Fasano, 28/12/2010
Comune: "nessuna difformità sul Porto di Savelletri"
La dirigente dei Lavori pubblici del Comune di Fasano, Rosa Belfiore, ha inviato una lunga, dettagliata ed articolata relazione, che funge da controdeduzioni alle ulteriori osservazioni del Comitato per la Tutela del Borgo di Savelletri, all’ufficio regionale programmazione “Via” (valutazione d’impatto ambientale) in merito al progetto sui lavori di messa in sicurezza del porto di Savelletri che è, allo stato, all’esame proprio dell’ufficio “Via”.
L’ing. Belfiore ha trasmesso la stessa relazione al Comitato per la Tutela del Borgo di Savelletri e, per conoscenza, alla Provincia di Brindisi (settore Ecologia), al Comitato Pro Porto di Savelletri, alla sezione fasanese della Lega Navale Italiana, alla Capitaneria di Porto di Brindisi, alla Delegazione di spiaggia di Savelletri, al sindaco di Fasano ed al dirigente dell’Avvocatura comunale di Fasano.
Innanzitutto, la dirigente ha voluto sottolineare che “(…) Il Comune di Fasano – si legge nella relazione - sin dall’origine della questione controversa, ha sempre tenuto un comportamento nei confronti del Comitato per la Tutela del Borgo di Savelletri informato ai principi di trasparenza e massima partecipazione. Pertanto – prosegue la Belfiore - le doglianze sollevate dal medesimo Comitato, sia sotto il profilo della linearità del comportamento del Comune di Fasano, che dal punto di vista tecnico sono destituite di fondamento”.
La dirigente comunale, quindi, preliminarmente e citando la giurisprudenza in materia (una serie di sentenze del Consiglio di Stato del 2004, del 1995, del 1992, del 2002) esprime “non poche perplessità in merito alla sussistenza, in capo al suddetto Comitato, di una effettiva legittimazione attiva a contraddire e a produrre, utilmente, osservazioni in merito ai lavori di sistemazione e messa in sicurezza del porto di Savelletri. (…) il suddetto Comitato non ha fornito alcun elemento istruttorio idoneo a dimostrare di essere un’associazione ambientalista costituita a livello locale che persegue statutariamente ed in modo non occasionale obiettivi di tutela dell’ambiente, con un adeguato grado di rappresentatività e stabilità”, così come invece previsto dal riconoscimento ministeriale che deve ottenere una siffatta associazione di cui all’art. 13 della Legge n. 349 del 1986. Relativamente all’osservazione del Comitato circa le carenze progettuali (in parte recepite dall’ufficio “Via”) dello Studio di impatto ambientale, la Belfiore scrive: “(…) che l’11 novembre è stata trasmessa all’ufficio programmazione “Via” tutta la documentazione integrativa richiesta” , e che “(…) le lamentate carenze progettuali dello Studio di impatto ambientale non ancora colmate a parere del Comitato per la Tutela del Borgo di Savelletri, non sono state ritenute pertinenti dal Comitato regionale “Via””. Per quanto riguarda le rilevate difformità fra il progetto presentato all’ufficio “Via” e il progetto posto a base di gara, la Belfiore chiarisce intanto che sulle “(…) Paventate pesanti accuse e illazioni pretestuose e offensive (lanciate dal Comitato, ndr), tutt’altro che improntate alla legalità, per le quali codesto Ente si riserva di tutelare la propria immagine ed i propri interessi”, mentre nello specifico, citando l’art. 93 del Codice dei contratti (approvato con Decreto legislativo del 12 aprile 2006 n. 163 e successive modifiche intervenute), la Belfiore spiega che la progettazione dei lavori pubblici si articola in tre livelli successivi, ossia v’è dapprima il progetto preliminare e poi quelli definitivo ed esecutivo che “costituiscono una suddivisione di contenuti che tra loro interagiscono e si sviluppano senza soluzione di continuità. (…) il progetto esecutivo – scrive la Belfiore citando il Dpr n. 554 del ’99 – costituisce la ingegnerizzazione di tutte le lavorazioni e, pertanto, definisce compiutamente ed in ogni particolare architettonico, strutturale ed impiantistico l’intervento da realizzare”. La dirigente comunale, inoltre, esamina nel dettaglio sia quanto contenuto nel progetto definitivo (all’esame dell’ufficio “Via”, sia l’esecutivo messo a base di gara e conclude che “(…) il progetto esecutivo è stato redatto in conformità al progetto definitivo, di cui costituisce esclusivamente un maggior approfondimento di dettaglio, necessario per l’esecuzione dei lavori, il tutto nel rispetto del D. Lgs. 163/2006 e del D.P.R. 554/1999. Si afferma inoltre – scrive ancora la Belfiore nelle controdeduzioni - che unico scopo del progetto è la messa in sicurezza del porto. Le differenze riscontrate dal Comitato per la Tutela del Borgo di Savelletri sono solo il frutto di una valutazione superficiale del progetto sia definitivo che esecutivo, limitata solo alle relazioni descrittive. Un approfondito esame tecnico delle due versioni progettuali nella loro interezza avrebbe certamente messo in luce la perfetta corrispondenza delle soluzioni progettuali”. La Belfiore, quindi, entra nel dettaglio: “(…) Il progetto definitivo già prevedeva le predisposizioni impiantistiche ed i tratti banchinati dei moli (di tramontana e di scirocco, ndr), e ne quantificava il costo complessivo. L’esiguità del costo delle predisposizioni impiantistiche (idrico, elettrico, oltre alla previsione della pubblica illuminazione, ndr) rispetto al costo totale dell’intervento ha indotto il progettista a ritenerne superflua la descrizione che, invece, nel progetto esecutivo (pur essendo l’importo delle predisposizioni impiantistiche ancora inferiore) è tenuto a considerare in quanto il livello di definizione è tale da determinare in ogni dettaglio i lavori da realizzare. Si rigettano fermamente tutte le infondate e strumentali accuse a supporto delle differenze riscontrate dal Comitato per la Tutela del Borgo di Savelletri, assolutamente gratuite ed offensive, che hanno il solo fine di impedire la realizzazione di un’opera pubblica il cui iter procedurale è stato sempre improntato al rispetto delle leggi vigenti in materia”. Inoltre, sempre relativamente alle rilevate difformità progettuali (fra il definitivo e l’esecutivo), la dirigente comunale scrive che “l’area di connessione del molo di scirocco alla scogliera (nei pressi della “casa rossa”, ndr) ha identica conformazione (fra progetto definitivo ed esecutivo, ndr), con l’unica differenza che è stata prevista un’area a verde immediatamente a ridosso della scogliera, riducendo così l’area pavimentata con blocchi di calcestruzzo autobloccanti di 300 mq. circa. Il molo di scirocco, analogamente ai due tratti terminali del molo di tramontana, è protetto da un massiccio coronamento e muro paraonde con banchina interna in calcestruzzo della larghezza di 6 mt.”, pertanto, prosegue la Belfiore “(…) Le previsioni impiantistiche progettuali trovano riscontro nel Computo metrico del progetto esecutivo”. Relativamente alla condotta poco istituzionale del Comune (secondo l’accusa del Comitato Tutela Pro Borgo di Savelletri), l’ing. Belfiore afferma che “(…) Non può disconoscere, infatti, la signora Raniera Giampietri Leone (coordinatrice del suddetto Comitato, ndr) che, dinanzi alle richieste di accesso agli atti avanzate, l’ufficio lavori pubblici si è sempre prodigato in ogni modo per accelerare il rilascio delle copie degli atti richiesti. Né può disconoscere che sia stato mai richiesto un esame congiunto del progetto, anche al fine di chiarire dal punto di vista tecnico le varie problematiche e verificare la legittimità e la conformità dell’opera alle vigenti norme tecniche e procedimentali in un clima di condivisione”. Peraltro, afferma la Belfiore, il Comune aveva pubblicizzato per tempo, e secondo tutti i parametri di legge, sia il progetto definitivo che lo Studio d’impatto ambientale “presso l’ufficio Via, il servizio Ecologia della Provincia di Brindisi, il settore Lavori pubblici del Comune di Fasano”, oltre alla “pubblicazione dell’avviso di deposito dello Studio d’impatto ambientale nella Gazzetta del Mezzogiorno del 6 maggio 2010. I termini per la consultazione sono fissati dalla legge in 60 giorni dal deposito. Entro tale termine alcun soggetto ha richiesto la consultazione del progetto e del relativo studio di impatto ambientale né sono state presentate osservazioni”. Pertanto, “(…) al fine del rispetto dei nuovi termini temporali scanditi con la deliberazione della Giunta Regionale N. 1304 del 27.05.2010 e del conseguente recupero delle economie di gara nella quota del 100%, la Giunta Comunale ha espresso il proprio indirizzo politico con deliberazione N. 161 del 13.07.2010, autorizzando il prosieguo dell’iter procedimentale finalizzato all’indizione della gara d’appalto – scrive ancora la Belfiore - pur non avendo ancora acquisito l’autorizzazione di compatibilità ambientale, stante l’importanza che l’intervento riveste per il territorio comunale, peraltro inserito tra gli obiettivi programmatici dell’organo esecutivo”. Così che, nel bando di gara, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 14 luglio 2010, sul “Corriere della Sera” del 15 luglio successivo e sul “Corriere del Mezzogiorno” del 16 luglio, nonché sul sito internet del Comune di Fasano ed all’Albo pretorio comunale, “è stata apposta la seguente clausola di essenzialità: “Non si procederà all’aggiudicazione definitiva se prima non sarà acquisita l’autorizzazione ambientale di competenza regionale a completamento dell’avviata procedura di V.I.A., come meglio specificato all’art. 6 del Disciplinare di gara”. Allo stato attuale le operazioni di gara risultano sospese, proprio in ragione della mancanza del parere dell’ufficio regionale “Via”, nel senso che le buste delle sette concorrenti pervenute al Comune entro lo scorso 28 settembre (termine ultimo di presentazione delle offerte per l’aggiudicazione dei lavori di messa in sicurezza del porto di Savelletri) sono rimaste sigillate. Relativamente alle proposte progettuali alternative, la Belfiore, nelle sue conclusioni, scrive: “Poiché tale argomento è stato affrontato in sede di redazione dello Studio di Impatto Ambientale, si resta in attesa di conoscere le definitive determinazioni dell’Ufficio Regionale V.I.A., competente per legge al rilascio dell’autorizzazione ambientale. Altrettanto libera da condizionamenti affaristici e giochi di potere, altrettanto contraria ad ogni forma di espediente e minaccia dell’ambiente, gratuitamente affermati dal Comitato per la difesa del Borgo di Savelletri (il Comune di Fasano si riserva ogni opportuna azione in merito a tali affermazioni, innanzi a tutte le sedi giudiziarie) nel rispetto delle regole e della legalità, si comunica che la procedura di gara resterà sospesa sino all’esito della procedura di valutazione di impatto ambientale. Non può tralasciarsi di evidenziare che il Comune di Fasano è obbligato per legge a concludere il procedimento di evidenza pubblica entro termini ben precisi sicché, all’esito della valutazione di impatto ambientale, che deve tempestivamente concludersi, procederà senza indugio alcuno in tal senso, anche all’evidente scopo di non evitare azioni risarcitorie da parte delle ditte concorrenti”.
C.S. COMUNE DI FASANO
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