le esigenze, sempre crescenti, dei nostri concittadini sul tradizionale versante dello stato sociale, ma anche per lo sviluppo socio economico del territorio.
Si devono saper calibrare nel modo giusto le risorse e la portata economica dell’impegno che si va ad assumere con le società partecipate, perché la coperta si sta facendo sempre più corta a causa dei sempre minori trasferimenti da parte dello Stato, ai quali si andranno ad aggiungere quelle determinate dal federalismo fiscale e che ci appaiono penalizzanti per il nostro territorio e più in generale per le Regioni Meridionali.
Infatti è sufficiente andare a leggere i bilanci delle società partecipate, di cui abbiamo una quota consistente di partecipazione societaria, per comprendere il senso della nostra preoccupazione in quanto, eccezioni fatta per la Multiservizi , (per la quale va fatto un discorso a parte che attiene al controllo analogo, che il consiglio comunale deve poter esercitare concretamente e non sulla carta) , tutte hanno chiuso il bilancio del 2009 in passivo. Si passa dalle 26,000 euro della Energeko, alle 67.000 euro delle Farmacie comunali, che crediamo rappresentino un vero e proprio primato nell’ambito delle farmacie nazionali, forse l’unica in passivo.
Ma ci sono anche i 2 milioni e 200 mila euro della STP, le 229.000 euro del porticciolo turistico che ci vede sempre, come dice Lei, “ marginali ed emarginati “, nonostante il cambio della presidenza e sulla quale pesa l’enorme debito di 3 milioni di euro circa nei confronti del socio privato; per finire ai 25.000 euro della società pacchetto localizzativo Brindisi, con il capitale sociale ridotto al lumicino, che sembra aver terminato ogni funzione, priva da tempo dello scopo, che ne aveva determinato la sua costituzione.
Una situazione negativa, drammaticamente uguale agli anni precedenti, che potrebbe implicare una responsabilità del Consiglio Comunale. Infatti la Corte dei Conti, in diverse circostanze, ha considerato un grave sperpero di denaro pubblico, irrazionale e dunque risarcibile come danno erariale, il rifinanziamento delle società partecipate, quando non si accompagni ad un programma di risanamento delle società finanziate.
Per quanto sopra si chiede, se è stato predisposto un piano di ricognizione delle partecipazioni che l’amministrazione detiene, per presentarlo al consiglio comunale entro il 31 dicembre 2010, al fine di consentire allo stesso consiglio comunale, dopo un approfondito esame della proposta, di pronunciarsi su tutte le partecipate, dando attuazione all’articolo 3 delle legge finanziaria 2008 con apposita delibera, per mantenere o dismettere le società che non abbiano i requisiti richiesti dalla legge.
Vincenzo Albano - Antonio Monetti
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