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Brindisi, Convenzioni, Associazioni: "piacciono ad Enel"



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Brindisi, 18/12/2010

Convenzioni, Associazioni: "piacciono ad Enel"

L’Enel vuole ottenere dalle Amministrazioni locali e dalla Regione Puglia una legittimazione per continuare a fare quanto ha fatto finora ed il recente vertice barese ha deciso di assecondarla mortificando le ragioni più volte espresse dalla stragrande maggioranza dei cittadini di Brindisi e riproposte con forza durante la manifestazione del 19 giugno scorso guidata dal Sindaco Mennitti e dal Presidente Vendola.
La riduzione del 15% del carbone bruciato nelle centrali, comprendente un 5% derivante dall’utilizzo di sistemi ecoambientali e del CDR, è una soluzione che offende la dignità della nostra gente ed il comune buon senso.
La deludente ipotesi, formulata a conclusione del citato vertice, ha tutta l’aria di essere un esito definitivo della trattativa sicché le ventilate consultazioni successive di associazioni e sindacati hanno tutta l’aria di essere una “foglia di fico”, una formalità inutile, come risulta per altro dalle dichiarazioni del Presidente Ferrarese il quale, bontà sua, afferma che dell’intesa raggiunta potrà essere modificato solo “qualche piccolo dettaglio”.
È un gioco questo al quale non ci prestiamo, una situazione che ci induce intanto a porre alcune precise domande.
- Che fine ha fatto l’impegno di ridurre del 25% la quantità di carbone bruciato nelle centrali previsto dal PEAR e riproposto a gran voce come obiettivo minimo irrinunciabile dal Presidente Vendola anche durante il comizio tenuto a Brindisi a conclusione della sua campagna elettorale per le ultime elezioni regionali?
- Come è possibile immaginare che si possano bruciare nella centrale di Cerano non meno di 200mila tonnellate di CDR all’anno con enormi rischi aggiuntivi per la salute delle persone e dell’ambiente e cioè di una produzione della diossina che sarebbe nei limiti di legge solo per la sua diluizione negli enormi flussi gassosi della centrale? Non sono questi i pericoli che sono alla base del diffuso dissenso politico e sociale rispetto a tale scelta?
- Ma davvero si può pensare di affrontare il grave problema dell’abbattimento della CO2 con l’impianto, sostanzialmente inutile, approntato a tale fine dall’Enel ed osannato per la sua pretesa efficienza che comporterebbe onerosi costi? E come si può considerare accettabile la tecnica della cattura della CO2 per poi seppellirla in giacimenti vuoti di metano in quanto tale politica finirà prima o poi i conti con l’esaurimento dei siti? Non è forse una politica che maschera l’intento di sfruttare gli ultimi residui petroliferi di giacimenti che, messi in pressione, dallo sversamento della CO2, rilascerebbero le quantità residuali di idrocarburi del dismesso impianto petrolifero.
- Come è possibile continuare a utilizzare lo “specchietto per le allodole” di una riduzione delle emissioni massiche quantificata sui superati valori di antiche convenzioni anziché a partire dai valori già raggiunti? E come è possibile non tener conto che la vera esigenza, prevista peraltro dalla legge, è quella di operare un rilevamento continuo oltre a quel “monitoraggio globale” rimasto miseramente sulla carta?
Le nostre associazioni fanno appello all’opinione pubblica, alle forze politiche e sociali e a tutti i movimenti perché vengano organizzate adeguate e incisive forme di protesta. Ribadiamo che occorre una radicale inversione di tendenza con la quale nulla hanno a che fare i pannicelli caldi e le operazioni gattopardesche del vertice barese.
Avevamo chiesto e continuiamo a chiedere un ben diverso incontro tra i vertici delle Amministrazioni locali e della Regione Puglia. Un incontro, aperto ad una effettiva e larga partecipazione democratica, che avesse ad oggetto tutti gli aspetti dell’emergenza che sta vivendo questo, per usare un’espressione di Vendola, “martoriato territorio”.
Una emergenza che si sta aggravando sul versante dell’inquinamento da carbone, su quello della minaccia costituita dal rigassificatore e, da ultimo, da quello dell’incontrollata proliferazione del fotovoltaico segnato persino, secondo le affermazioni del Presidente della Commissione Antimafia Pisanu, da allarmanti infiltrazioni malavitose.

COMUNICATO STAMPA CONGIUNTO:
Italia Nostra, Legambiente, WWF Brindisi, Fondazione”Dott. Antonio Di Giulio”, Fondazione “Prof. Franco Rubino”, A.I.C.S., ARCI, Acli Ambiente, Forum ambiente salute e sviluppo, Medicina Democratica, Salute Pubblica, Lipu, Comitato per la Tutela dell’Ambiente e della Salute del Cittadino, Comitato cittadino “Mo’ Basta!”, Comitato Brindisi Porta d’Oriente.


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