Brindisi, 20/09/2003

CNA e Confcommercio critiche sull'incontro per il porto

L’iniziativa assunta dal sindaco Giovanni Antonino di convocare un incontro sul Porto, nel mentre contribuisce a riportare l’attenzione generale su un argomento di scottante attualità, atteso che proprio dalle attività portuali dipendono, in misura considerevole, le sorti economiche del territorio brindisino, appare alle scriventi organizzazioni la rituale passerella di carattere assembleare attraverso la quale esporre, ancora una volta, le più disparate problematiche per giungere alla conclusione che il porto è in crisi, senza indicarne le soluzioni.
Sarebbe stato più utile, invece, giungere ad un incontro di tale natura quantomeno dopo un lavoro istruttivo e di ricognizione, con un’esatta “fotografia” della situazione, condivisa da tutti i soggetti interessati alle vicende portuali.
Pur senza entrare nello specifico delle competenze tecniche, tutte rimesse all’Autorità Portuale, riteniamo utile offrire un contributo in termini di istanze che provengono dai settori produttivi rappresentati.
- I limiti strutturali del porto sono divenuti ormai intollerabili, se è vero che condizionano lo sviluppo delle attività imprenditoriali esistenti e di quelle che avevano previsto una serie di investimenti nel nostro territorio. Gli esempi sono numerosi. Si va dal mancato avvio dei lavori per la infrastrutturazione dei piazzali e per la realizzazione delle vie di corsa delle gru portacontainers a Costa Morena Ovest.
L’Autorità Portuale ha più volte considerato imminente la cantierizzazione di tale opera, mentre sulle ragioni che potrebbero spingere lo stesso Ente ad un “ripensamento” si assiste ad un susseguirsi di voci fino ad oggi in alcun modo confermate a livello ufficiale. Incide, altresì, in maniera rilevante sul futuro del porto di Brindisi anche il ritardo relativo al banchinamento di Capo Bianco (attraverso cui sarebbe possibile restituire alla città la restante parte del Seno di Levante, oggi occupata dai depositi di carburante della Marina Militare), alla realizzazione di cinque nuovi approdi a Sant’Apollinare, al nuovo molo combustibili dell’Enel, al terminal passeggeri ed alla infrastrutturazione della banchina Feltrinelli. Opere per le quali sono disponibili da tempo finanziamenti per circa cento milioni di euro
- Tali ritardi strutturali, a cui si aggiungono delle incontestabili difficoltà gestionali dell’Autorità Portuale (mancano ancora la completa attuazione di un regolamento per il carico-scarico di merci alla rinfusa, la destinazione funzionale delle banchine, un piano articolato degli ormeggi e, ad oggi, non si riesce ancora ad affrontare con la dovuta determinazione il problema dei costi dei servizi portuali) hanno contribuito a determinare condizioni di scarsa competitività del porto.
- Il dato più allarmante è senza dubbio collegato al crollo verticale di presenze turistiche, che in poco più di tre anni ha visto quasi dimezzato il numero di passeggeri in transito con un calo di circa trecentomila unità. Un deficit che dipende solo in parte dalle congiunture internazionali (riapertura della rotta stradale dei Balcani per gli emigranti turchi, crisi del turismo in Grecia, ecc.) aggravandosi, in realtà, le molteplici ragioni che spingono armatori e passeggeri a scegliere altri scali adriatici dove la crisi ha assunto dei connotati insignificanti.
- Preoccupa notevolmente anche il mancato decollo del terminal containers, con i conseguenti danni per il territorio dal punto di vista economico e occupazionale.
- A fronte di un quadro così negativo, il forte aumento della movimentazione di combustibili e di reflui di lavorazioni industriali sembra prefigurare un preoccupante svilimento delle potenzialità e delle prospettive polifunzionali del porto di Brindisi, inaccettabile dalle forze produttive locali.
E’ evidente, a questo punto, che si rende necessaria e non più rinviabile una netta inversione di tendenza nella elaborazione e nella gestione delle politiche di sviluppo del porto: il primo passo non può che essere rappresentato che dal superamento dell’immobilismo in cui è caduta l’Autorità Portuale di Brindisi. Il porto di Brindisi non può permettersi ancora per altro tempo l’assenza di una presidenza forte, autorevole e competente, che sappia farlo uscire dalle difficoltà gravi sopra esposte e che abbia la volontà e le idee per valorizzarne le intatte potenzialità ancora presenti, anziché languire in un immobilismo deteriore.
E’ richiesta, quindi, a tutti, a cominciare da chi ne porta i maggiori onori ed oneri, una piena assunzione di responsabilità.
Il territorio di Brindisi si appresta a giocarsi le “ultime carte” per un reinserimento concreto all’interno del Corridoio 8. Uno sforzo che verrebbe vanificato dalla incapacità di azione che sino ad oggi ha contraddistinto la conduzione del porto.
CNA – Il presidente Cosimo Convertino - Il direttore Salvatore Tomaselli
CONFCOMMERCIO – Il Presidente Teodoro Malcarne

COMUNICATO STAMPA CONGIUNTO CNA-CONFCOMMERCIO

Dalla redazione giornalistica di Puglia TV - Brindisi